Quando l’hotel abbraccia un intero paese: a Sutrio si vive l’albergo diffuso, con tante proposte dallo sport alla cultura, fino al benessere e alla gastronomia. Alla scoperta di Borgo Soandri.
In Carnia, il cui nome ricorda la tribù celtica dei Carni, antichi abitatori di tutto il Friuli-Venezia Giulia, si trova Sutrio, un piccolo paradiso che offre un intero menu di indimenticabili esperienze per appassionati gourmet. Siamo in un territorio di montagna in cui l’aria è tagliente e il profumo del bosco rigenerante. Qui ospitalità, artigianato e materie prime eccellenti la fanno da padrone. Questo luogo ha un grande senso di ospitalità, come la gente che lo abita e lo custodisce e questo spirito lo vuole dimostrare ai suoi visitatori, coinvolgendoli attraverso tutta una serie di attività esperienziali che accorciano le distanze e scaldano i cuori.
Sutrio è stato uno dei primi luoghi abitati della Valle del But e conserva un prezioso centro storico con strette vie lastricate e con tipiche case in pietra. Il paese è conosciuto in tutta la ragione per la sua tradizione di falegnami e intagliatori del legno.
Oltre alle possibilità di esperienze sportive e sciistiche, grazie alla vicinanza del Monte Zoncolan, Sutrio propone un turismo che promuove esperienze di scoperta e valorizzazione del proprio patrimonio, sia edilizio, grazie alla creazione del modello Albergo Diffuso, sia culturale, attraverso mostre, manifestazioni, eventi, che spaziano dall’arte della lavorazione del legno, alla riscoperta della fienagione, alla tradizione norcina della Carnia, ai sapori del territorio anche attraverso i piatti tipici come i tradizionali Cjarsons.
Sutrio: un paese esperienziale
A Sutrio le esperienze sono coinvolgenti e tagliate su misura, grazie a persone uniche e autentiche, che si mettono a disposizione per coinvolgere i visitatori e per valorizzare le bellezze del luogo. Persone come Silvio Ortis, Presidente dell’Albergo Diffuso, che rappresenta la saggezza e la memoria storica di questi luoghi, o come Ursula Puntel, che conosce prati e boschi e che vi consentirà di fare una vera e propria escursione botanica, per imparare a riconoscere le erbe spontanee tipiche della ricca flora carnica e apprendere i segreti, per il loro utilizzo anche in cucina. Con le erbe raccolte ci si può poi affidare a Chiara Selenati, perfetta padrona di casa e custode di antiche ricette, che vi potrà insegnare a realizzare, con coinvolgenti corsi di cucina, i migliori piatti della tradizione.
Le esperienze da vivere sono per tutti i gusti: le proposte – che cambiano da stagione a stagione - vanno dallo sport alla cultura, dal benessere alla gastronomia. Inoltre, con Visit Zoncolan, le esperienze sono adatte a tutti, dalle famiglie agli sportivi. C’è la possibilità di osservare da vicino l’arte della produzione locale, grazie a realtà portate avanti dai giovani del luogo, come la macelleria “La vecje Becjarie” dove Matteo Nodale usa le antiche tecniche di affumicatura, tramandate dalla sua famiglia; oppure entrare all’interno dello storico caseificio Alto But, guidati dalla maestria casara Patrizia Tomat, dove sarà possibile scoprire come si producono artigianalmente i prelibati latticini come ad esempio lo Stelutis (stracchino) o il Pastorut (formaggio erborinato).
L’intero paese si trasforma in un grand hotel
Con l'Albergo Diffuso Borgo Soandri si realizza un vero e proprio modello di ospitalità che si propone di far vivere al turista l'esperienza, unica, di inserirsi nella vita di un paese e di farne parte, a contatto con luoghi, saperi e sapori che non troverà altrove. Nato oltre 25 anni fa dall’idea di Leonardo Zanier di mettere in rete il patrimonio edilizio del paese, ora è diventato volano di uno sviluppo turistico a impatto zero, con un occhio di riguardo per l’ambiente, nel rispetto della popolazione e della tradizione locali, rendendolo una componente essenziale dell’offerta turistica.
Oggi la disponibilità è di oltre 150 posti letto, suddivisi in 35 appartamenti, che diventano un unico “Albergo” coordinato e organizzato come una sola struttura ricettiva. La particolarità sta proprio nel fatto che le camere d’albergo, invece che essere fisicamente situate in un unico edificio, sono sparse nell’antico borgo di Sutrio e nelle sue frazioni: il turista ha quindi l’opportunità di vivere in un ambiente non artefatto, di immergersi nella vita del paese e di godere appieno del relax offerto dalla quiete del luogo. Inoltre quello dell’Albergo Diffuso è un interessantissimo modello di sostenibilità, dato che non costruisce edifici ex novo, occupando altro terreno, ma ristruttura case già esistenti che, se non abitate, sarebbero destinate ad un possibile abbandono.
