Se tante strutture di lusso vantano il tutto esaurito, nonostante i venti di guerra, è per la domanda compressa in pandemia. Ma il recente passato si fa sentire anche nelle nuove istanze di naturalezza, benessere oltre la spa e sicurezza al buffet.
La notizia
I dati ufficiali ci metteranno un po’ ad arrivare, ma chi volesse farsi un’idea dell’andamento della stagione turistica internazionale può abbozzare una risposta varcando la soglia di qualche struttura, meglio se parte di una grande catena. Jennie Toh, per esempio, è vicepresidente per il marketing e il management di Marriott International per l’Asia Pacifico, catena che comprende come una matrioska oltre al brand omonimo anche The Ritz Carlton, Edition, W Hotel, The Luxury Collection, Bulgari e St. Regis.Toh trascorre metà del suo tempo in viaggio, da una destinazione all’altra, e tiene così il polso di gran parte delle strutture continentali, gestendo il 40% dei 900 alberghi Marriott in Asia (circa 360). “Le vendite sono previste in aumento in tutte le case di lusso e la ricerca online per hotel di alta gamma è ai suoi massimi dal 2006. Stiamo prendendo slancio verso la ripresa. Il nostro tasso di occupazione è risalito al 64%, con la percentuale media giornaliera in ascesa di un impressionante 5% rispetto al mese di marzo del 2019. Le persone in questo momento hanno voglia di spendere di più a causa della domanda compressa che si sta rilasciando in tutto il mondo, soprattutto in questa parte del continente asiatico”. Numeri inequivocabili, tanto che la catena prosegue la sua marcia di espansione, con un’inaugurazione prevista a stretto giro in quel di Jeju, Corea, sotto il segno del benessere.
L’area dell’Asia Pacifico, in particolare, conta 18 dei 69 paesi dove è presente il gruppo e vanta un turismo di lusso in grande crescita. Perfino la clientela business, nota Toh, ha deciso di prolungarvi i suoi soggiorni, cogliendo l’occasione degli spostamenti d’affari per viaggiare, dopo due anni di laccioli e restrizioni. Ma in generale i più hanno stilato nelle more della pandemia una lista dei desideri che intendono pian piano realizzare, comprendente le destinazioni dei sogni, che si aggiungono a quelle familiari dove vogliono tornare. L’attenzione è cresciuta sulla ricerca di esperienze sempre più autentiche e radicate nel contesto, focalizzate sulla salute, sul relax e sul wellbeing, oltre il concetto di spa. Ma la pandemia ha lasciato traccia di sé anche in nuove esigenze. Per esempio, c’è ancora richiesta di buffet, soprattutto per la clientela business, ma vengono approntati con porzioni individuali e menu geolocalizzati.
Fonte: Forbes
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