"Sulla carta era un azzardo, ma poi abbiamo guardato Modena da un’altra prospettiva”. Con Casa Maria Luigia, Massimo Bottura e Lara Gilmore continuano ad ampliare il concetto di guesthouse, richiamando tutto il mondo nella meravigliosa campagna emiliana. Alla scoperta di una dimora senza eguali, dal “rito della colazione” alle visite in Acetaia.
Casa Maria Luigia: storia di una guesthouse di fama mondiale
Ricordo perfettamente la giornata estiva a bordo piscina, la casetta di legno lì accanto e le sue porte spalancate. E Lara che immergeva un retino nell’acqua, cercando di catturare e liberare una rana. Quella mattina aveva fatto giardinaggio, fra rose ed api davanti a un campo di girasoli. Piccole ciocche di capelli umidi incorniciavano il suo viso, luminoso e leggermente arrossato per il caldo. E da qualche parte nelle vicinanze, la colonna sonora di bee-bee-dee-bop. Le note portate dal vento mentre Massimo sostituiva Mingus con Monk.
Che spettacolo per una mattina d'estate a Modena. L’habitat verdeggiante di Casa Maria Luigia è un rifugio dalle tensioni della vita moderna. Questa antica guesthouse del XVIII secolo è letteralmente incastonata nella campagna emiliana e, si sa, nella terra dello “slow food, fast cars” il relax è la miglior ricetta.
Fra i campi appena fuori Modena, nella Pianura Padana, Massimo Bottura e Lara Gilmore hanno adornato Casa Maria Luigia secondo le loro naturali inclinazioni, dall’arte al design, ai fiori stagionali che impreziosiscono il giardino. Gli ospiti sono incoraggiati a trascorrere il loro tempo rilassandosi, esplorando i dintorni, leggendo, mangiando, dormendo, nuotando, passeggiando e sorseggiando Lambrusco. Tutte attività in cui sono maestro.
C'è sicuramente un che di familiare in questa dimora bucolica: è casa tua, oltre che loro, dalla porta sempre aperta. Un tuffo rinfrescante in piscina seguito da un riposante pisolino sull'amaca in giardino. E ancora Lambrusco. E tanto cibo. "È davvero una casa," conferma Massimo, che ha praticamente fatto per la gastronomia mondiale quello che Pavarotti -anche lui modenese puro- ha fatto per la musica decenni prima. "Casa Maria Luigia è un'estensione di Osteria Francescana. È un luogo in cui possiamo ampliare il significato della parola ‘ristorante’. Non in termini stretti, ma nel suo senso più profondo: la parola deriva dal latino ‘reficere’, ‘ristorare’. Questa è ospitalità per noi, ristorare l'anima."
Con Lara hanno acquistato all’asta una tenuta abbandonata nel 2017: forse scovare questa villa di campagna, allora vuota e ricoperta di erbacce, è stato destino. Lei ammette: "Sulla carta, non avrebbe mai potuto funzionare. Ma abbiamo chiuso gli occhi e già sentivamo i suoni della natura, della musica, della cucina e degli ospiti che ridevano. Abbiamo guardato Modena da un punto di vista diverso. Lontano dal centro della città, con i campi di erba medica che si estendono all'orizzonte e gli Appennini in lontananza."
Tuttavia, non è stato facile. Casa Maria Luigia ha affrontato le sue sfide. Tempeste, tornado e intense piogge hanno devastato gran parte della città nell'agosto del 2022. Poi ancora, a maggio di quest'anno, con il fiume Savio che ha straripato a Cesena, nel cuore dell'Emilia-Romagna. I giardini di Casa Maria Luigia sono stati sommersi e alcuni alberi centenari sradicati. Madre Natura ha inferto un duro colpo al paesaggio. Pian piano, tutto è tornato alla normalità: come molti fenomeni naturali, questo posto è il risultato di cambiamenti repentini e inaspettati.
