Un ex ovile rigenerato tra orti biologici, cucina a km zero e ospitalità sensoriale nella campagna romana di Fregene.
A pochi chilometri da Roma (e dal mare), tra le case rosse e i platani dell’agro romano, sorge una residenza agricola che unisce sostenibilità, cucina di terra e accoglienza sensoriale. L’idea venne dieci anni fa a Raffaello Coletta, uomo pragmatico e di inventiva, già noto nella zona per lo stabilimento balneare Controvento. Il progetto iniziò a delinearsi nella mente per il forte desiderio di dare forma a un’accoglienza composta: più intima, lontana dal tipico caos balneare. Nacque così Santa Lucia Maccarese, in uno dei più vasti e storici comprensori agricoli italiani – Azienda Maccarese - e immersa in una riserva che abbraccia 3.200 ettari lungo il litorale romano.
Il cuore della struttura è un ex ovile recuperato con sensibilità e rispetto, seguendo i principi della bioarchitettura. Il progetto, firmato dall’architetta Sara Lollini, conserva l’anima rurale originaria: mattoni a vista, geometrie essenziali, infissi in legno e il tipico rosso pompeiano delle case coloniche. Tutto intorno, la natura: 6.000 mq di orto biologico, un’area dedicata alla coltivazione del grano, un ettaro di ulivi da cui si estrae olio extravergine e infinite erbe aromatiche. Qui l’aria profuma di fieno, rosmarino e fiori.
Etica green e autosufficienza: una sostenibilità tangibile
Santa Lucia è certamente una struttura eco-friendly, ma è soprattutto un esempio di efficienza energetica e di economia circolare applicata al turismo. Ad oggi infatti, dal punto di vista energetico, è sostenuta in toto da un impianto fotovoltaico basato sulla “comunità” e sullo zero sprechi. L’energia prodotta si inserisce all’interno della comunità che, a sua volta, riutilizza quella in esubero per altre aziende, con cui condividono naturalmente gli stessi principi.
Una sorta di “No Waste” dell’energia. Inoltre, l’acqua calda viene generata da pannelli solari termici, i sistemi domotici riducono i consumi e le piscine – con acqua salata – minimizzano l’uso di prodotti chimici. Nulla si spreca: scarti di cucina, potature e sfalci diventano compost per l’orto, mentre gli ospiti possono ricaricare l’auto elettrica nel parcheggio. A chi desidera portare a casa un po’ di questa terra, lo shop propone bio-box con prodotti dell’orto, olio, miele, grappe e gin con infuso agricolo oltre a bio-box interamente personalizzabili.
La cucina: orto e filiera corta a tavola
La cucina - affidata agli chef Daniele Iubei e Alessandro Squiqquero – lavora solo materie prime autoprodotte o di filiera corta. A pranzo la proposta è quella di un light lunch, ideale per gli ospiti (anche esterni) che desiderano godere delle piscine o del percorso spa: protagonisti assoluti sono i piatti vegetali, pensati per accompagnare una giornata di benessere, dalla tagliata di pomodori alla zucchina arrosto marinata. Il menu cambia di frequente, seguendo la disponibilità giornaliera dell’orto.
“Avere un menu che dipende dall’orto al 100% significa non poter garantire sempre gli stessi ingredienti in un piatto. Ma questo fa parte del gioco della natura” dice Raffaello. D’altronde, il fascino delle cucine naturali è proprio nella loro imprevedibilità. La sera l’esperienza diventa più articolata, concedendo una pausa un po' più lenta a tavola. Il mare è davvero vicino ma i piatti sono categoricamente di terra e parlano di campagna senza distrazioni. Si comincia con un piccolo entrée - bignè salato, ripieno di paté di fegatini di coniglio, guarnito da gel al limone; poi grissini integrali fatti in casa e cestino con focaccia calda e pani vari.
Tra gli antipasti, golosa è la zucchina nella sua interezza – pistillo alla scapece, fiore e il suo cuore – con sarde affumicate per smorzare la dolcezza; poi friggitelli dell’orto, fritti e marinati, con ricotta infornata e n’duja. Buone le paste fresche, dal tagliolino con ragù di coniglio, albicocche ed erbe aromatiche al plin ripieno di pollo e friggitelli dell’orto, stracciatella e battuto di olive. I secondi si rifanno alle carni selezionate dalla cooperativa limitrofa Testa di Lepre e si assaggia un buon filetto di maiale con melone in doppia consistenza, rucola fritta e ‘nduja. Il finale è un dolce nella sua concezione più classica.
Nessun “dolce non dolce” ma un fine pasto che sa di coccola, con un gusto delicato e soffice che forse ricorda più una merenda con il pan di spagna al miele farcito di crema cheesecake. Eppure, la composta di albicocche e il rosmarino, raccolto in giardino, ne danno un bel carattere, più elegante. Accanto gelato alla birra fatto in casa. Dalla prima all’ultima portata l’attenzione del Santa Lucia è per un pairing decisamente laziale, che arriva anche fino a Ponza e che predilige i piccoli produttori, raccontati in sala da Valentina Baroni.
Il ristorante si sviluppa tra spazi diversi e affascinanti: la sala interna in legno, il soppalco con cantina a vista, la vetrinetta con i salumi a stagionare lentamente, i dehors sulle due piscine e i tre bracieri interrati immersi nel verde, perfetti per cene a due sotto le stelle. Qui si può vivere un menu degustazione di cinque portate costruito su misura, da gustare tra conche di piante aromatiche, luci soffuse e fuoco vivo.
Soggiorno con benessere
Al piano di sopra otto camere, di cui tre suite, pensate per offrire comfort e silenzio. Gli interni sposano calore e semplicità, con il legno bianco a farla da padrone ed elementi di design dalle fibre naturali: ceste in paglia, tappeti in juta, cuscini, tende e tessuti di cotone naturale. Al mattino, si sceglie tra colazione dolce o salata: uova strapazzate con capocollo di loro produzione o un dolce del giorno; al centro frutta fresca e pan brioche con burro aromatizzato e marmellata.
Appena fuori, passando per l’ampia veranda, c’è la Garden spa, l’ultima arrivata. Un vero percorso di benessere progettato dall’architetto del Santa Lucia e realizzato interamente da artigiani locali: due eleganti strutture cubiche in acciaio corten richiamano il color del legno e accolgono una sauna e un bagno turco, con vista. Si, perché se da una parte c’è estrema privacy ed intimità, dall’altra si può godere di una vista sul giardino attraverso le pareti vetrate.
All’esterno, sotto un bel pergolato ad ombreggiare, la tinozza finlandese Kirami alimentata a legna. Tutto intorno decine e decine di piante aromatiche, banani, palme e i colori vividi della macchia mediterranea. Nell’area relax, avvolta dal rigoglioso giardino, si trova la piscina idromassaggio e uno spazio dove rilassarsi o gustare un aperitivo. Perché Santa Lucia insegna questo: l’essenza della campagna si può portare un po' ovunque. In una spa, in tavola ma anche in un buon gin tonic (agricolo).
CONTATTI
Via della Luna, 00054 - Fregene (RM);
Tel. 06 8540230;
