La Storia
Le storie del vino sono sempre affascinanti, perché nascono dal suggestivo intreccio tra passione, fatica, territorio e visione. Un mestiere che richiede pazienza e attenzione, meticolosità e dedizione, e naturalmente conoscenza, per riuscire a rendere unico il risultato della lavorazione delle uve. La storia di Carpineto è una storia del vino, nel senso pieno del termine. Perché unisce culture e appartenenza, nord e sud, volontà e amicizia. Un percorso iniziato nel 1967 grazie a Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo e che ad oggi ha decuplicato la superficie dei vigneti articolati su cinque Tenute o Appodiati: Montepulciano, Montalcino, Gaville (Alto Valdarno), Dudda (Greve in Chianti) e Gavorrano.

Oltre 50 anni fa le famiglie Sacchet e Zaccheo fondarono la Carpineto col proposito di produrre il migliore Chianti Classico che il “terroir” potesse offrire, una vera e propria rivoluzione per quei tempi: fu carpito l’enorme potenziale della Toscana, terra scelta per produrre grandi vini di tradizione applicando le tecniche più all’avanguardia nei processi produttivi e aumentando gli standard qualitativi dell’epoca. Una scelta rivelatasi vincente anche grazie alla grande dedizione non solo dei due fondatori, ma anche delle loro famiglie che nel corso dei decenni, generazione dopo generazione (Caterina Sacchet, enologa, Elisabetta Sacchet, Francesca Zaccheo e Antonio Michael Zaccheo), hanno trasformato un’idea in un brand dal successo internazionale, affermatosi per l'eccellenza dei suoi prodotti e molto ben posizionato all'estero con un export diretto verso oltre 70 Paesi, Canada e Stati Uniti in testa.



Una realtà nata quindi da un incontro, quello tra Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo. Sacchet era originario della provincia di Belluno, frequentò a Conegliano la scuola di enologia e dopo gli studi si trasferì in Toscana. In quell’ambiente che darà in seguito l’immagine più qualificata del vino italiano nel mondo, si formò professionalmente. Anche la vita di Zaccheo è da sempre legata al vino: la sua esperienza inizia nell’azienda di famiglia prima in Puglia e poi nel Lazio vicino a Roma. Subito dopo essersi diplomato si convinse che la regione del Chianti Classico era il luogo dove realizzare i propri sogni, ed è lì che incontrò Giovanni Carlo Sacchet con il quale condivideva l’amore per la Toscana e gli stessi interessi e obiettivi. Un’idea sviluppata negli anni e che ora ha la forma e i colori di vari territori della Toscana, uniti dalle cromie del verde e del marrone, da vigne piantate su terreni in pendenza la cui lavorazione richiede forza e determinazione, e dalla progressiva introduzione di soluzioni tecnologiche per essere sempre all’avanguardia.
L'Azienda
Tre linee di produzione e oltre trenta etichette per una produzione complessiva di 3 milioni di bottiglie: questi gli attuali numeri di Carpineto, rappresentati da vini delle più prestigiose DOCG della Toscana. Rossi per lo più, Riserve di grande struttura ed estratto, vini estremamente longevi. Nata dalla scommessa sui grandi territori vinicoli della Toscana e dal sogno di mettere insieme le 3 denominazioni più importanti della regione, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino, oggi è una realtà fortemente rappresentativa della migliore Toscana vitivinicola.
Oggi l’azienda è gestita dalle nuove generazioni: Caterina Sacchet, enologa, Elisabetta Sacchet, Francesca Zaccheo e Antonio Michael Zaccheo, ma da poco anche Anton Robert Zaccheo, figlio di Antonio Michael, ha deciso di dedicare anima e corpo alle uve di famiglia. La particolare storia della famiglia Zaccheo, l’unione tra la Puglia, la Danimarca e gli Stati Uniti, ha portato in azienda una mentalità internazionale, la capacità di promuovere i propri vini all’estero conoscendo i gusti e la propensione al consumo dei clienti, ma anche la volontà di innovare il processo produttivo, per continuare ad essere sempre competitivi.

In azienda si coltiva in modo sostenibile e neutrale all’impronta del carbonio 500 ettari di terreni di proprietà suddivisi tra 5 tenute nelle zone storiche della Toscana vitivinicola: nella tenuta di Montepulciano negli ultimi vent'anni si è assistito e si assiste alle operazioni più vivaci di rinnovo e reimpianto. Carpineto inoltre è proprietaria in Italia del più grande vigneto contiguo ad alta densità: oltre 80 ettari nell'Appodiato di Montepulciano con densità fino ad 8500 piante per ettaro.

