Gfell, non è solo un hotel, ma un luogo dove staccare la spina dalla quotidianità e incontrare la natura, tra la bellezza coinvolgente delle Dolomiti, il buon cibo preparato con cura e capacità, e quell’accoglienza sincera capace di far sentire a casa. Questa è la storia e la passione della famiglia Mair, una storia iniziata nel 1967.
Foto di Lorenzo Moreni
LA STORIA
Immaginate di raggiungere un luogo dove il tempo sembra fermarsi, un angolo di pace incastonato tra la naturale imponenza delle Dolomiti. La mia esperienza all'Hotel Gfell, a poca distanza dal borgo di Fiè allo Sciliar, è iniziata così: con la liberatoria sensazione di lasciarmi alle spalle la frenesia quotidiana per immergermi in un'oasi di silenzio lontano da impegni e agende predeterminate. La storia di questa incantevole realtà è quella della famiglia Mair e inizia nel 1967, quando nonno Toni dà vita a una semplice Jausenstation, ovvero un ristoro per i viandanti. Da allora, tante cose sono accadute e quel piccolo punto di riferimento per la vallata si è trasformato prima in ristorante e poi in hotel.

Nel cuore di questo cambiamento c'è Andreas, cresciuto tra i prati di Gfell – i prati più alti, che nel 1996 ha raccolto l'eredità paterna. Con la moglie Manuela è stato in grado di trasformare quella piccola Jausenstation nel ristorante Schönblick, una tappa gastronomica che merita. Eccome se merita. Ma la loro visione e intraprendenza sono andate oltre, anche e soprattutto grazie all’ingresso nell’attività del figlio Julian, ovvero colui che ha preso le redini della gestione. Julian è giovane, grintoso e con idee ben precise. È proprio lui a raccontarmi il cammino di questi anni, le scelte e importanti decisioni prese per poter andare avanti. Per poter “sopravvivere” e fare un vero e proprio salto di qualità.


Un salto che vede nel novembre 2019 una data significativa, ovvero il momento in cui è stato intrapreso un progetto ambizioso, quello di creare una struttura alberghiera che abbracciasse il ristorante e il vecchio fienile di famiglia. Nel luglio del 2020 il sogno diventa realtà: l'Hotel Gfell apre le sue porte. Non più solo un punto di sosta per escursionisti, ma un luogo dove la natura e la buona cucina si fondono in un'esperienza che si armonizza con il contesto circostante senza barriere. In un continuum tra interno ed esterno che riempie gli occhi.



E quel fienile costruito più di 50 anni fa da nonno Toni, oggi completamente ristrutturato, ospita l’accogliente sala dove al mattino viene servita la deliziosa colazione con vista (il consiglio è quella di godersi ogni assaggio di pane, marmellate e torte fatte in casa). La facciata, però, è rimasta la stessa. Simbolo orgoglioso di elegante ruralità.

LA STRUTTURA, UN FILO DIRETTO CON LA NATURA
Alla domanda, “cosa cercano e trovano le persone quando vengono qui?”, la risposta di Julian è sinteticamente netta: “pace, buon cibo e tanto vino”, afferma sorridendo. Ed effettivamente questo è verissimo, perché Gfell non è il classico Hotel, l’ho capito appena scesa dalla macchina. Vi si respira un rispetto immenso per l’ambiente, una fusione completa che ben si esprime con la struttura stessa dell’albergo, costruito e sviluppato sin nel cuore della montagna, ma con suggestive aperture che si affacciano su di essa seguendone l’andamento.

Si rimane incantati ad osservare le diverse evoluzioni della luce solare dall’alba al tramonto. Le si ammira immobili ed estasiati da quelle vetrate molto più che ampie, pareti trasparenti che abbracciano il panorama. Così sono le stanze, ma così è anche la discreta e raffinata area benessere, nella quale il tempo improvvisamente scompare. Ed è ciò che ho vissuto anche io, immobile e incantata a guardare i monti, mentre sorseggiavo un tè caldo subito dopo la sauna. Senza nulla da chiedere, con la testa leggera.



“La natura è per noi una costante fonte di ispirazione, nonché la migliore ricarica per corpo, mente e spirito. Volevamo trovare il modo per condividerlo, per trasmetterne il potere rigenerante”, racconta Julian. Perché la verità è che a volte sembra di non aver mai visto veramente quanto la natura ha da comunicare, la fretta dalla quale siamo travolti non è un buon conduttore di informazioni.


IL GUSTO SECONDO SCHÖNBLICK
“La nostra cucina non ha etichette, facciamo quello che ci piace ma la qualità delle materie prime è la base su cui poggia ogni preparazione”. Julian, sintetizza così la proposta culinaria del ristorante Schönblick. “C’è un vecchio proverbio che dice, “l’amore passa per lo stomaco”, e noi vogliamo portare in tavola il nostro amore per l’Alto Adige, ecco perché per la maggior parte usiamo ingredienti del territorio, che acquistiamo da fornitori selezionati o in molti casi produciamo noi stessi.


Questo è fondamentale perché se il prodotto è buono, anche il piatto lo sarà – sottolinea Julian – Mio fratello, ad esempio, fa il macellaio e la selezione della carne migliore passa da lui. Poi ovviamente abbiamo anche qualche elemento che esce dal territorio, perché ci facciamo ispirare da altre tradizioni e culture culinarie”.


Il risultato è un menu che parla il linguaggio della tipicità in alcuni piatti, come i canederli pressati su insalata di crauti; la cotoletta con panatura spessa e croccante; il Manzo di Fiè, servito nei suoi diversi tagli e con differenti preparazioni così da “utilizzare tutte le parti dell’animale e far vedere che non esiste solo il filetto”. Le influenze e le incursioni di idee ed esperienze si percepiscono proprio soffermandosi sulle tecniche con cui le pietanze vengono realizzate. C’è ricerca e si vede, ma non esagerazioni, si punta alla sostanza e alla concretezza. In fondo, qui si viene per questo e per l’atmosfera. Sono una sicurezza.



Il tocco delle portate è elegante, le porzioni molto generose, il gusto avvolgente e pieno. Insomma, la soddisfazione non manca e anzi abbonda. Lo fa anche nei dolci, il fine pasto che ci deve proprio stare perché sarebbe un peccato rinunciare ai krapfen, con pere e marmellata di prugne fatta in casa, su salsa alla vaniglia; ai buchteln serviti caldi e con quel goloso ripieno di albicocche; al gelato artigianale realizzato direttamente da Julian che ormai è diventato un vero esperto.

E dato che il terzo ingrediente ricercato dagli avventori ci hanno detto essere il “tanto vino”, ecco che Julian ha trovato il modo di dare loro soddisfazione e ampia scelta, costruendo una carta con ben 230 etichette. Lui che al vino si è appassionato nel tempo, degustando, viaggiando, esplorando e studiando. La cantina è il suo orgoglio, ama consigliare e sa consigliare. Lo fa con contezza, conoscendo i produttori, assecondando le preferenze di bevuta, trovando la chiave di abbinamento più adeguata. Lo fa con grande soddisfazione e quella freschezza di chi si diverte e fa sentire a casa.

INDIRIZZO
Via Gfell 22
I-39050 Fié allo Sciliar (BZ)
Telefono: +39 0471 601 136