Un ristorante Michelin e un tempio della mixology unico al mondo nell’hotel che ha fatto la storia dell’ospitalità a Sorrento: il Majestic Palace, ritrovo gourmet circondato da 15 000 metri quadrati di agrumeti.
Majestic Palace Hotel Sorrento
L'hotel
In Corso Marion Crawford, nel comune di Sant' Agnello a due passi da Sorrento, tra gli ulivi secolari vive, resiste e sempre si rinnova, un luogo che a tutti gli effetti fa parte del tessuto culturale del nostro paese. Era il 4 aprile 1967 quando vide la luce il Majestic Palace Hotel, da sempre gestito dalla famiglia Rossano, oggi alla terza generazione con Giulia insieme al compagno Lucio D'Orsi al timone dell’offerta food&beverage.
Non è un posto comune, questo va detto subito, perché non è solo un hotel, anzi: la possibilità di pernottamento e l’offerta d’hôtellerie appaiono quasi come un valore aggiunto (nonostante le camere siano 100): tre ristoranti, due cocktail bar, una piscina ed un agrumeto di 15.000 mq, di cui più di duemila dedicati ad orto.
Ecco giustificata l’affermazione, ma non è ancora chiaro il concetto: all’interno della casa dei Rossano convivono due realtà imprescindibili per ogni viaggiatore gaudente che si rispetti, il Don Geppi Restaurant aperto nel 2014 e subito insignito della stella Michelin, e il superbo cocktail bar sulla terrazza all’ultimo piano, il Dry Martini Sorrento by Javier de las Muelas.
Il ristorante Don Geppi
Il ristorante conta solo (e va benissimo così) cinque tavoli, dei gioielli incastonati in una sala romantica composta da luci ad hoc per la lettura dei piatti e più di 130 mq di tele dipinte dall’Accademia delle Belle Arti di Napoli a comporre un unico grande quadro che rimanda a tempi andati.
Ma i tempi nell’idea del bravissimo cuoco campano Mario Affinita sono più che moderni, idee e ricette che propongono una cucina fatta di innovazione e tanto territorio, non solo locale ma anche di culture gastronomiche del mondo. Nel frangente di questo teatro che mette in scena la grande italianità storico-gusto-olfattiva, sono tre i menù proposti: Mare, Terra, Espressioni.
L’amuse-bouche è un inizio trionfale e appetitoso che si delinea attraverso una stella ripiena di insalata di avocado e granchio reale, laccata con salsa di soia e miele, sesamo tostato e non, a seguire il finto riccio, panino soffiato con cremoso di ricci di mare e ricotta, alghe nori a ricreare gli aculei, brioche al vapore con cremoso di champignon; in ultimo l’altra versione della brioche, quella crispy con genovese cotta 48 ore con carne e non per ottenere la riduzione, completata con finto parmigiano con polvere di olio aromatizzata allo scalogno.
Segue il cromatismo dei gamberi di Mazara del Vallo all’arrabbiata, scottati e conditi con olio extra vergine di oliva e buccia di lime; alla base una salsa kimchi della tradizione coreana, sale di gambero, spugna al kimchi, carapace croccante, sfere ghiacciate di pomodoro e zenzero, per bocconi dalla giusta spinta.
Il podio indiscusso va però al finto risotto fatto interamente di cipolla mantecata con burro e parmigiano, jus de viande e tartufo nero estivo, un piatto di altissima godibilità in cui la tecnica del bravo Affinita si desta, una successione che rimanda in tutto e per tutto ad un risotto dove la cipolla non appesantisce mai e, anzi, crea un momento gustativo di spiccata progressività e grande soddisfazione.
Lo spaghetto freddo con salsa iodata, erba ostrica, limone, finocchio di mare e caviale oscetra, per quanto rinfrescante e profondo, appare piccolo in questa successione, ma la rana pescatrice cotta a bassa temperatura con pan moresco, la salsa tipica catalana a base di nocciole e pepe rosso, servita in texture e forme differenti, mantiene vibrante il percorso sensoriale.
Una nota di merito, se non due, vanno alla brigata di sala, cordiale, attenta, precisa e soprattutto empatica, coordinata da Lucio D’Orsi, il professionista camaleonte che potrete trovare tra i tavoli del ristorante in versione sommelier o, sicuramente, dietro il banco bar della sontuosa terrazza a dispensare cultura liquida. Se non l’avete visitata prima di cena, è d’obbligo e forse anche meglio perché più popolata intorno alle 23, goderne a pieno l’offerta e l’atmosfera.
Il cocktail bar Dry Martini Sorrento
Il Dry Martini Sorrento by Javier de las Muelas è l’unico cocktail bar in Italia dei 5 nel mondo (Barcellona, Madrid, San Louis Potosì, S’Agarò Costa Brava), un format che si divide tra il main floor al chiuso e la terrazza dove avviene la magia vera e propria.
La coppia D’Orsi-Rossano (la mano di Giulia architetto è visibile e tangibile dappertutto) è dinamica e capace, contraddistinta da un lavoro di ricerca continua e voglia costante di realizzare nuovi progetti: “non chiamatelo bar, questo è un vero tempio della mixology dove si può assistere ogni volta ad un rito, un’alchimia che realizza l’equilibrio perfetto tra i sapori, un’esperienza sempre unica creata su misura per ogni ospite”, raccontano i due.
A dimostrazione del vero, non dovrete far altro che accomodarvi sui divani o al banco (consigliato se amate lasciarvi ipnotizzare dai gesti rituali) e lasciarvi guidare tra le centinaia di proposte: una lista con cento Dry Martini, un’altra dedicata ai Negroni, la classica con i signature, quella con i Dry and Tonic, i fresh fruit, i frappé ed i mojito.
D’obbligo provare almeno un Martini Cocktail, ca va sans dire, a cui è riservata una porzione del banco, l’“altare” come qui viene definito, e dove vanno in scena le regole d’oro per il perfetto Martini (che non esiste, non dimenticatelo) in grado di emozionare anche i martinisti più esigenti e di lungo corso.
Con una regola in più: dal momento in cui il drink è pronto sul vassoio, non verrà più toccato dal barman ma solo dal cliente servito. A questo punto viene identificato come pezzo unico, numerato e accompagnato da un certificato, mentre il counter presente in terrazza o al main hall si aggiorna di volta in volta. Un rituale, un momento di gloria e di piacere, una coccola unica e memorabile che va in scena sempre con la stessa perfezione.
Di più, le leccornie di chef Affinita arrivano anche quassù per chi volesse stuzzicare qualcosa in accompagnamento ai cocktail come il lussureggiante hot dog di ombrina con pane ripassato in burro chiarificato, parte di salmone per dare il colore molto simile ad un würstel di maiale, spezie e aromi, verza fermentata, maionese con fumetto di pesce, ketchup e senape.
La meravigliosa vista sul golfo di Napoli, il suo Vesuvio e la Baia di Sorrento, con i profumi mediterranei del giardino-orto sottostante, sono inclusi nel prezzo.
Indirizzo
Don Geppi - Dry Martini Sorrento
Corso Marion Crawford 40, Sant’Agnello (NA)
Tel: 0818781876
majesticpalace.it
Foto: Crediti Majestic Palace Hotel