Abbiamo chiesto a 12 clienti illustri, frequentatori seriali di grandi tavole, di indicare ciascuno un cuoco emergente: ecco la seconda parte con i nomi, più o meno famosi.
Gli Chef
Felice Marchioni
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“Dico Paolo Griffa del Petit Royal di Courmayeur. Possiede una tecnica fenomenale, che applica in modo creativo. A colpirmi è stato soprattutto il soufflé di barbabietola, qualcosa di imprevedibile; ma anche il gambero in gelatina a forma di parallelepipedo. Perché i piatti oltre che buoni, sono anche bellissimi”.
Gianni Revello
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“Dico due nomi su tutti, ma vincono ai punti. Oliver Piras (Ristorante Aga), il giovane che in assoluto mi è piaciuto di più per la solidità tecnica, mai sottomessa alle idee, e Gianluca Gorini (Ristorante Da Gorini)”.
Davide Ribotta
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“Dico Matteo Borsari dell’Opificio di Novara: quando vado lì sto bene. C’è il vino, c’è lo Zalto, c’è una cucina interessante e certe sere anche il jazz. Lui ha fatto studi artistici, non viene dalle grandi maison, ma ama la moda e costruisce i piatti su ceramiche particolari, con un’attenzione particolare per l’estetica. In una piazza difficile come Novara, da una parte fa bistrot, dall’altra gourmet. Ed è già un miracolo”.
Alberto Rigolio
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“Dico Alessandro Sciortino e Nicholas Carusio di Saur, a Barco. Perché aprire un ristorante gourmet basato su prodotti del territorio, ma lontano dalle solite piazze, è una bella scommessa.
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E poi Mattia Angius di Tipografia Alimentare a Milano per l’uso dei vegetali, che distingue il locale dalle enoteche con cucina e dai bistrot moderni”.
Orazio Vagnozzi
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“Dico anche io Marco Ambrosino. Ci sono almeno tre motivi. Si mangia bene ed è originale, quello che fa non si vede altrove. Non è ripetitivo, anche se ha qualche piccolo cavallo di battaglia. È stagionale, quindi abbordabile, eco e sociosostenibile. E anche questo è un po’ di moda, ma mi piace”.
Letizia Zinno
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“Dico Maicol Izzo di Piazzetta Milù: dall’apprendistato con i grandi ha guadagnato una mano precisa, senza titubanze, nel solco della tradizione ma con enorme fantasia. Inoltre ha fatto esperienza anche in pasticceria, branca per la quale nutro un vero e proprio debole, in quanto richiede precisione, equilibrio, armonia e creatività”.
Guarda qui la prima parte di chef emergenti preferiti dai clienti gourmet