Roma Doc: il consorzio e i migliori vini d'autore
Il Consorzio di Tutela del vino Roma Doc
Quando si parla di Roma gli argomenti sono moltissimi, a partire dalla sua bellezza per arrivare alla sua complessità: arte, storia, politica, la città eterna è un luogo che dà emozione. Certamente, pensando a Roma capitale, non è il mondo del vino quello che per primo ci viene in mente; al di là di tutto va detto però che l’area viticola intorno alla città eterna rappresenta un territorio con notevoli potenzialità da un punto di vista enologico.
Dai primi insediamenti etruschi all’Impero Romano, la produzione di vino sul territorio di Roma è stata infatti una costante, con un incremento nell’età imperiale sulle terre dal suolo vulcanico dei Colli Laziali, di Caere, della Sabina, fino alla drastica diminuzione dopo la sua caduta.
La conservazione del patrimonio viticolo intorno a monasteri e abbazie si deve alla Chiesa: era infatti la corte papale a disciplinare la produzione nei vigneti di Roma e dei suoi dintorni. Durante il pontificato di Paolo III, a cavallo tra XV e XVI secolo, il mercato romano si è mosso verso i vini dei Castelli, della Sabina e dei Colli Prenestini, non essendo più sufficiente il vino romanesco, prodotto entro sette miglia dal Campidoglio e in particolare sul Gianicolo, fuori dalla Porta di San Pancrazio, in Vaticano e a Monte Mario.
Nel XIX secolo la crescita di Roma ha tolto terreni alle vigne e le produzioni si sono concentrate nelle zone maggiormente vocate come i Castelli Romani, Cerveteri e la Sabina. Una lunga tradizione enologica, quindi. Ecco che a seguito della nascita dell’Associazione Produttori vini DOC Roma, fondata da una decina di aziende distribuite su 175 ettari di vigneti dell’area, prende vita nel 2011 la denominazione Roma Doc.
Nel tempo parecchi produttori si sono aggiunti facendo crescere l’associazione, con l’esigenza di dare una struttura organizzativa ancor più solida che si è concretizzata nel 2018 con la costituzione del Consorzio di Tutela del vino Roma Doc, quinto consorzio di tutela nel Lazio in ordine di riconoscimento dopo quelli di Frascati, Cesanese del Piglio, Marino e Atina.
I compiti istituzionali di un consorzio sono noti, a partire dalla promozione di un modello di produzione affidabile per arrivare al controllo del rispetto delle regole del Disciplinare che ne segna i tratti identitari, ai rapporti con il mercato e alla valorizzazione del marchio solo per citare i principali. Tullio Galassini, classe 1977, enologo diplomato a San Michele all’Adige e produttore d’uva, presiede il Consorzio, i cui vini arrivano da vigneti distribuiti in un’area della parte centrale del Lazio sui territori litoranei, sulla Sabina romana, i Colli Albani, i Colli Prenestini e parte della campagna romana, in provincia di Roma e a oggi comprende 47 aziende e una produzione che ha superato nel 2022 il milione di bottiglie.
Tra pianure e zone collinari i vigneti sono coltivati a un’altitudine che varia dal livello del mare ai 600 metri con pendenze variabili. Il clima, temperato-mediterraneo, regala aria e luce ed è caratterizzato da precipitazioni medie più copiose salendo in alto, allo stesso modo le escursioni termiche sono più importanti nelle zone collinari; l’esposizione è a Ovest, Sud-Ovest e Sud. La formazione dell’area interessata alla produzione risale al Neozoico e due sono le principali unità geologiche: nella prima, quella della valle del Tevere e dell’Aniene, si trovano sedimenti marini con un substrato di sedimenti alluvionali.
