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L’inizio della primavera ha portato una bella novità nel mondo vinicolo: è stata infatti presentata l’annata 2017 di Ao Yun.
Questo è un vino particolare, una realtà unica nel suo genere proveniente da una cantina situata all’incredibile altezza di 2.600 metri sul livello del mare, nella provincia cinese dello Yunnan, una zona nota per il tè. Qui, un team di viticoltori cinesi collabora con 120 famiglie di agricoltori di montagna per fare in modo che anche l’Himalaya possa avere la sua bandierina sulla mappa mondiale del vino.

“Una sensazione di freschezza, un sorso vellutato che simboleggia l’evoluzione di un vino prodotto in un territorio dal clima a dir poco impegnativo”, questa la descrizione della nuova annata.

Ao Yun (“Fluttuare sopra le nuvole” la traduzione del nome) è il primo Grand Cru dell’Himalaya, un vino dall’origine avventurosa. All’inizio del 2008 Estates & Wines − divisione vinicola di Moët Hennessy − ha chiesto a Tony Jordan, enologo e scienziato australiano, di effettuare delle ricerche in alcune zone della Cina per individuare un terroir che potesse consentire di dar vita ad un prodotto unico nel suo genere. Dopo 4 anni, nonostante le innumerevoli avversità, è giunto nel nord dello Yunnan, trovando un microclima ideale nel villaggio di Adong e nel 2012 Maxence Dulou, enologo di Bordeaux, si è unito a lui per collaborare al progetto.
Il territorio è caratterizzato da un’altitudine che porta con sé un clima particolarmente impegnativo, che ha causato grandi difficoltà nel 2017. Infatti, a un inverno caldo e secco è seguita una primavera fresca e un’estate fin troppo umida, condizioni queste che hanno comportato un ritardo nella crescita delle viti.

Le giuste temperature si verificano solo nella finestra temporale autunnale ma, nonostante la probante sfida il team è soddisfatto dei risultati ottenuti: “Il clima e i nuovi metodi di lavoro, ottimizzati per il terroir in oggetto, hanno portato un raccolto generoso, con uve forti e mature. Le condizioni climatiche consentono un interessante sviluppo di tannini e aromi, senza incorrere nel pericolo rappresentato dall’ossidazione, e preservando freschezza e potenziale di invecchiamento”.
Le particolarità di questo progetto non sono rappresentate solo dal clima: trovarsi a 2.600 metri di altitudine comporta condizioni particolari anche in cantina, posizionata in un seminterrato, e caratterizzata dalla presenza del 25% di ossigeno in meno, un dato che influisce sulla percezione del gusto. Per questo motivo, la degustazione necessaria per determinare il preciso blend dell’Ao Yun 2017 si è svolta ad Hong Kong, al livello del mare.

I migliori lotti di vino sono stati selezionati e fatti successivamente maturare per 14 mesi in botti di rovere, di cui il 40% nuove ed il 60% più vecchie. Ne è scaturito un vino dal colore scuro e dagli aromi di frutta nera fresca, selvaggina, sottobosco autunnale, e che al palato risultato più strutturato e rotondo rispetto alle annate precedenti, anche grazie ad una minima aggiunta di Merlot e ad una ulteriore nota vellutata, seguita dal lungo e sapido finale minerale tipico di Ao Yun.
Fonte: Rollingpin