Al Feuerstein Nature Family Resort l'armonia con la natura si sposa con un design alpino sobrio ed elegante, creando un rifugio per tutta la famiglia. A guidare la proposta culinaria è lo Chef Andrea Moccia, la cui filosofia trova la sua massima espressione nel ristorante gourmet interno Artifex.
Foto dei piatti di Chiara Marando
Foto della struttura di Hannes Niederkofler
C'è un punto preciso, a 1250 metri di altitudine, nel cuore incontaminato e selvaggio della Val di Fleres, a nord dell’Alto Adige, dove l'aria invita ogni respiro a farsi più profondo. Più calmo. Più riflessivo. Ed è proprio lì, in quel punto, che anche lo sguardo si apre. Arrivare al Feuerstein Nature Family Resort non è una semplice sosta, ma un richiamo a rallentare.

Qui, le montagne circostanti sembrano sussurrare storie antiche, mentre la struttura pulsa di un’energia gentile e accogliente. Immerso in questo spettacolare scenario naturale, fatto di prati d’alta quota e una vasta rete di sentieri, il resort è il luogo ideale per catapultarsi lontano dalla routine quotidiana. E questo l’ho capito fin da subito, appena imboccata la stradina che conduce fino all’ingresso, costeggiando il torrente e passando accanto ai pascoli. Mi sono detta, “ok, da adesso la mente può liberarsi dal peso dei pensieri”. E in effetti, così è stato. Un weekend in famiglia, per la famiglia. Perché, altro aspetto che ho compreso immediatamente, il Feuerstein rappresenta la dimostrazione di quanto le esigenze, spesso contrapposte, del relax adulto e della gioia infantile possano trovare una sintesi perfetta.


L'ARCHITETTURA DEL RITORNO ALLE ORIGINI
L'essenza del Feuerstein è il frutto di una visione: quella dell'imprenditore altoatesino Peter Mader che, acquistando e trasformando un vecchio maso, ha realizzato un'opera votata a essere letteralmente un paradiso per i bambini e, allo stesso tempo, un luogo di benessere per i genitori. Il disegno architettonico, infatti, pur nelle sue dimensioni tutt’altro che ridotte, si integra rispettosamente con il paesaggio in modo sobrio ed elegante, lasciando che la natura rimanga protagonista.

Le ampie vetrate non sono semplici finestre, ma fungono da collegamento tra l’ambiente esterno e quello interno dal design alpino, portando la montagna negli spazi comuni e nelle ben 93 sistemazioni. Poi c’è la sostenibilità, non un vezzo, ma la realtà di una gestione che utilizza la sola legna locale per riscaldare – soluzione a zero emissioni di CO2 – e sceglie di avvalersi di aziende e realtà locali per rafforzare i cicli economici regionali.


IL REGNO DEI BIMBI
Se c’è una cosa che posso dire con assoluta certezza, è che il Feuerstein sia stato disegnato per fare felici i bimbi. E di conseguenza tutta la famiglia. Se lo si desidera, i giovani ospiti, accolti fin dal primo mese di età, sono seguiti quotidianamente da uno staff di circa 15 operatori. Tutti i giorni il programma di attività è assai nutrito, con la possibilità di usufruire di spazi vastissimi per l’apprendimento ludico: si va dal fienile dei giochi al laboratorio del legno, dall'atelier di pittura alla stimolante sala fango.

Poi l’esterno, con boschi e prati, un laghetto balneabile, un campo da calcio che d'inverno diventa pista di pattinaggio, e una montagnola per approcciarsi all’arrampicata. A far brillare gli occhi dei più piccoli, sicuramente della mia, è la Feuerstein Farm, dove i bambini possono imparare a trattare animali e natura responsabilmente, nutrendoli, curandoli e assistendo alla mungitura. E mentre i figli si divertono, i grandi si rilassano nella Mountain Spa, assaporando il beneficio delle energie primordiali alpine.
L’ANIMA GASTRONOMICA FIRMATA CHEF ANDREA MOCCIA

L'esperienza sensoriale al Feuerstein si completa a tavola, il recente arrivo in cucina dello Chef Andrea Moccia ha portato una brezza di cambiamento. Di origini campane, classe 1980, Moccia vanta una lunga esperienza in Trentino-Alto Adige, dove ha affinato doti e spinta creativa. Il suo è un percorso iniziato fin da piccolo, precocemente si potrebbe dire, perché già all’età di 14 anni si cimentava nella pasticceria di un amico: “saltavo la scuola e andavo a lavorare in laboratorio, ho iniziato così ad approcciarmi al mondo della cucina”.

