Weekend Wine

Il bianco dedicato all’uomo che ha rivoluzionato la viticoltura friulana: Mario Schiopetto, dono prezioso delle migliori annate

di:
Marco Colognese
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Schiopetto copertina 2

L'azienda

Ci sono aziende vinicole i cui creatori hanno cambiato il corso di eventi e mercato. Le loro storie sono inevitabilmente quelle di uomini i quali, anche senza la consapevolezza di quanto le loro azioni avrebbero inciso sul futuro, si sono mossi sulla base di un istinto superiore. È accaduto anche a Mario Schiopetto.


Nato nel 1930 e cresciuto letteralmente dentro l’osteria di famiglia, prima di prenderne le redini fa i mestieri più disparati, come il pompiere e il camionista. La smisurata passione per il mondo enologico nasce dando una mano al padre nella selezione dei vini: così si snoda un percorso che lo vedrà prima grande vignaiolo e poi maestro per molti nomi importanti di quello che diventerà a tutti gli effetti il suo mondo. È nel 1963 che inzia a dedicarsi alla produzione, mentre nel 1965, con la nascita del primo Tocai in purezza, dà l’avvio a quella che si può definire l’era del bianco friulano moderno.


Nel frattempo, viaggia tra Europa e Stati Uniti con Luigi Veronelli e collabora con il professor Spath in Germania per cercare nuovi metodi di produzione e vinificazione. Negli anni ’80 è nel Gotha dei produttori italiani, tra i quali, per citarne solo alcuni, ci sono uomini come Angelo Gaja, Piero Antinori, Giacomo Bologna e Niccolò Incisa della Rocchetta. Ancora, Schiopetto è il primo a mettere a dimora un vigneto ad alta densità, a creare vigneti “misti” con impianti di diverse varietà per dar vita ai blend in vigna; intuendo che i grappoli andavano raccolti a perfetta maturazione, ha messo in discussione la tradizione consolidata anticipando i tempi della vendemmia.


L’azienda, dal 2014, è in mano alla famiglia Rotolo - proprietaria anche della cantina Volpe Pasini - che continua l’attività nei vigneti attorno a quello che era stato il Palazzo Arcivescovile della curia a Capriva del Friuli, sui terreni di ponca, la tipica marna di quest’area composta prevalentemente da calcare e argilla.



Ci racconta Alessandro, classe 1994: “Prendere in mano l’eredità di una persona che ha rivoluzionato la viticoltura è un onere ma anche un onore. Siamo entrati in questa azienda in punta di piedi, perché ogni angolo di queste mura trasuda tradizione e storia. Il signor Mario è stata una figura molto importante per il Collio e per il vino italiano, un vero fondatore di quella che è stata la moderna interpretazione dei bianchi nel nostro paese. Quindi è sempre ancora molto emozionante varcare la soglia della cantina. E bisogna farsi una decina di bagni d’umiltà quando si approcciano macchine e processi produttivi qui dentro.



Ecco perché ogni giorno io e mio padre portiamo avanti questa realtà guardando insieme alle radici dell’azienda e allo stesso tempo proiettandola in quella che è la nostra idea di futuro, anche implementando le tecnologie più moderne per continuare a fare i vini con la stessa filosofia di Mario Schiopetto.” Di fatto, l’idea è quella di produrre vini di grande pulizia esecutiva, mai opulenti: “Schiopetto non ha mai pensato di realizzare prodotti ad alta alcolicità, anche negli anni ’90 quando magari era una pratica di moda. Gli piacevano i vini eleganti, austeri e algidi, che potessero esprimere il loro potenziale nel tempo. Oggi, con le temperature che si sono alzate, siamo costretti ad anticipare ancora la vendemmia per mantenere questo stile imperniato sulla freschezza.”


Da poco, sul fronte dell’accoglienza, è stata inaugurata anche l’Osteria Al Pompiere. “Abbiamo voluto crearla in memoria dello storico locale della famiglia Schiopetto da dove per altro il signor Mario è partito: si trova proprio nel cuore dei vigneti a Capriva. Si possono fare dei percorsi degustazione, mangiare prodotti del territorio in abbinamento ai vini, soggiornare nelle 4 camere oppure fare una piacevole passeggiata tra le vigne ed intorno al lago che abbiamo integralmente ristrutturato.”

Il vino

A proposito di degustazioni, ci è piaciuto moltissimo il Mario Schiopetto, identificato dalla grande M in etichetta, il vino di punta che in azienda è noto come “Il Mario” e ne rappresenta la espressione più alta. Le uve sono in massima parte di Friulano, da vigne impiantate dalla Curia di Gorizia nel 1954. C’è anche un 5% di Riesling dal versante della proprietà esposto a sud. Viene vinificato in acciaio dove sosta nove mesi prima di affinare in bottiglia per altri sei. Esce soltanto nelle annate considerate le migliori.


L’espressività del Friulano e la complessa mineralità del Riesling si uniscono prima di sorseggiarlo in sentori di frutta matura, erbe officinali e mandorla sul finale. In bocca si rivela pieno, ricco ma sempre leggiadro e armonico. Per primi piatti, pesci e carni bianche è ideale. Di grande personalità, come l’uomo a cui è dedicato.




Indirizzo

Azienda Mario Schiopetto

Via Palazzo Arcivescovile 1- 34070 Capriva del Friuli (GO)

Tel: +39 0481 80332


E-mail: azienda@schiopetto.it


Sito Web

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