Un'intuizione rivoluzionaria che sfida la fama del Prosecco come vino "da bere giovane", trasformandolo in un potenziale oggetto da collezione.
La notizia
Chi ha detto che il Prosecco deve essere sempre il parente "pop" degli spumanti? A sfidare ogni cliché ci ha pensato Sandro Bottega, volto noto dell’enologia italiana e anima della Bottega S.p.A., che ha lanciato al Vinitaly un vino capace di ridefinire i confini del lusso: il Prosecco più caro mai prodotto. Siamo sulle colline del Veneto, tra Conegliano e Valdobbiadene, dove la viticoltura è un'arte scolpita dal tempo e dalla fatica sui ripidi pendii chiamati “rive”. È proprio qui, tra i 450 e i 540 metri di altitudine, che nasce questo nettare raro, frutto di una vendemmia rigorosamente a mano, come si faceva una volta, quando ogni acino era scelto come una gemma preziosa.

Il risultato? Un Prosecco Conegliano-Valdobbiadene DOCG che porta l'orgoglio italiano direttamente sull’altare delle eccellenze mondiali. Non è solo un vino: è una dichiarazione d’amore alla tradizione e al futuro insieme. "Abbiamo iniziato nel 2013 a mettere da parte bottiglie per studiare la longevità del Prosecco", racconta Sandro Bottega, intervistato qui da La Repubblica. "Con grande sorpresa, ci siamo accorti che anche dopo dieci anni quelle bottiglie non solo erano perfettamente conservate, ma i profumi si erano evoluti in maniera elegante, senza ossidazioni". Un'intuizione rivoluzionaria che sfida la fama del Prosecco come vino "da bere giovane", trasformandolo in un potenziale oggetto da collezione.

Ma il vero colpo di teatro arriva in cantina: niente vinificazione standard, bensì un Metodo Martinotti "lungo", reinterpretato da Bottega in chiave personale. Qui, la fermentazione non dura i canonici tre mesi, bensì si protrae per dodici mesi, seguiti da un affinamento paziente di quattro o cinque anni in bottiglia. Una danza lenta di lieviti e aromi, che cesella un Prosecco dalla struttura sorprendente, capace di sfidare senza complessi anche i più blasonati Champagne. Del resto, proprio bottega lo aveva dichiarato qui a The Drinks Business: “Perché un buon Prosecco dovrebbe costar meno di uno Champagne?”

Naturalmente, in un capolavoro ogni dettaglio conta. Per racchiudere questo spumante speciale, serviva un vestito all’altezza. E così nasce Stardust Gold, una bottiglia vestita da diva: 5.000 cristalli italiani autentici incastonati uno ad uno a mano, in un paziente lavoro di artigianato che ricorda la meticolosità di un orafo. Per chi ama i toni più oscuri e sofisticati, esiste anche una versione “nera”, tempestata da 3.000 cristalli neri scintillanti. E una volta svuotata, la bottiglia resta un pezzo d’arredo capace di far brillare qualsiasi salotto. Il prezzo? 250 euro a bottiglia. Una cifra che infrange ogni record nel mondo del Prosecco, collocando questo vino in una nicchia dove la raffinatezza incontra l’esclusività. Non un semplice bicchiere di bollicine, quindi, ma un’esperienza multisensoriale: visiva, olfattiva e gustativa.

Questo progetto, come tiene a sottolineare Bottega, non è nato per cavalcare una moda passeggera, ma è il frutto di oltre dodici anni di studio e sperimentazione. Il suo obiettivo è chiaro: dimostrare che il Prosecco, emblema di convivialità e leggerezza, può anche ambire ai piani alti della gerarchia enologica, sfoggiando profondità, complessità e longevità fino ad oggi ritenute prerogativa di altri tipi di spumante. La scommessa di Sandro Bottega racconta così una nuova storia: quella di un Prosecco che non teme il tempo, anzi lo abbraccia e lo trasforma in alleato prezioso. E mentre le sue bollicine si elevano leggere nel calice, sembra di sentire il sussurro delle colline trevigiane, la pazienza dei vignaioli e la scintilla di un’idea che ha saputo trasformare un mito popolare in un capolavoro da intenditori.

In fondo, il lusso vero non è solo nel prezzo, ma nella passione, nella cura e nell'arte di chi, come Bottega, sa guardare oltre le apparenze per scolpire il futuro a partire dalla tradizione. Una sfida brillante, proprio come quei cinquemila cristalli che avvolgono la bottiglia e raccontano, già al primo sguardo, che questo Prosecco non è nato per passare inosservato.