Torna il World Liqueur Awards, l’attesissima rassegna annuale degli amari di qualità. Primo classificato? L’italiano Camatti, che sbaraglia la concorrenza con la sua ricetta centenaria.
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La notizia
“Veniamo dal mare e al mare dobbiamo tutto: sensazioni, pensieri e sapori”. I sapori, quelli dell’Amaro Camatti, che hanno conquistato e sbaragliato la concorrenza al World Liqueur Awards (una delle principali competizioni del settore Spirit e Mixology a livello mondiale) guadagnando ben tre medaglie: Best Italian herbal, World’s Best Bitter e la medaglia d’oro tra gli amari italiani. Il prodotto di Camatti, del resto, ha una storia ultracentenaria: nasce nel 1924 a Recco grazie all‘intuizione del chimico Uberto Briganti e di suo fratello Cesare. Briganti dedica l’amaro alla moglie e lo chiama con il suo cognome.
I successi e i riconoscimenti arrivano fin da subito, tanto che nel 1935 la ditta produttrice dell'amaro viene riconosciuta come “Fornitore della Casa di Sua Altezza Reale il Principe di Piemonte” con la concessione di tenere alzato il vessillo principesco sullo stabilimento. Vessillo che ancor oggi compare sull'inconfondibile etichetta rossa. Il “Camatti” è prodotto con un infuso di erbe e vegetali fra cui mandorlo, arancio amaro, china, menta e genziana. Il tutto viene fatto decantare in botti o fusti di acciaio inox, filtrato e aggiunto a sciroppo di acqua e zucchero. Il metodo è ancora artigianale e regala un prodotto che porta sempre con sé i sapori della terra ligure e del suo mare. Oggi a gestirne la produzione sono Sergio Bergamino e Marco De Marchi, che scrupolosamente ne custodiscono e preservano la ricetta.
“Il nostro amaro ha sbaragliato ogni concorrenza agli assaggi, arrivando primo nella categoria herbal italiani, per poi raggiungere il podio più alto a livello mondiale. Questi riconoscimenti ci rendono orgogliosi e segnano una nuova tappa. L'affetto che da sempre ci riservano i liguri racconta molto del valore e della qualità del nostro prodotto, ma siamo felici che vengano premiati a livello internazionale", dice Stefano Bergamino. Il motto? “Camatti, l’amaro che unisce”: evidentemente anche il gusto dei giudici!!
Fonte: genovatoday.it