La sua filosofia si basa sulla tradizione abbracciando, con consapevolezza e tecnica, le culture culinarie di tutto il mondo. Ama mettere in risalto gli ingredienti locali e la loro qualità, attingendo spesso a produttori della Val di Fleres per garantire freschezza e stagionalità, ma anche andando, se necessario, "fuori dai confini per rintracciare le migliori referenze". Una "cucina di impeto, di impatto", così la definisce lui stesso, dettata da una ricerca costante di originalità poiché, confessa “la mia più grande paura è quella di presentare un piatto banale, che non stimoli o incuriosisca”.

E questa ricerca di autenticità si riflette anche nell’approccio sostenibile che persegue con grande costanza. “Ho messo in moto un ciclo in grado di permettere di far avere una seconda vita ai prodotti utilizzati, non è solo una questione di risparmio economico ma proprio morale ed etica”. Oggi lo Chef segue l'intera proposta ristorativa, dalla colazione al pranzo fino alla cena, servita con un menu di cinque portate che varia ogni sera. C’è una cosa che tiene a precisare, nonostante il suo ruolo, ossia “non amo solo controllare o gestire, io devo mettere le mani in pasta”.
ARTIFEX: IL TEATRO DEL GUSTO INTIMO E GOURMET
Una espressione gastronomica che raggiunge il suo culmine nel ristorante gourmet Artifex, Stella Verde Michelin 2025. Un totale di quattro tavoli in uno spazio intimo e raccolto. Luce soffusa e montagne proprio di fronte, nelle quali perdersi tra una portata e l’altra. E questo è il regno dove lo Chef Andrea Moccia può lasciare libero il suo impulso espressivo. Lo fa attraverso la narrazione del territorio. Ma lo fa anche non ponendosi confini. Ci sono due strade, diverse ma al tempo stesso speculari.

C’è Altitude, un percorso orientato sui prodotti prettamente dell’Alto Adige, che evoca boschi e fiumi, terra e profumi ancestrali. E poi c’è Giro del Mondo, dove la via tracciata trasporta in un viaggio dalle influenze più ampie, per uscire dai perimetri più conosciuti e andare incontro a materie prime che delineano il cammino esperienziale di Moccia. Uno più introspettivo, che rispecchia la sua ricerca di quiete e contatto; l’altro maggiormente aperto, ma pur sempre personale e pacato. Il comune denominatore è quello dell’equilibrio, la tendenza a far convergere e armonizzare numerosi ingredienti, ognuno dei quali chiave indispensabile per la percezione finale del boccone. Anche questa, soprattutto questa, è la cifra stilistica che parla dello Chef.

Una cifra che ben si riesce a percepire se gli si lascia la possibilità di muoversi a mano libera. Ecco allora che le portate da sei divengono otto, rigorosamente a sorpresa, in una trama di incontri e variazioni. “Non amo fare mai un cambio di menù totale, modifico alcuni piatti in base a ciò che mi ispira. E spesso basta poco, un giro al mercato, parlare con un fornitore, con un collaboratore, o più semplicemente guardare fuori dalla finestra. La Val di Fleres e i suoi prodotti sono per me una grande fonte di creatività, mi piace riprenderne la cultura e interpretarla secondo il mio pensiero”.

Così ben si spiega da dove nascono proposte quali l’intenso e cremoso Risotto con finferli, albicocca, mantecato con una aromatica pasta di semi di girasole e lievito di birra; oppure l’originale rivisitazione del Vitello tonnato, dove la carne viene arricchita da una maionese alla trota, semi di lino e un tocco di lamponi in servizio; poi ancora la delicata e complessa trama di sentori nel Raviolo, südtiroles muas, prugna, ortica, achillea, barbabietola e crosta di latte.


E non c’è sosta, l’evoluzione è continua. Lo si carpisce dai piatti, ma soprattutto se si ha la possibilità di scambiare due chiacchiere con lui. Moccia non è uno di grandi parole, lascia che sia la sua cucina a trasmettere. È riflessivo. Qui sa di poterlo fare. “All'Artifex vivo la mia filosofia: con dedizione, chiarezza e tanto cuore. I miei piatti raccontano le mie origini, il mio mestiere, le mie convinzioni e i miei incontri. Ma soprattutto, la gioia silenziosa che provo quando tutto combacia alla perfezione.”

DOVE
Feuerstein Nature Family Resort e Ristorante Artifex
Val di Fleres, Pflersch 185 - 39041 Brennero
Alto Adige / Italia