Quella più interna deriva dalle eruzioni del Vulcano laziale alla fine del Pliocene: qui i terreni sono composti da diversi tipi di tufo ai quali si sono sovrapposti ceneri e lapilli in strati di notevole spessore e cementati in misura differente; suoli in genere molto drenanti e particolarmente adatti alla coltura del vigneto. Il combinarsi tra caratteristiche dei terreni e fattori climatici dà origine per i vini bianchi alla presenza di significative quantità di precursori aromatici che rinforzano le caratteristiche organolettiche e i sentori varietali dei diversi vitigni; per quel che concerne i vini rossi, induce a una maturazione fenolica ottimale: unita ad un eccellente rapporto tra zuccheri e acidi dà vini di elevata struttura e un notevole equilibrio fra le diverse componenti.
Tra i vini che rientrano nella denominazione ci sono sette tipologie di bianco, due rosati, uno spumante, e quattro rossi. I vitigni principali sono la Malvasia del Lazio, detta anche Malvasia puntinata, il Bellone (coltivato fin dai tempi antichi e noto anche come Cacchione o Arciprete), il Bombino bianco, il Trebbiano giallo, il Trebbiano Verde (molto simile al Verdicchio), il Montepulciano, il Cesanese di Affile e il Cesanese comune e il Sangiovese.
Roma Doc: tre aziende da scoprire nel Lazio
Abbiamo visitato tre importanti aziende del territorio, ciascuna con le sue peculiarità ma un importante dato in comune che è la lunga tradizione.
Poggio Le Volpi
Nel 1920 Manlio Mergè inizia a produrre e commerciare vino sfuso e olio e trasmette la sua passione al figlio Armando e al nipote Felice che nel 1996 fondano Poggio Le Volpi a Monteporzio Catone, circondato da boschi di castagni che risalgono al XVIII secolo, all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, con le sue tenute che si estendono su superfici di composizione vulcanica dove si producono soprattutto Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia, Trebbiano e Montepulciano. Eccellente il Roma Rosso "Edizione Limitata", da un blend di Montepulciano, Syrah e Cesanese affinato per un anno in legno.
Via di Fontana Candida, 3/c, 00078 Monte Porzio Catone RM
Tel: 06 941 6641
Sito web
Castello di Torre in Pietra
Ancora la cantina del Castello di Torre in Pietra, scavata nel tufo a ridosso del castello nell’omonimo bellissimo borgo medievale dove l’esistenza dei vigneti è documentata dal XVI secolo, quando il fondo apparteneva alla famiglia Peretti di Papa Sisto V. La tenuta viene rilevata nel 1926 dal senatore Luigi Albertini, ex direttore e proprietario Corriere della Sera che acquista i terreni e castello. Nel tempo viene potenziata l’attività vitivinicola, 150 ettari nella Doc Roma di cui 52 di vigne a conduzione biologica, 8 a oliveto e 80 a seminativi. Oggi se ne occupa il nipote Filippo Antonelli, titolare anche dell’omonima azienda vinicola a Montefalco. Di notevole spessore il Roma Rosso Riserva da Montepulciano, Sangiovese e Syrah.
Via di Torrimpietra 247- 00050 Torrimpietra (Roma)
Tel: +39 06 61697070
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Cantina Principe Pallavicini
Quella della famiglia Pallavicini, presente sul territorio del Lazio dalla seconda metà del 1600, è una storia secolare che ha visto susseguirsi diversi cardinali, un Papa, Clemente IX, e Francesco Pallavicini, uno dei primi Sindaci di Roma. La cantina Principe Pallavicini, da gennaio 2022 ha visto l’ingresso di nuovi soci accanto alla famiglia, a partire dal CEO Giulio Senni che ci ha accompagnato a visitare la bellissima tenuta de “Le Marmorelle” dove sono presenti la maggior parte degli ettari di vigneti con età dai 7 agli oltre 70 anni e gli oliveti secolari che danno un eccellente olio. L’azienda confina con il perimetro del comune di Roma: qui in era antica un vulcano poi collassato ha dato vita a un pendio basaltico. Molto buono e di grande freschezza il Roma Doc Bianco, 100% da Malvasia Puntinata.
Via Roma, 121, 00030 Colonna RM
Tel: 06 8377 3836
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