La freschezza del Cerasuolo d’Abruzzo Superiore di una cantina alla sua quinta generazione: come Pasetti produce i suoi vini nel Parco Nazionale del Gran Sasso.
L'azienda
L’Abruzzo è una regione dal fascino straordinario, estesa tra l’Adriatico e montagne di selvaggia bellezza, fiumi dalle acque limpidissime e paesaggi indimenticabili. Qui la viticoltura, complice anche il cambiamento climatico, si sta facendo strada in modo importante. La Cantina Pasetti possiede tutti i suoi vigneti, per un’estensione di 270 ettari di cui 70 vitati, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ed è quindi l’unica autorizzata ad apporne il logo sul retro delle bottiglie. La sua storia, partita in epoca borbonica, è lunga ed articolata.
È Mimmo Pasetti, attuale patron, a dar vita al grande cambiamento che nel 2000 l’ha vista spostarsi in altura, dalla sede storica lungo la costa adriatica, all’interno del territorio, creando a Pescosansonesco una struttura ricettiva ricavata da una bellissima antica dimora. Racconta Pasetti: “Più di 20 anni fa abbiamo deciso di avventurarci in aree diverse da quelle in cui eravamo abituati a vivere e operare, alla ricerca di una vita diversa e di prodotti con qualità diverse, cercando di un nuovo equilibrio. Eravamo inconsapevoli ma oggi, visto il dramma dei cambiamenti climatici in atto, ci troviamo a poter affrontare egregiamente anche questa problematica. Nelle zone dove operiamo, oltre alla salubrità, abbiamo temperature più basse e piovosità regolare. Abbiamo risolto inconsapevolmente un problema che oggi sta diventando drammatico per le classiche zone vitate”.
Cantina Pasetti trae la sua forza dall’essere prima di tutto un’impresa di famiglia, giunta ormai alla quinta generazione, perché insieme a Mimmo ci sono la vulcanica moglie Laura e i tre figli: Davide, giovane enologo con diverse esperienze, si occupa dell’attività di cantina, Massimo lavora con l’export e Francesca Rachele è in amministrazione. Ad altezze che vanno dai 500 metri dal livello del mare a salire e si estendono a Capestrano (AQ), Castiglione a Casauria (PE) e Ofena (AQ), vengono coltivati gli autoctoni Pecorino, Passerina, Trebbiano d'Abruzzo, Montepulciano d'Abruzzo e il raro Moscatello di Castiglione, oltre a piccole percentuali di Chardonnay e Cabernet Sauvignon. I vigneti sono allevati in forma integrata e c’è un’attenzione evidente al tema della sostenibilità ambientale.
Come racconta Mimmo: “Questo è un punto peculiare che ci garantisce la salubrità dei vini. Il Parco Nazionale è un contesto vergine, lontano dall'inquinamento delle aree vallive, dalla contaminazione antropica. L'autorità di vigilanza del Parco Nazionale monitora, verifica e analizza ogni aspetto dei processi lavorativi controllando in primis il rispetto dell’ambiente.” Nei vigneti, in collaborazione con l’agronomo piemontese Maurizio Gily, sono state introdotte diverse stazioni meteo con lo scopo di monitorare le condizioni climatologiche, sia a supporto delle scelte per i nuovi impianti, sia per l’aiuto nell’individuazione della presenza dei funghi patogeni, questo per intervenire preventivamente trattando solo ed esclusivamente quando necessario.
Importante per la cantina è anche il concetto di “nutrizione” delle viti, ben distinto da quello di concimazione. A questo proposito è cruciale l’attenzione alla presenza, al benessere e all’incremento del sistema microbiologico che vive nel terreno, in stretta simbiosi con l’apparato radicale delle viti. Sono state quindi predisposte delle stazioni di compostaggio dove tutti i residui della filiera vitivinicola vengono miscelati con il letame proveniente dalle stalle del circondario. Si tratta di miscele che vengono lasciate riposare per circa due anni, durante i quali si degradano le matrici originarie con la conseguente produzione di compost dal quale si sviluppano specifiche famiglie microbiologiche ideali per dare apporto al terreno, sia in fase di pre-impianto sia in fase gestionale.
L’ultimo progetto dei Pasetti si contestualizza in un’area di notevole impatto paesaggistico, con l’acquisizione di 150 ettari a Forca di Penne, tra i boschi del Parco Nazionale a un’altezza che arriva a 1050 metri s.l.m.. Al confine fra le province di L’Aquila e Pescara, segnata dai resti di una torre medievale medicea e attraversata dal Tratturo Magno, fu stazione di sosta per la transumanza ed è stata riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio immateriale dell’Umanità. Da quassù si possono ammirare, oltre a Maiella e Gran Sasso, le cime dell’Appennino interno e a est le province di Pescara, Teramo e Chieti con il mare Adriatico. Il terreno, a Pescosansonesco, al di sopra della roccia appenninica, è argilloso-calcareo, ideale per la coltivazione del Montepulciano d'Abruzzo insieme all’importante escursione termica tra giorno e notte, che regala a un vino abitualmente corposo e strutturato una particolare finezza.
I vini
Alla nascita di Francesca, con gli stessi capelli rossi della trisavola Donna Rachele, è stata dedicata Testarossa, etichetta realizzata con la migliore selezione delle uve del vitigno principe. Belle sorprese sono arrivate anche dall’Harimann, Montepulciano di punta ottenuto da due ettari di tendone con oltre sessant’anni di vita e rese di conseguenza molto limitate.
La vendemmia è tardiva e il vino viene prima affinato in vasche di cemento per poi sostare due anni in barrique di rovere francese e ancora in bottiglia. Sorprendente, per la sua brillante freschezza e la significativa personalità, il Cerasuolo d’Abruzzo Superiore, riproposto dopo un’assenza di tredici anni dal mercato.
Le uve arrivano dall’agro di Capestrano, su un terreno di medio impasto tendente al sabbioso, con forte matrice ciottolosa e drenante. Prodotto con la svacata, tecnica antica e tradizionale dell’aquilano, al naso ha evidenti note di frutta rossa e fiori di montagna, in bocca è ancora fruttato, di bella sapidità e ottima persistenza. Da godere un sorso dopo l’altro.
Contatti
Cantina Pasetti
Via S.Paolo, 21- 66023 Francavilla al Mare (CH), Abruzzo, Italia
Telefono: +39 085 61875