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Il Messico in un sorso: Margarita, storia e ricetta del celebre cocktail a base di tequila

di:
Giovanni Angelucci
|
Margarita BV club Milano 9

Il cocktail

Sono diverse le versioni sulla paternità del cocktail nazionale messicano. Di certo, però, si sa che nasce negli anni ‘40 utilizzando la tequila, e che la traduzione della parola latina margarita vuol dire “perla”. Rientra nella categoria dei “sour” e il suo carattere esotico ricorda luoghi lontani che fanno sognare e che conducono attraverso un viaggio dai risvolti accattivanti.



Per scoprirne i segreti, l’essenza e i modi in cui esaltarlo, diamo voce a una sorpresa del mondo del bar, (almeno per chi scrive): Carola Abrate, una barlady eccellente, un portento dietro al bancone, una professionista elegante e metodica in grado di ipnotizzare chi la osserva lavorare.

Crediti Sabina Yausheva



Torinese classe’92, si è trasferita ad aprile in quella che dice di considerare la New York italiana: Milano. Attualmente lavora al BV Club all’interno di CERA, il nuovo locale di Bruno Vanzan nella centrale Via Sirtori 34, dopo esser stata tanto voluta da Mario Farulla, che qui è general manager.

Crediti Sabina Yausheva


Un bar che punta a diventare il riferimento del bere bene milanese tra ospitalità, qualità indiscussa, passione e savoir-faire, a partire dal bancone di 17 metri e mezzo in cui va in scena, ogni giorno, l’arte della miscelazione. Un luogo, altresì, scelto dai protagonisti della bar industry per incontri e degustazioni, come la recente presentazione delle nuove referenze da parte dell’azienda leader nell’importazione e distribuzione Rinaldi 1957.

Crediti Sabina Yausheva


Mi sento una Margarita addicted per svariati motivi. In tutte le storie inventate su di esso, che oscillano tra il 1936 ed il 1948, c’è sempre di mezzo una donna, per me da sempre simbolo di eleganza, versatilità ed infinita bellezza, così come il drink”, recita Carola.

Crediti Sabina Yausheva


Il Margarita è indubbiamente uno dei cocktail che può vantare un successo planetario, tanto da avere anche la propria giornata dedicata: l’International Margarita Day celebrato ogni 22 febbraio.

Crediti Sabina Yausheva


Dai bar messicani di Tijuana, in cui veniva bevuto già negli anni ’30, è giunto sino ad oggi con un’identità mai così rafforzata, mantenendo sempre la sua composizione: tequila, succo di lime, triple sec e sale sul bordo dell’iconica coppa a forma di sombrero.


Oltre che territoriali, gli ingredienti sono rimasti tali anche per la loro funzionalità nel drink: la tequila per spinta e profilo gusto-olfattivo, il limone per l’acidità, il liquore trasparente aromatizzato all'arancia per ammorbidire e bilanciare, infine il sale come esaltatore di aromi e bilanciamento con la spalla acida del lime.

La ricetta

La ricetta classica del portentoso Margarita prevede:


40ml di tequila

10ml di cointreau

10ml di succo fresco di lime

1/2 crusta di sale maldon


Ma qual è la ricetta perfetta del Margarita? “Come ogni drink non c’è una ricetta perfetta, se non quella che si cuce addosso a chi beve. Non esiste per me giusto e sbagliato. Un po’ come l’arte. Ritengo che sia il fare che il bere cocktail sia una forma d’arte da ricordare”, spiega Carola.

Crediti Sabina Yausheva

Da questo pensiero arriva la sua personale ricetta del Margarita:


45ml di tequila reposado (Los Tres Tonos, distribuita in esclusiva da Rinaldi 1957)

20ml di dry curaçao

25ml di lime fresco

Crusta sale maldon




Indirizzo

BV Club Milano

Via G. Sirtori, 34 – 20129 Milano

Tel: 02 36575270

Sito Web

Wine Reporter

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