I 10 vini della settimana di Luca Gardini
Ottavo Numero
ROSSI
1.FULIGNI
BRUNELLO DOCG 2017

È una storia che parte dal lontano, quella dei visconti Fuligni, famiglia nobile originaria di Venezia, che si trasferisce nell’Inghilterra nel XIV secolo al servizio di Edoardo III. Molto più tardi li troviamo viticoltori, prima a Scansano poi a Montalcino, interpreti, ora come un tempo, di alcune delle letture di maggiore perfezione di Brunello. L’annata 2017 mostra un naso di ribes nero e rabarbaro, con tocchi di foglia di pepe in chiusura. In bocca ha tannini salati, densità e croccantezza. Sul finale c’è un ritorno del sottobosco e dei piccoli frutti, ma è la persistenza ad impressionare: davvero lunghissima.
2.MARCHESI DI GRÉSY
BARBARESCO DOCG MARTINENGA 2019

Un marchio entrato a pieno titolo nel mito della viticoltura, nato e cresciuto dalla prima, felice intuizione di Alberto nel 1973, ormai 50 anni or sono, che poi, con uno straordinario lavoro sul territorio, ha portato Tenuta Cisa Asinari a livelli di eccellenza assoluta. Questo Barbaresco da Vigna Martinenga, una delle più raffinate collocazioni della tipologia, è la chiara dimostrazione di quanto detto. Affinato in barrique per 12 mesi, mostra un naso di intensità, susina selvatica, menta Valdostana, finale di eucalipto. Bocca di succosità e tensione, con tannini salmastro-sapidi e chiusa mentolata.
3.FRANZ HAAS
ALTO ADIGE PINOT NERO DOC SCHWEIZER 2018

Ci ha lasciati increduli ed addolorati, nelle scorse settimane, la notizia della scomparsa di Franz Haas. Con lui si perde uno dei vignaioli più eclettici, capace di contribuire decisivamente alla diffusione del Pinot Nero in Alto Adige. Alle sue uve Franz dedicava cure amorevoli, così da mantenere intatto il carattere tipico e l’eleganza del varietale. Questa era una delle sue migliori bottiglie. Al naso sensazioni di melograno, eucalipto e tocchi di zest di arancia. Al palato tannini iodati, croccantezza, densità e tensione. Ritorno fruttato-agrumato sul finale e grande profondità.
BIANCHI
4.COLTERENZIO
ALTO ADIGE DOC BIANCO RISERVA LR 2017

Una cantina relativamente giovane, collocata a due passi da Appiano, con 300 vignaioli associati, che fa del dinamismo e della vision le proprie caratteristiche fondanti. Una linea di etichette d’impatto, caratterizzata dalla cura maniacale per i dettagli, sia visivi che – ben più sostanziali – vitivinicoli. Una cuvée, questa, fortemente voluta da Luis Raifer, ex presidente della Cantina, che incarna tutte le ambizioni dei bianchi altoatesini. Chardonnay, Pinot Bianco e Sauvignon in grande equilibrio. Rosmarino, susina gialla e cedro al naso, teso e salino-salmastro alla bocca, con bella persistenza.
5.TENUTA CASALI
ALBANA DOCG VALLERIPA 2020

Mercato Saraceno, comune di Forlì-Cesena. Per chi non lo sapesse, l’invaso dove scorre il fiume Savio è una collocazione geografica (ora insignita dalla MGA) di grande peculiarità per i vini, vero e proprio microclima, adattissimo alla coltivazione della vite, come conferma l’impeccabile lavoro di Tenuta Casali. Da una vigna con oltre 30 anni di età, allevata a doppio capovolto, nasce questo Albana di Romagna, affinato per sei mesi in acciaio sui lieviti. Pesca-noce dalla polpa bianca al naso, timo fresco, una chiusura con un bel tocco balsamico, di eucalipto. Bocca compatta, salata, croccante, con piacevolissima persistenza e finale con bellissime sfumature officinali.
BOLLICINE
6.CANTINA DI RIVA
TRENTODOC METODO CLASSICO PAS DOSÉ RISERVA BREZZA RIVA

