I 10 vini della settimana di Luca Gardini
Primo numero - 25 gennaio 2021
L’Italia è un caleidoscopio incredibilmente vario di colori, odori e sapori, che nella viticoltura raggiunge una delle sue incarnazioni maggiormente virtuose. Questa settimana inauguro il mio personale itinerario in dieci tappe tra le eccellenze enoiche italiane. Buon viaggio!
Rossi
1. Le Potazzine
Brunello di Montalcino 2017

Montalcino è un insieme di inestimabile valore vitivinicolo, che sta contribuendo decisivamente alla consacrazione della nostra viticoltura a livello internazionale. L’annata 2017, se vogliamo, è l’affermazione di un brand territoriale di grandissima omogeneità. Uno dei prodotti più sorprendenti è proprio il Brunello dal progetto di sostenibilità di Gigliola Giannelli. Ribes rosso, tocchi di liquerizia e frutto di cappero, buccia di arancia rossa, finale con tannini salmastro-sapidi e persistenza lunghissima.
2. Feudo Maccari
Sicilia DOC Saia 2018

La ‘casa’ siciliana della famiglia Moretti, che nella bellezza mozzafiato della Val di Noto afferma gli stessi principi che contribuiscono al successo di Tenuta Sette Ponti, conferma qui una vocazione dedicata ai territoriali, proposti in versioni spettacolarmente ricche. Questo Nero d’Avola in purezza è ormai un punto fermo della produzione. Intenso ed elegante al naso, con sentori di more, viole e tocchi di ginepro in chiusura. Compatto e succoso al palato con tannini spessi, ritorni fruttati e una lunga scia sapida.
3. Argiolas
Isola Dei Nuraghi IGT Turriga 2017

Un vino incredibile, una delle creazioni più alte di quel genio enologico che è stato Giacomo Tachis, nel tempo trasformatosi nel vino-simbolo di una cantina diventata punto di riferimento della viticoltura sarda. Siamo a Serdiana, Sud dell’isola, centro della regione storica del Parteòlla. Cannonau, Carignano, Bovale e Malvasia Nera, 24 mesi in barrique, naso di piccoli frutti neri, more e mirtilli, tocchi di alloro fresco, finale di noce moscata. Speziata anche la bocca, con tannini salmastri, bella succosità e persistenza di beva.
Bianchi
4. Specogna
Friuli Colli Orientali DOC Pinot Grigio Ramato Riserva 2018

Il Friuli di Cristian e Michele, terza generazione di cantina Specogna, è tutto in quei 22 ettari coltivati con (grande) passione e dedizione a Corno di Rosazzo, provincia di Udine. Questo Pinot Grigio Ramato Riserva è la sintesi di un lungo e accurato lavoro che restituisce un vitigno straordinario in un territorio unico. È di tipico colore ramato, particolarmente brillante e luminoso. Al naso sentori di albicocca, ribes e piccoli fiori bianchi. In bocca è compatto e sapido. Sul finale, intenso e persistente ritornano note di zenzero e tocchi agrumati.
5. Broglia
Gavi di Gavi DOCG Bruno Broglia 2018

Prodotto da uve Cortese in purezza, il Gavi è un vino sorprendente, fresco, sapido e finissimo. La famiglia Broglia lo coltiva fin dal 1972, su marne calcaree dall’ottima esposizione, a 350 metri slm. Ora, arrivati alla terza generazione, il sogno iniziale è ancora vivissimo. Grande attenzione in vigna, vinificazioni essenziali e di precisione, l’intenzione di rendere il territorio nella maniera più completa possibile. L’etichetta-simbolo è questa: tenuta La Meirana, naso nitido, frutta dalla polpa bianca e biancospino, bocca raffinata, intensa e croccante, persistenza lunghissima.
Bollicine
6.Chiara Ziliani
Franciacorta DOCG Brut Noir Ziliani C 2017

Una delle più recenti e piacevoli sorprese della nouvelle vague franciacortina, proprio Chiara, un futuro già scritto da architetto, poi folgorata, anche lei, sulla via di Diòniso. Provaglio d'Iseo, cuore pulsante della Franciacorta, a circa 240 metri s.l.m. Questo, un Pinot Nero in purezza, 36 mesi sui lieviti, esempio di grande controllo della materia prima e della pulizia di fattura di casa. Al naso mostra sentori di lampone, poi foglia di pepe, con tocchi di eucalipto in chiusura. In bocca è denso e denso, sapido, esaltato da una piacevole acidità. Grande persistenza.
7. Cleto Chiarli
Lambrusco di Sorbara DOC Lambrusco del Fondatore 2020

Ormai più di 150 anni di storia per la cantina di Castelvetro di Modena, sempre un passo avanti nella valorizzazione delle varietà regine del modenese, ovverosia Sorbara e Grasparossa, con esiti di qualità ragguardevole fin dall’inizio del secolo scorso. Qui un Sorbara in purezza da località Sozzigalli, dalla fattura sempre magistrale, per un’etichetta ormai iconica. Naso di lampone, con tocchi di sottobosco e di foglia di pepe, con finale mentolato, bocca succosa, salmastra, chiusura con ritorno officinale-mentolato.
Naturali
8. Selva Capuzza
Bianco Selva Capuzza 2020

Lo splendido anfiteatro morenico a sud del Garda, con i suoi terreni ricchi in argille e ciottoli ed allietati dalla tiepida brezza del lago, fanno da scenario a questo pregevole progetto enoico che ormai ha superato il secolo di età. Una trentina di ettari in conduzione sostenibile e convinzioni di cantina antinterventiste, per questo blend di uve bianche dall’impronta artigianale. Naso di zest di cedro, prugna gialla in confettura e salvia limonata. Bocca di densità e tensione, con grande croccantezza e salmastra. Finale persistente.
Dolci
9. Marco de Bartoli
Passito di Pantelleria DOC Bukkuram Sole d'Agosto 2019

Nonostante la scomparsa dell’indimenticabile fondatore, i figli Josephine, Renato e Sebastiano proseguono sulla falsariga dell’esempio del padre. Lo testimonia questa eccellente referenza. Siamo a Contrada di Bukkuram, isola di Pantelleria. Uno Zibibbo 100% dall’artigianato unico per sapienza ed esiti. Uve appassite parte in pianta parte al sole, poi acciaio e barrique. Incredibile al naso, iodato, di zenzero e spezie orientali. Bocca sapida, fresca, croccante e persistente, perfetto sia con i dolci che, come tutti i manufatti di casa, a tutto pasto.
Rosati
10. Tormaresca
Salento IGT Calafurìa Rosato 2021

La splendida ‘casa’ pugliese di Marchesi Antinori a due passi da Bari, una tenuta in realtà composita, 130 ettari collocati a Bocca di Lupo, nelle Murge, con suoli tufacei e forti escursioni termiche, e ben 350 ettari a due passi dal mare, Masseria Maime nell’Alto Salento. Questo, un Negroamaro 100% in versione rosata davvero magistrale, lavorato in solo acciaio. Fragolina di bosco al naso, con tocchi di timo cedrino e fiori di zagara, la bocca è succosa e iodata, il finale ha ritorno fruttato e persistenza.