La Storia
Quelli che viviamo sono tempi di incertezza, sono tempi di profonda solitudine sociale, eppure alle volte, in quei pochi sprazzi di liberta amiamo complicarci la vita.Come? Direte voi, con le mode e con le nuove tendenze che non sempre ci fanno godere delle nostre tavolate imbandite.
Ossidati, aranciati, naturali e biodinamici, sono queste le nuove tendenze oramai da un po’ di tempo, ma attenzione a vini troppo cerebrali!

Attenzione alla “sindrome della mineralità”, che a tutt’oggi è una diagnosi molto pericolosa, ovvero quella voglia di cercare ed interpretare il sentore sconosciuto che pian piano diventa un dovere, quasi un obbligo morale che fa inevitabilmente inclinare di aspettative e piacevolezza una cena.

Prenoto, si arriva al ristorante, pranzo o cena che sia, la compagnia è di eccezionale livello, lei è bellissima, affascinante, incantevole, ma (musica di suspense) scelgo di ordinare una bottiglia di cui ho sentito solo parlare, l’ha bevuta Marco il mio amico odontotecnico, gliela aveva consigliata Luca suo cognato avvocato che l’aveva ricevuta in dono da Lorena il primario dell’ospedale e qui l’attesa mi emoziona…

Alzo la mano (come nelle migliori maison) per chiamare il sommelier, che con fare cauto ma attento si avvicina al tavolo: “prego come posso aiutarla?” Mi chiede il cameriere, “mi avevano consigliato questo vino qui, può portarmelo?” Con fare ancora più da tecnico mi chiede, “è un orange wine lo ha mai bevuto?“ Gli rispondo con aria da pavone sul palco in bella mostra: “ma certo lo conosco bene!” A questa mia risposta scorgo lo sguardo stupito e di ammirazione della donna incantevole che mi ha accompagnato…

Il sommelier arriva, versa il vino nel mio calice ampio e con immensa gioia alla prima olfazione rimango attonito, nella mia mente era fruttato, floreale con retrogusto abboccato e sicuramente minerale! Ed invece al mio grande sorriso mentale segue una domanda indissolubile: le piacerà? Dopo il mio benestare il sommelier mesce il vino anche alla mia signora e li, tutta la mia enfasi mostrata al sorso dell’assaggio, svanisce sul volto di quella splendida creatura femminile che ho di fronte a me…
“Scusami caro - mi dice lei - ma questo vino ha un profumo strano?” Ed io da tecnico della guida della serie, Wine for Dummies, esclamo: “si cara è stallatico!” Lei chiede un calice di champagne.

Ecco che, non sempre tutto quello che ci viene presentato come il vino da provare almeno una volta nella vita, è davvero il vino da provare almeno una volta nella vita! Il vino infatti è seria complessità, tecnica ed armonia, ma soprattutto è, e deve essere piacevole, per meglio dire, deve piacere!
Il morale in questa breve storia è semplice, forse complesso, direi quasi Minerale!