I grandi Vini

Clos S.te Hune, probabilmente il miglior riesling del pianeta Terra

di:
Roberto Mostini
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La Cantina

Clos S.te Hune, probabilmente il miglior riesling del pianeta Terra


Aliena. Troppo alta, una bottiglia molto alta. Un contenuto rigido come il contenitore. Talmente verticale che fatica a piegarsi nella tua direzione. Un cristallo non perforabile. Meglio non forzarla, se no la potresti spezzare. Non puoi neppure accarezzarla, perché sfuggente, algida, riservata, sottile, slanciata, indecifrabile. Me la immagino persino sgraziata in estrema gioventù, come può esserlo solo una francese immatura.

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Una magrezza che invece guardando meglio nasconde rotondità imprevedibili, anche se rifiuta contatti fisici. Contenitore inadeguato per un contenuto che poi si rivela splendido quanto intrigante. Tedesca di testa. Francese di charme. Secca, asciutta, liberata da fronzoli e inutilità sdolcinate come spesso succede in questo mondo, che non è il suo. È il mondo del riesling più puro di questo pianeta. Il riesling, quello che può essere tagliente o stucchevole.

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Rifiuta persino le morbide curve che le avrebbe potuto trasmettere un coprente affinamento in legno. Ha vissuto di solo acciaio, senza subire nessuna contaminazione. È dell'Acquario ma l'ascendente è probabilmente vergine.

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E come se il resto non esistesse più e quando approfondisci ti rendi conto che ti sei andato a ficcare in uno spazio laterale alla "normalità". Aliena e piacevolmente alienante. Le avvisaglie arrivarono verso sera e furono confermate il giorno seguente. Parevano schegge di terreno argilloso calcareo quelle che si erano incastrate tra le papille già dalla tarda mattinata. Tutto il resto? Cancellato. Una rasoiata che ti lascia pulito. Non ferito, solo ripulito dal superfluo. No. Non può aver fatto la malolattica. J'adore.

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Da dare i numeri. Piccoli. Uno virgola sessantasette ettari. Salendo la collinetta, anch'essa verticale in punta. Piccoli numeri e mai uguali, come la gradazione di questa opera artigianale che rasenta la forma d'arte. Da dodici e mezzo a quattordici e mezzo, a seconda del millesimo. Circa 9000 i preziosi flaconi messi a disposizione a giusto prezzo, come deve essere nel caso di eccezionalità.

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Torniamo sulla terra. A quel pezzetto di collina, ovviamente curva, perché piuttosto alta. Un terreno appartenente da oltre due secoli alla medesima famiglia deve avere qualche cosa in più degli altri cru piantati con Riesling in Alsazia. E oltre al valore intrinseco del terroir anche la vinificazione è esemplare, così da consentire al vino di esprimersi sul medio e lungo periodo con un bouquet che spinge tutto sulla mineralità e nulla su toni ruffiani o dolciastri come capita spesso di riscontrare tra altri eccellenti produttori della regione, per non parlare di quelli tedeschi.

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Valore di un terroir che ha convinto i Trimbach a rinunciare alla classificazione grand cru per conservare il nome proprio del Clos, vitato da piante che hanno 60 anni. Vino pulito, verticale, secchissimo, falso magro, travolgente di sensazioni pure ed essenziali. Di una drittezza aromatica che disegna i contorni della perfezione. Si sarà capito, questo è il mio Riesling. Il numero uno al mondo dei Riesling secchi. E fa sicuramente parte di quel Club della Cento etichette che bisognerebbe bere almeno una volta in questa vita, anche perché tutto sommato non costa una follia.

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In condizioni normali tra i 150 e i 250 euro dovrebbe rappresentare la forbice in cui si colloca in enoteca o in qualche nobile carta vini. L’unica accortezza, scegliere una annata matura, almeno 8-9 anni cautelandosi che la qualità della conservazione sia stata all’altezza del valore del prodotto.

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Dopo questo Riesling sarà però dura tornare indietro, ma è giusto sapere qual è il top di una categoria per poi scendere qualche gradino con la consapevolezza che contraddistingue le persone sagge. Per poter mettere nel cassetto della memoria un altro appunto, una nuova tesserina del puzzle che contribuirà ad allargare quel portafoglio di emozioni che si chiama esperienza.

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In una nota tecnica, Pierre Trimbach ci racconta in maniera sintetica -e non potrebbe essere diversamente- ogni singola caratteristica delle vinificazioni che gli sono state concesse di fare. La prima risale al 1979, quando aveva 23 anni. Dunque, c'è tempo per allungare la storia, tenendo conto che un viticultore ha mediamente a disposizione una cinquantina di chance di errore nella vita.

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Sintesi e precisione. Scorro i millesimi. Quella di partenza, si sarà capito, è nata sotto il segno dell'Acquario, quindi il terzo libro partito. Rileggo i millesimi disegnati dalla natura e dalla mano di Pierre Trimbach. Cerco la 1994. Pierre prima mi rassicura, niente malolattica, ma poi dice semplicemente così: annata difficile. Come dargli torto. Ma c'è ancora una speranza, una vendemmia tardiva, quindi non importa quando.

Indirizzo

Domaine Trimbach

15 route de Bergheim - 68150 Ribeauvillé (Francia)

Tel. +33 3 89 73 60 30

Il sito web

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