Le nuove capacità imprenditoriale si esprimono però anche in altri campi: sulla costa toscana, nella Marina di Scarlino in provincia di Grosseto, è situato infatti Dogajolo Banco del Vino, il primo wine bar tutto dedicato ai vini Carpineto. Dal mattino fino a mezzanotte, tutti i giorni, qui si possono acquistare all'asporto, e vengono servite, sia in mescita che in bottiglia, le etichette dell'azienda, comprese le quattro bollicine, bianche e rosate, in abbinamento ad una proposta food. “L'idea - racconta Antonio Mario Zaccheo - è scaturita dal desiderio di essere sempre più vicini al consumatore finale, andandogli incontro in un ambiente incline allo star bene, al condividere un calice o una bottiglia, in una situazione di convivialità molto informale e di vacanza come può essere la Marina di Scarlino, porto turistico in Maremma tra i più frequentati nella buona stagione, a pochi chilometri dalla nostra tenuta di Gavorrano. La tenuta più amata per me, coi vigneti circondati da boschi e macchia e mediterranea. Così come andar per mare mi è sempre piaciuto e ora unirci i nostri vini è una gioia”.
I Vini

Dalla voglia di valorizzare il Chianti Classico, il Vino Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino alle attuali trenta etichette, tutte caratterizzate dalla capacità di valorizzare al meglio le uve, fino a raggiungere prestigiosi traguardi, come nel caso del Brunello di Montalcino 2015 firmato da Caterina Sacchet: “L’annata 2015 è una annata spettacolare a 360 gradi, caratterizzando vini di grandissima potenzialità grazie all’elevata concentrazione dei componenti nobili. Nel Brunello 2015 si percepisce l’ottima struttura polifenolica che genera un vino di grande longevità e tipicità territoriale. Magari averle tutti gli anni queste annate!”.
100% Sangiovese Grosso, tre anni in botti di rovere di Slavonia di diversa capacità, quindi sei mesi ed oltre di affinamento in bottiglia. Il risultato? Colore rosso rubino intenso con leggeri riflessi granata, un profumo netto, fine, ampio e persistente, un leggero sentore di vaniglia amplifica i frutti rossi, la ciliegia, il lampone e in fondo la liquirizia.
Al gusto è asciutto, fresco e preciso pur mostrando una straordinaria maturità e ricchezza, con tannini sottili e morbidi, definiti. Elegante e complesso, dalla grande struttura ed energia. Persistente, destinato ad evolvere a lungo in bottiglia ed emozionare negli anni. Un Brunello dallo stile classico. A tal proposito, è significativa la motivazione con la quale Wine Spectator ha assegnato 95 punti a questo vino: “Vellutato ed elegante, si percepisce la ciliegia, la prugna, il tabacco, note ferrose e di terra. La struttura vibrante mantiene questo rosso pulsante attraverso un finale lungo e minerale. Mostra grande equilibrio e complessità. Ottimo dal 2023 al 2042”.

Altro fiore all’occhiello dell’azienda è il Nobile di Montepulciano: una lunga evoluzione in bottiglia nello stile dell'azienda ma anche un progetto di alta valorizzazione nato oltre 20 anni fa hanno permesso a Carpineto di essere l’unica realtà a produrre solo Riserva e un Cru di Nobile, Sangiovese in purezza. Un Vino Nobile di Montepulciano, entrato per 3 anni anni (annata 2010, 2011, 2013) tra i top 100 al mondo nella classifica di Wine Spectator, a testimonianza della costanza degli standard qualitativi d’eccellenza della produzione di Carpineto. Un vino icona per l'azienda che con l'annata 2015, annata 5 stelle ha ottenuto il massimo riconoscimento, le 4 viti, nella Guida ai Vini d'Italia Vitae 2020.

In ultimo, ma non per importanza, merita una menzione il Farnito Vinsanto del Chianti DOC 1999: “Un vino di grande fascino, un gioiello nella produzione dell'azienda. Un vino complesso, raffinato risultato di un’attenta selezione delle uve e di un appassimento naturale su graticci seguito da una lunghissima elevazione nei tradizionali caratelli. Un’annata dall’evoluzione speciale e un vino che sorprende per la straordinaria freschezza delle sensazioni gusto olfattive, sapori intensi tendenti al secco e profumi eterei, note balsamiche. Un vino per meditare” - racconta Antonio Mario Zaccheo.