Ora, nuove radici scavano percorsi sottoterra e le rose fioriscono a ritmo di musica. Si è tornati al lavoro, sia per i nuovi ospiti, che per quelli di sempre- ed io ho fatto lo stesso. Ah, relax. Passami quel pezzo di Parmigiano e una bottiglia di Lambrusco, per favore. Il tempo qui scorre in modo diverso, dentro un affresco di puro fascino emiliano. Quel suono rauco e melodico della colonna sonora di Massimo portato via dal vento…
La proposta gastronomica
Massimo e Lara hanno trasformato anche un vecchio fienile all’interno della tenuta in un piccolo ristorante chiamato Francescana at Maria Luigia; qui la cucina e lo sviluppo del menu sono affidati all’executive chef Jessica Rosval.
In un gioco di rimandi con il celebre percorso degustazione di Osteria Francescana, gli ospiti possono sperimentare l'intera gamma delle creazioni che sono valse all’insegna tre stelle Michelin e il primo posto nella lista dei 50 migliori ristoranti del mondo (2016 e 2018). Il menu, quasi fosse una macchina del tempo, ma sempre attuale, presenta una selezione di piatti ideati in 28 anni di sperimentazione creativa dell'Osteria Francescana. Se vivete anche voi sul Pianeta Terra, è probabile abbiate già sentito parlare de "La Parte Croccante della Lasagna", "Strawberry Fields Forever" e "Oops! Mi è caduta la crostatina al limone".
Il ristorante dentro l’ex fienile diventa anche il punto focale della colazione, un luogo in cui gli ospiti dallo sguardo ancora assonnato possono iniziare lentamente la giornata. C'è qualcosa di sacro nella colazione. Non è solo il pasto più importante di tutti, ma una sorta di rito religioso -soprattutto in questa zona d’Italia. La colazione qui è qualcosa di diverso, di spirituale. Jessica e il suo team preparano tutto espresso, con freschissimi prodotti locali. E gran parte del banchetto prende vita grazie al fuoco, nel grande forno a legna esterno.
Essendo un posto frequentato da ospiti di tutto il mondo, la colazione deve soddisfare al meglio i gusti di ciascuno. L'abbondanza e la varietà della scelta, quindi, sono tali da sorprendere tanto i foodies internazionali quanto i robusti palati locali. Il cotechino è la prima di una serie di delizie che arrivano al tavolo fumanti, golosissime, eppure si farebbe fatica a terminar tutto. D’altra parte, è impossibile resistere al prosciutto di Modena, allo zabaione e allo gnocco fritto con ricotta e gocce di aceto balsamico Villa Manodori.
Nel 2022, Casa Maria Luigia si è espansa ulteriormente grazie all’acquisizione e al recupero di una proprietà vicina, ribattezzata “Acetaia Maria Luigia”. L'edificio adiacente ospitava una vecchia azienda per la produzione di aceto fondata nel 1969, con oltre 1.400 botti di quercia, castagno, ciliegio, gelso, ginepro e frassino, alcune risalenti al 1900. Oggi è un'estensione naturale del microcosmo Casa Maria Luigia. Qui viene prodotto aceto balsamico artigianale in quantità limitate, ricavato da uve Trebbiano con metodi tradizionali e in pieno stile modenese.
Il primo vigneto è stato piantato nel '69, e i copiosi filari di uve Trebbiano continuano a prosperare come un tempo. C'è persino un’area espositiva al piano inferiore che racconta la storia dell'edificio, con opere d'arte moderne a decorare le pareti e installazioni luminose che pendono dalla sala delle botti; si possono ammirare i capolavori di Ingo Maurer, Kehinde Wiley e Olafur Eliasson, oltre a partecipare ad un vero e proprio tour guidato per esplorare l'Acetaia, assaporando aceti balsamici con decenni d’età.
L'interesse e l'impegno di Massimo e Lara nel preservare la tradizione dell'aceto balsamico risalgono al 1996 e alla nascita di loro figlia, Alexa. In realtà, già un anno dopo l'apertura dell'Osteria Francescana producevano aceto balsamico con la firma di Villa Manodori. "Era inevitabile", dice Massimo, secondo cui i lunghi tempi di produzione dell’aceto sono paragonabili al suo approccio alla vita. "Come poteva non essere così? È il ‘mood modenese’; le botti dormono e invecchiano, silenziose per decenni, mentre le Ferrari e le Maserati sfrecciano via. Sai, i Romani rendevano il dualismo tra lentezza e velocità con l'espressione: Festina Lente. Si traduce come "Affrettati lentamente" e mi è sempre piaciuta. 'Cresci lentamente, come un albero', è qualcosa che anche il padre di Lara mi disse una volta, e l’affinamento dell'aceto rende benissimo l'idea".
