Villa Cordevigo è una bella struttura 5 stelle lusso con i suoi cento ettari di vigneti immersa in una lussureggiante campagna sulle colline del Lago di Garda. È qui che dal 2020 lo chef Marco Marras ha saputo dare continuità alla stella Michelin del ristorante Oseleta.
La Storia e la Struttura
Viviamo in un paese con una impressionante densità di destinazioni affascinanti, da qualunque punto di vista si osservino. Poi ci sono i luoghi di cui ci si innamora e questo accade perché inducono stati d’animo particolarmente intensi: una volta arrivati a Villa Cordevigo la sensazione è quella.Certo, l’albergo voluto dalle famiglie Delibori e Cristoforetti, proprietari anche della Cantina Villabella, è un cinque stelle lusso e tutto così diventa meno complicato, sebbene Lorenza Delibori ci abbia raccontato che dalle parti del 2000 l’idea non fosse esattamente quella: “Siamo nati come azienda agricola negli anni Settanta e abbiamo acquistato una ventina di anni dopo la villa e la tenuta con i suoi cento ettari di vigneti: noi eravamo interessati a quelli, così all’inizio pensavamo di farla diventare un agriturismo e invece col tempo abbiamo puntato più in alto perché allora non c’erano strutture importanti in questa zona”.
Così, passo dopo passo, ha inizio una ristrutturazione lunga, sapiente e rispettosa di questa residenza nobiliare del Settecento con la villa padronale di origine rinascimentale e le sue barchesse laterali, un incantevole giardino all’italiana e la cappella gentilizia del 1500 appartenuta a un vescovo di Crema.
Nel 2011 si inaugurano le prime 18 stanze per arrivare oggi a 35 tra camere e suite (ne stanno nascendo due nuove), una diversa dall’altra, una confortevole spa e il Ristorante Oseleta il quale prende il nome dall’omonima uva autoctona da cui si produce un eccellente vino in purezza: il vigneto si trova a pochi passi da lì. Anche il ristorante all’inizio non aveva particolari ambizioni, se non quella di servire degnamente gli ospiti dell’albergo.
Il Ristorante e lo chef
Racconta Lorenza: “Il primo chef Giuseppe D’Aquino era uno al quale piacevano le sfide: un hotel nuovo, noi che non eravamo nati come albergatori. Abbiamo avuto per un paio d’anni la consulenza di Antonino Cannavacciuolo e poi è arrivata la stella Michelin che proprio non ci aspettavamo: ha contribuito molto ad attirare nuova clientela appassionata di alta cucina”.D’Aquino se n’è andato, la stella però è rimasta. Merito di Marco Marras, sardo giramondo come molti suoi conterranei, il quale ha saputo tenere alta (e probabilmente sollevare ancora un po’) l’asticella della cucina: “In realtà non è stato facile, quando ho saputo che da secondo sarei diventato lo chef. Ero incredulo perché da dietro le quinte sarei dovuto salire sul palcoscenico. In ogni caso poi è andata bene, lo sentivo un ruolo mio, perché comunque già con il ruolo di sous chef gestisci tutto. Allo stesso modo la sensazione è stata molto particolare, perché pur sapendo di poterlo fare sentivo il peso legato a una struttura del genere”.
In effetti, come volevasi dimostrare, Michelin ha confermato il suo giudizio. Marras, classe 1988, di Bosa, capisce subito che l’istituto tecnico non fa per lui e si converte all’alberghiero. Qualche stagione al Cala di Volpe “un vero trampolino” e poi Italia, Europa e America. Lavora a Ginevra, a Portofino, alle Hawaii dove apprende molte tecniche legate al pesce e abbinamenti di sapori orientali.
Impara molto al Bio Hermitage di Madonna di Campiglio da Paolo Cappuccio (lo seguirà poi alla Casa degli Spiriti a Costermano). Insomma, si dà da fare e forma il suo stile di cui non mancano i richiami alla terra d’origine e quella che lui stesso definisce “un’armonia mediterranea, una cucina semplice con pochi ingredienti essenziali, senza troppi orpelli ma con contrasti ben presenti”. E, in effetti, i suoi piatti sono espressioni confortevoli ma mai banali, adatte allo spirito di un luogo elegante qual è l’Oseleta.
Marco ci tiene al suo team di una decina di persone, tutti sotto i trentacinque anni e, in particolare, a due pilastri come suo secondo Luca Canudu e al pasticciere Fabio Capogna. Non manca però nobilmente di ricordare i responsabili di sala Daniele e Jon: “Sono loro che fanno il lavoro importante fuori”.
I Piatti
Entrate squisite precedono la raffinata Battuta di salmerino con quinoa, salsa al basilico e caviale Beluga e il succoso, dolce Scampo al miele con la piacevolissima nota acida del frutto della passione e una granita di mandorla a completare. Molto buone le Linguine con crema d’aglio, gambero rosso e caviale in un bilanciamento perfetto tra gli ingredienti.Piatto da non perdere il Doppio plin con jus di vitello e tarassaco, pasta perfetta e ripieno altrettanto. Realizzato con maestria l’Astice con foie gras, mela verde e salsa ai crostacei. La parte salata termina in bellezza con la succulenza dell’Agnello servito con sedano rapa, puntarelle e chutney di albicocca.
La presenza di un pastry chef è palese e si traduce in dolci di fattura eccellente, tra i quali il fresco e armonioso Fragola, rabarbaro, yogurt e il goloso Come una foresta nera. Se la carta dei vini è vasta e interessante, con abbinamenti al piatto azzeccati, non perdetevi una vecchia annata di Villa Cordevigo bianco, non ve ne pentirete.
Indirizzo
Ristorante OseletaIndirizzo: Località Cordevigo, 37010 - Cavaion Veronese (VR)
Tel. +39 045 723 5287
Sito Web: ristoranteoseleta.it