Week End Wine

L’incontro perfetto fra Merlot e Sangiovese: Siepi, il capolavoro in bottiglia della famiglia Mazzei a Castellina in Chianti

di:
Marco Colognese
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Copertina Siepi Famiglia Mazzei

Siepi Toscana IGT 2019- Castello di Fonterutoli

L'azienda


Per capire un vigneto bisogna vederlo, percorrerlo: così cerco il più possibile di stare fuori, perché un’azienda la conosci se ci si cammina”. Gionata Pulignani nasce agronomo e, racconta, “sono stato fortunatissimo poi a occuparmi di vino. Sono arrivato qui nel 2000”. Ce lo racconta mentre, sul fare di un tramonto che rende la luce potentemente suggestiva, esploriamo Siepi, capolavoro di paesaggio vitato e vigneto storico di Castellina in Chianti, parte dell’antica proprietà del Castello di Fonterutoli, prima di raggiungere Filippo e Giovanni Mazzei per degustare quella grande espressione di vino che del luogo porta il nome.


Castello di Fonterutoli


È Lapo Mazzei, erede di una nobile famiglia che dal XI secolo è legata alla Toscana e al vino, a idearlo nel 1992: il suo omonimo avo Ser Lapo Mazzei è colui che nel 1398 redige il primo documento noto per l’uso della denominazione “Chianti”; nel 1435 sua nipote Madonna Smeralda Mazzei sposa Piero di Agnolo da Fonterutoli e la tenuta diventa patrimonio della famiglia. Da quei tempi sono passate ventiquattro generazioni. Siepi, nella parte più occidentale della proprietà, è un podere a parte.

Giovanni Mazzei


Filippo, Francesco, Giovanni Mazzei- Castello di Fonterutoli


Continua Pulignani: “Per arrivarci con un trattore dalla sede dell’azienda ci si mette mediamente quarantacinque minuti; qui si trovano terreni molto evoluti con presenza di argille plioceniche frammiste all’alberese che è la roccia principale e arriva dal disfacimento del Monte Morello. I terreni sono più profondi rispetto al resto della proprietà e questo dà caratteristiche differenti alle uve, in particolar modo al Merlot, ma anche al Sangiovese, con una maggiore ritenzione idrica: anche nelle annate di grandissimo caldo non si sono mai viste vere sofferenze e i vini sono tendenzialmente molto più strutturati rispetto ad altre zone, a parità di clone e altitudine.


Le piante germogliano due settimane prima rispetto agli altri versanti; le brezze che arrivano da ovest creano un clima mite e il fitto bosco che circonda i vigneti fa da utile barriera. È quindi una combinazione di fattori particolarmente felice quella che consente anche negli ultimi anni di guardare con meno preoccupazione ai cambiamenti climatici che incombono, con le viti di Siepi protette dall’aridità e uve che garantiscono ancora una notevolissima freschezza.


Il vino


Siepi, il vino, è fatto di Sangiovese e Merlot: il primo arriva dagli appezzamenti noti come Vallone e Poggione, 3,1 ettari, mentre il secondo dai 2,9 della parcella centrale chiamata Il Piano. Se il Sangiovese si esprimeva con una particolare brillantezza e complessità date da un terroir ideale, il Merlot fin dalle origini aveva delle caratteristiche che qui definiscono “chianteggianti”: più verticale e dalla rotondità meno spiccata senza perdere i tratti varietali. Ecco perché Lapo Mazzei decise di creare un blend bilanciato con metà dell’uno e metà dell’altro, per far arrivare nello stesso calice eleganza e potenza. Dal 2006 il regime di coltivazione è il biologico, con i trattamenti minimi necessari al rispetto della pianta con zolfo e rame solo se serve, proteggendo il microbioma del vigneto.


Il sistema di allevamento che prevale è il Guyot; a Siepi, però, per pochi filari di Sangiovese è stato introdotto il sistema “a palmetta”, in modo tale da ridurre la produzione e allo stesso tempo aiutare la pianta nelle annate calde grazie alla distanza inferiore tra suolo e grappolo e alla maggior vicinanza degli acini al cordone centrale. La concimazione avviene con materia organico, i sovesci con favino e multifloreale e la vendemmia è effettuata a mano. I grappoli arrivano in cantina dove subiscono una selezione ulteriore oltre a quella in vigna per usare solo acini perfetti. Una volta effettuata la diraspatura, inizia il processo di vinificazione ‘a caduta’.


La fermentazione con lieviti autoctoni, parcella per parcella, avviene in tini troncoconici. Sangiovese e Merlot sono gestiti separatamente, sia inizialmente sia poi nell’affinamento in piccole botti di rovere. Il primo va in tonneaux da 500 litri e il secondo in barriques. Trascorrono 18 mesi tra vinificazione e maturazione ed è allora che si forma il blend al 50% di ciascuna uva: una fase fondamentale questa, che vede impegnata la famiglia insieme alla squadra tecnica per l’assaggio delle parcelle che trovano la fusione e l’equilibrio ideali riposando in vasche di cemento per altri quattro mesi. Una volta affinato in bottiglia, Siepi va in anteprima sulla Place de Bordeaux: accade dal 2015.


L’annata del 2019 all’assaggio si è rivelata notevole, grazie a una vendemmia che durante la conversazione con Filippo e Giovanni Mazzei è stata definita ‘grande’, con le due settimane precedenti che hanno visto un’escursione termica tra i 15 e i 18 °C tra giorno e notte. Un vino che riesce a conciliare finezza e potenza e garantisce una notevolissima potenzialità di invecchiamento. Il naso è di estrema eleganza, tra note di piccoli frutti rossi e amarena, prugna e una sfumatura di cioccolato amaro e tabacco; in bocca è di grande intensità, con un corpo di sostanza, morbido e profondo e fini tannini maturi. Il finale è lunghissimo, come la vita che lo attende.

Indirizzo


MARCHESI MAZZEI SPA AGRICOLA

Via Ottone III di Sassonia n°5, Loc. Fonterutoli- I-53011 Castellina in Chianti (SI)


Tel: +39 0577 73571


Email: mazzei@mazzei.it


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