La Storia
La storia di Anchor Brewing Company
Nella seconda metà del 19° secolo i birrai americani, in gran parte di scuola tedesca, utilizzavano ampie vasche di fermentazione posizionate nei sottotetti dei birrifici dove, durante la notte, la temperatura del mosto calava a sufficienza per consentire l’attività dei lieviti da bassa fermentazione delle lager richieste dal mercato. Lavorando comunque a temperature più elevate che di norma i lieviti consentivano lo sviluppo di piacevoli sentori fruttati, più accattivanti rispetto ad una lager classica. Queste birre erano particolarmente apprezzate anche per la fine ed abbondante carbonatura che si otteneva grazie all’aggiunta di piccole quantità di mosto non fermentato al termine della fermentazione, prima del riempimento dei fusti.


L’origine del nome “steam beer” potrebbe riferirsi proprio all’abbondante CO2 che si sviluppava all’apertura dei fusti o alla grande quantità di vapore che si liberava quando il mosto caldo veniva versato nelle grandi vasche di fermentazione aperte.

La Anchor Brewing Company, attiva a San Francisco dal 1896, come riportato in etichetta, ha registrato il nome Steam Beer ed ha come stile di riferimento del BJCP (Beer Judge Certification Program www.bjcp.org) il “California Common Beer” che contempla nella ricetta malti chiari, con piccole aggiunte di malti tostati, e luppolo Northern Brewer che conferisce piacevoli note di frutta matura piuttosto che le abituali sensazioni agrumate degli altri luppoli americani.
Le Birre

La Anchor Steam Beer che degustiamo oggi si presenta ambrata e sormontata da una schiuma color panna, spessa e molto persistente. L’aroma è di malto e miele, frutta matura, nocciola e cioccolato. La nota secca e amaricante del luppolo caratterizza il lungo e piacevole finale di bocca. La carbonatura è netta ma finissima. Il corpo è medio e l’alcol limitato a 4,8% per una bevuta fresca ed appagante.