Una Cantina che nasce come consorzio agrario nel 1898, a Riva del Garda, l’idea di supportare gli associati nella valorizzazione delle proprie coltivazioni. Dal 1957 poi, la rinascita come cantina sociale. Un importante lavoro di zonizzazione, condito da principi di sostenibilità in vigna, uniti alla volontà di sperimentare in cantina. Pinot Nero e Chardonnay su tutti, varietà che valorizzano il microclima straordinario del Lago. Su tutti, appunto, questo Riserva Brezza Riva, un vino capace di evocare la sapidità del lago. Chardonnay in purezza, naso di chinotto, timo cedrino, una chiusura balsamica, bocca tesa, croccante, di bella iodatura, con ritorno, sul finale, della traccia officinale
7.EUGENIO COLLAVINI
VINO SPUMANTE DI QUALITÀ PAS DOSÉ RIBOLLA GIALLA

Una delle ultime novità della cantina di Rivignano, che ormai più di 40 anni fa ‘inventò’ la Ribolla Gialla in versione spumantizzata con metodo C’harmat lungo’ di grande finezza. Un successo, di mercato e di critica, immediato e travolgente, che dura tuttora. Questa, una ribolla spumantizzata in versione pas dosé scalpitante per nitidezza di interpretazione e verticalità al palato. Naso floreale, di biancospino, e di frutta a polpa verde, mela in testa, con bellissima freschezza. La bollicina al palato è netta, scolpita, con ottima croccantezza ed altrettanto pulita, memorabile, mineralità.
ROSATO
8.CANTINE GUIDI
TOSCANA IGT DALIAE ROSATO

Una cantina familiare risalente al 1929, che ha appena festeggiato l’arrivo della quinta generazione, una sede produttiva, a Poggibonsi, e due tenute, una a San Gimignano e l’altra a Barberino val d’Elsa, 35 ettari totali vitati a Sangiovese e Vernaccia, ma anche Merlot e Cabernet Sauvignon. Questo, in particolare, un blend di Sangiovese vinificato in bianco e Chardonnay, affinato in solo acciaio. Naso di rosa selvatica, con tocchi di fragolina di bosco e maggiorana. La bocca è iodato-salmastra, di bella persistenza, con ritorno agrumato.
DOLCE
9.I SABBIONI
VINO ROSSO PASSITO TATÙ 2019

Dalle sabbie gialle (per la precisione Molasse del Messiniano) di Oriolo, collocate nelle colline tra Faenza e Forlì, un’esperienza vinicola di grande peculiarità, caratterizzata dalla classica tempra sapido-salata dei prodotti. Questo, un Sangiovese Passito vinificato in bianco dalla zona di Castiglione di Forlì, rendimenti ridottissimi per una vera e propria chicca: visciole al naso, con tocchi balsamici e di buccia di arancia sanguinella. Tannini iodati alla bocca, con finale mentolato e sulle note della liquirizia.
NATURALE
10.JOSKO GRAVNER
VENEZIA GIULIA IGT RIBOLLA GIALLA 2013

Per tutti coloro che ‘masticano’ i vini naturali, è indubbio, Josko Gravner è una sorta di totem: un precursore visionario dei vini ‘orange’, il primo ad usare il metodo tradizionale georgiano in kvevri per la vinificazione. Ma è soprattutto la capacità di trasmettere, prima e meglio di altri, l’esperienza spirituale, oltre che emotivo-estetica, sottesa al fare vino. Molti anni dopo la sua Ribolla Gialla è ancora un modello, un vino a tratti spiazzante: nespola, fico, tocchi di maggiorana, densità e tensione alla bocca, salmastro-sapida, finale di eucalipto, lunghissimo.