Un anno fa, Massimo e Lara si sono uniti al resto del team nei campi per la prima vendemmia. Quella mattina di settembre è stata un momento decisivo nella storia della Francescana Family, durante la quale tutti hanno lasciato i ristoranti per qualche ora in modo che il maggior numero possibile di persone potesse aiutare nella raccolta delle uve. Il mosto viene cotto e fatto ridurre sul fuoco fino alla metà del suo volume iniziale, prima di essere lasciato fermentare naturalmente. Visitando la tenuta il mese scorso, ho preso parte allo stesso “rito”, con Massimo al volante di un trattore verde e il team in vigna, forbici alla mano.
A settembre di quest'anno è stato inaugurato un altro ristorante in loco, chiamato Al Gatto Verde a Casa Maria Luigia, o semplicemente Al Gatto Verde, in occasione della celebrazione dei tre anni di Tóla Dólza, il brunch domenicale incentrato sulla brace e presente sin dal giugno del 2020 nella guest house. La cucina a vista e la sala da pranzo sono giocate sulle tonalità di verde per richiamare la campagna circostante.
Al Gatto Verde nasce in primis per esaltare le infinite potenzialità del fuoco, utilizzando prodotti locali e "accogliendo l'imprevisto", come dice Massimo. È anche uno spazio in cui Jessica può esprimere appieno se stessa, oltre a curare la proposta gastronomica di Casa Maria Luigia in cui vengono replicati i piatti iconici di Osteria Francescana. Lei precisa: "La nostra cucina Al Gatto Verde è ispirata dai meravigliosi campi e vigneti che attorniano la tenuta, nonché illuminata dal fuoco. Questo luogo magico rifugge ogni definizione e permette alla creatività di correre libera."
L’insegna riprende anche il leitmotiv del dialogo costante tra cibo e arte. Ovvio – cos’altro potremmo aspettarci dall’intesa creativa Bottura-Gilmore? Le opere di Mike Bildo insistono sul tema della “negazione” con dipinti come "NON Pollock", "NON Stella" e "NON Warhol", e con installazioni multimediali come "FATE" di Jack Pierson e "Cash Cow" di Andy Warhol. Inoltre, le sculture di Sandro Chia, Mimmo Paladino, Gavin Turk e Jim Dine arricchiscono gli spazi esterni di elementi lirici e poetici.
Al posto di Tóla Dólza, qui si terrano eventi di musica dal vivo nel fine settimana, tra le sculture del cortile e accanto all’Acetaia. Sì, ricordo tutto come fosse ieri: l’estate, la piscina e la rana che faceva il bagno. Lara con i suoi fiori. Massimo con i suoi vinili, che batteva le dita al ritmo di The Duke. Jessica mentre cucinava davanti al forno all'aperto. La colazione con le sue strepitose delizie espresse. Casa Maria Luigia è la dimora familiare che è sempre stata destinata ad essere. "Sulla carta, non avrebbe mai potuto funzionare", diceva Lara. Ma oggi siamo di fronte a un tale spettacolo! Per me è stato fisicamente doloroso partire.
Steinbeck ha scritto: "Conosco persone che sono così prese dalle mappe stradali da non guardare mai il paesaggio che attraversano". Beh, quando sei in Emilia-Romagna, faresti meglio ad alzare gli occhi di tanto in tanto, per goderti le stradine che solcano Modena e la sua meravigliosa campagna. Oltre al costante rumore dei trattori e ai campi di girasoli, sentirai il profumo dei dolci cotti a legna sulla scia provieniente dal forno di Jessica. C'è così tanto da vedere, annusare e gustare; così tanto da vivere per gli ospiti; e non penso che sia finita qui. Casa Maria Luigia è realmente, profondamente e inequivocabilmente una casa lontano da casa. La tua casa e la loro.
Indirizzo
Casa Maria Luigia
Stradello Bonaghino, 56, 41126 Modena, MO, Italia
Telefono: +39 059 469054
Email: info@casamarialuigia.com