L’Albergo Diffuso mette a disposizione degli ospiti tutti i servizi tipici di un tradizionale albergo: reception (dove fra l’altro si può ritirare un’audioguida che porta alla scoperta degli angoli più suggestivi di Sutrio e ne racconta storia e leggende), fornitura della biancheria da bagno e da camera, cambio della biancheria, pulizia dei locali. Un plus è la ricca prima colazione recapitata in camera all’interno di un caratteristico cesto di vimini, che comprende sia scelte dolci, come crostata e biscotti artigianali, yogurt fresco e marmellate, sia salate, come uova fresche, formaggi e salumi nostrani. I prodotti vengono acquistati da aziende agricole e produttori locali, garantendo freschezza, genuinità, sostenendo il commercio locale. Recentemente anche le telecamere della fortunata trasmissione “Bruno Barbieri - 4 Hotel” hanno messo in evidenza tutte le virtù di questo borgo, incoronandolo vincitore come miglior Albergo Diffuso della Carnia.
Il lato gourmet
La gastronomia, proposta in rustici ristoranti e accoglienti trattorie, è molto curata, legata ad ingredienti tipici e genuini della montagna, esaltati dalla grande ricchezza di erbe spontanee, che crescono in questa zona e di spezie particolari, introdotte dal passaggio di molte popolazioni. Incastonato nel centro storico di Sutrio troviamo l’Osteria da Alvise, che da 3 generazioni è diventata meta irrinunciabile di raffinati gourmet. Siamo in quella che un tempo era una sorta di bazar, con mescita di vino di proprietà della famiglia, che l’ha poi riconvertito in trattoria ristrutturata con un piacevole stile alpino contemporaneo.
A poca distanza è stata aperta anche un’enoteca, denominata “Il Marangon”, che propone taglieri di salumi e formaggi locali, panini caldi, burger gourmet, focacce e tante altre proposte per un pranzo o una cena informale accompagnate da birre artigianali e vini delle migliori cantine regionali. E per chi volesse vivere un’esperienza completa, sono disponibili anche 25 camere, di cui una parte in una nuova area, con raffinate soluzioni di ospitalità, che includono anche una moderna SPA.
Da Alvise si respira un’aria genuina e ospitale, un'atmosfera in cui la tradizione gastronomica carnica viene esaltata dal talento dello chef Giacomo Della Pietra, che attinge a piene mani e con libertà di pensiero dal repertorio della tradizione, esaltandone con misurata leggerezza prodotti e piatti ormai dimenticati. Interessanti gli abbinamenti enoici grazie all’ampia selezione di vini del territorio. Giacomo ha imparato a cucinare dalla nonna Maria, di cui prepara ancora i tipici cjarsòns, una sorta di ravioli con un ripieno dolce/salato. Oggi affiancato dalla mamma Elena (che tuttora prepara ad arte i dolci) e il papà Enzo che coordina la sala.
Ci troviamo davanti ad una cucina istintiva e concreta che va dritta al cuore e che punta sulla freschezza degli ingredienti e sulle eccellenze del territorio. I piatti proposti ne sono un esempio. Già dagli antipasti la tradizione carnica si fa sentire con il “Toç in Braide” impreziosito da funghi locali: una polentina molto tenera di farina di mais, cotta a fuoco lento e guarnita con formaggio e funghi. In carta, oltre ai tipici frico e cjarsòns, troviamo anche diverse interpretazioni a base di selvaggina. Utilizzata come ripieno di prelibati ravioli o in purezza, come nel controfiletto di cervo, servito con polenta e marmellata di mirtilli rossi, che abbiamo abbinato ad un Collio Merlot Russiz Superiore 2020. Tra i dolci, imperdibile il Tiramisù, nella sua versione tradizionale carnica, che trae le sue origini a Tolmezzo (Ud) negli anni ’50 del secolo scorso.
Lasciamo Sutrio con la consapevolezza che in questo luogo si assapora ospitalità genuina e dal fascino autentico. Un paese che è albergo, in cui si è accolti come amici da una comunità ospitale. Qui ogni momento è rigenerante grazie al ritmo di vita di un borgo di montagna autentico e vitale, dove i bambini corrono ancora per strada, le persone si salutano guardandosi negli occhi e verso sera ci si ritrova in osteria per condividere un bicchiere di buon vino e scambiare quattro chiacchiere.
Via Romano Linussio, 1, 33020 Sutrio, UD, Italia
Telefono: +39 0433 778921