L'Hotel
La ripartenza fissata per il 12 febbraio, con le dovute precauzioni e le incertezze di una stagione flagellata dall’onda lunga del Covid, tra regioni colorate e dubbi a scadenza quasi quotidiana, sembra aver gettato uno spiraglio di luce anche nella valle innevata di Cogne, all’ombra del Gran Paradiso.In un’area geografica conosciuta più agli amanti delle passeggiate nella natura, ai fondisti e a chi cerca un’oasi di pace, questa lingua di strada a fondo chiuso che si inerpica dolcemente fino ad arrivare a Cogne è ben diversa da quelle trafficate e più vivaci del classico weekend tra i monti o della settimana bianca. Da queste parti mancano gli impianti di risalita e quelle attrazioni turistiche che sono il miele capace di attirare non gli orsi, che pure qualche volta sono stati avvistati, ma le frotte di turisti da spritz sulle piste e con l’obbiettivo di raggiungere abbronzature sfacciate.
Cogne invece riesce ancora oggi a unire in un sol colpo il piacere della montagna vera, che riserva ai suoi ospiti tradizioni radicate nella cultura locale tra usi, costumi e gastronomia dal gusto alpino. Ma al tempo stesso si pone come località dall’eleganza misurata e quasi sottovoce, perfetta per una clientela che sa nutrirsi di emozioni più sottili e sincere. Il luogo che in qualche modo è simbolo dell’ospitalità cognense è, dal 1925, l’Hotel Bellevue della famiglia Jeantet-Roullet, membro Relais & Chateaux.
L’albergo, che ha all’interno una magnifica Spa, è posizionato in un angolo dello spettacolare prato di Sant’Orso, ai margini del centro cittadino, ed è stato fondato tre anni dopo l’istituzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, arrivando ai giorni nostri praticamente intatto nello spirito, nello stile e nella gestione sempre oculata di una famiglia che, oggi, vede in prima fila la giovane Laura ad occuparsi delle varie realtà all’interno e fuori della struttura.
Si perché Bellevue a Cogne non vuol dire solo l’albergo, ma anche negozi, brasserie e locali firmati dalla stessa famiglia.
Brasserie du Bon Bec
A partire dalla Brasserie du Bon Bec nel centro del paese, testimone della cultura gastronomica alpina tra solidi piatti di grigliata, con il gustoso Gratin di patate e tutte quelle preparazioni che raccontano molto della valle così come delle commistioni con la vicina Francia (e si può degustare la Tartiflette che è un must della Savoia), tra una Frecachà (carne di vitello, patate e cipolle saltate, servite in padella con insalatina di cavolo verza), una Fondue Chinoise (carne messada di manzo, da cuocere nel brodo, con l’accompagnamento di diverse salse, tuorlo d’uovo, riso e patate fritte) e le ottime lumache in stile borgogna.Poco distante si osservano (e si possono acquistare) i manufatti artigianali del Marché aux Puces, una elegante boutique di montagna dove stupirsi di fronte alla bellezza degli oggetti della tradizione alpina, ma già poca distanza in direzione dell’albergo, si trova l’ottimo Bar a Fromage che, come dice bene il nome rappresenta le varietà casearie della valle ma non solo.
Foto di Benedetta Bassanelli
Ristorante e Petit Restaurant
Entrando nella sala del ristorante si avvertono i profumi decisi della cucina locale, ma anche il calore dell’ambiente determinato da un bel camino, i ricordi dell’artigianato locale alle pareti e il piacere della storia culinaria di Cogne.Ecco così arrivare al tavolo la classica Raclette valdostana, cui si aggiungono la delicatissima Trota salmonata di Lillaz, una località a pochi chilometri da Cogne, la Favô, un piatto che unisce pasta corta, fave, pomodoro, fontina e croutons di pane nero, o la Fonduta maison. Inutile dire che un assaggio delle specialità casearie dell’arco alpino è indispensabile. L’affinatore bergamasco Roberto Novali ormai da anni nello staff del Bellevue, ha saputo creare una cantina di delizie che si spingono su altri territori e che finiscono anche alle tavole interne all’hotel, tra colazioni, pranzi e cene. E a questo riguardo, la proposta gastronomica prosegue con altre due realtà più a portata di mano dell’ospite.
All’interno dell’albergo il cuoco a dettare i ritmi ormai da diverse stagioni è il bravo Luigi Iacovone che distribuisce i suoi sforzi sul ristorante Bellevue, il salone principale, con una cucina decisa nell’abbracciare in egual modo terra e mare, Alpi e Mediterraneo, con la Paillard di vitello e i Paccheri al ragù di agnello, ma anche il Cartoccio di pesce con verdure all’acqua pazza e il Lomo di baccalà in csseruola, cui si aggiunge il francesismo delle Costolette di agnello alla Villeroy.
Ben più esclusiva e originale rimane la proposta del Petit Restaurant, la chicca gastronomica e lo spazio dedicato alla cucina d’autore, premiato dalla Michelin con la stella ormai da diversi anni. Un ristorante che, come dice il nome, è davvero piccino e presenta solo quattro tavoli per un massimo di sedici ospiti.
La mano del cuoco si muove sempre a 360 gradi e spazia con decisione in una cucina capace di raccogliere spunti marinare e sapidità montanare, guardando anche oltralpe, ma l’approccio è totalmente diverso. Il Petit vive di una creatività più incisiva, mai sopra le righe ma che sa unire equilibrio e gusto a uso e consumo di una clientela che, in ogni caso, non richiede troppe sorprese nel piatto.
Gli spunti e i dettagli sono il focus determinante a rendere la sosta al tavolo diversa da quelle delle altre realtà del Bellevue. Come dice bene la Neve di foie gras con trota affumicata, patate e yogurt, dall’estetica un po’ retrò forse ma convincente al palato, così come i Fagottini con calamari, ceci e limone, o il Cervo con kumqut, melograno e castagne.
La ripartenza del 12 febbraio porta all’immediata apertura, insieme all’albergo, del ristorante Bellevue e dell’esterna Brasserie du Bon Bec. Per il Petit restaurant e il Bar a fromage bisogna invece attendere il giorno in cui si tornerà a sedere ai tavoli per la cena.
Foto di Benedetta Bassanelli
Indirizzo
Bellevue Hotel & SpaRue Grand Paradis, 22 - Cogne (Ao)
Tel. +39.0165.74825