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Mosnel Riserva 2007 Pas Dosé, un Franciacorta dalla classe sorprendente

di:
Marco Colognese
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copertina franciacorta mosnel

Mosnel Riserva 2007 Pas Dosé Riedizione 2022

L'azienda


La memoria per l’azienda Mosnel va al 1836, anno nel quale la famiglia Barboglio viene in possesso di una tenuta agricola con produzione di vino come attività principale a seguito di un’eredità. Questo accade a Camignone nel bresciano, dove si trova anche la bella villa del XVII secolo che era parte della tenuta.


La prima svolta storica avviene nel 1954 con Emanuela Barboglio che a diciott’anni inizia la trasformazione della tenuta in un’azienda vitivinicola moderna; nel 1967 prende vita il disciplinare di produzione di Mosnel e Roccolo è il primo vigneto della DOC Franciacorta, riconosciuto un anno dopo. Il nome attuale (oggi senza articolo), che deriva dal bresciano ‘pietraia’, nasce nel 1976; tre anni dopo la produzione, fino ad allora da leader di mercato nello Charmat, si orienta al Metodo Classico.


Giulio, figlio di Emanuela che con la sorella Lucia gestisce ora Mosnel, ci racconta: “Nel marzo del 1990 nasce il Consorzio della Franciacorta; puntando a ottenere la DOCG si doveva andare a sostituire il disciplinare del 1967 e bisognava che tutti i soci fondatori fossero d’accordo per abolire il metodo Charmat. Gli unici a farlo eravamo noi, perché con quello eravamo partiti. Andava molto, ne producevamo duecentomila bottiglie, la metà delle quali si vendeva sulla piazza di Milano. Mamma avrebbe potuto porre il veto, ma ha avuto la lungimiranza di capire che non avrebbe avuto senso".



"Ricordo ancora l’audizione, tutti la guardavano mentre il rappresentante dello stato leggeva la modifica ricordando ‘vi ricordo che basta un solo voto contrario di un avente diritto’. Mamma è stata zitta e morale della favola ci siamo trovati a perdere volontariamente un mercato da duecentomila bottiglie, sperando di fare qualcosa che dopo tanti anni siamo riusciti a realizzare e oggi produciamo solo metodo classico Franciacorta Docg. Il risultato è arrivato lentamente, passando per tanto vino bianco e tanto rosso: poco metodo classico che era un prodotto difficile perché aveva un prezzo troppo alto all’epoca.”


Questa la storia della donna ritenuta ‘la madre’ del Franciacorta: è infatti di Mosnel e risale al 1995 la prima etichetta di Metodo Classico della DOCG. Emanuela Barboglio scompare nel 2007, da allora i figli hanno continuato la sua strada. Già nel Catastico Bresciano vengono citati i “perfettissimi vini” di Camignone, proprio dove si trovano le vigne di questo produttore, a sud del Lago d’Iseo tra le colline moreniche. Si tratta di 41 ettari divisi in 18 vigneti, quasi tutti sviluppati intorno all’azienda, condotti in regime biologico. 7 di questi (15%), caso non frequente per la Franciacorta, sono dedicati al Pinot Bianco.


Lo Chardonnay domina con il 70%, il Pinot Nero si attesta sul 15% e dal 2019 c’è anche un ettaro a Erbamat, antica varietà autoctona presente nel disciplinare e nota per la sua acidità. L’altitudine media delle vigne, esposte per la maggior parte a Est/Sud-Est è sui 250 metri sul livello del mare: grazie ai venti che provengono dalla Val Camonica, mitigati dal Lago d’Iseo e dalle vicine Prealpi bresciane, le nebbie in inverno sono pressoché assenti e l’aria afosa del periodo estivo molto ridotta. I terreni sono di tipo morenico profondo e fluvio-glaciale.


Mosnel è un’azienda molto attenta a un tema particolarmente caldo in questo momento storico come la sostenibilità, e diverse sono le azioni messe in atto per renderla realtà. Esempio tra tutti, l’utilizzo tra le prime in Italia di un atomizzatore a recupero, macchina con una controparete in grado di recuperare i prodotti relativi ai trattamenti fitosanitari non andati a segno, con un conseguente risparmio del 40% sui trattamenti e una riduzione fino al 92% della dispersione al suolo degli stessi. Dalla metà di agosto ai primi dieci giorni di settembre si vendemmia manualmente in casse da 15 kg che vengono portate subito in cantina. I grappoli subiscono una pressatura soffice che genera tre basi di diversa qualità che vengono poi divise per vitigno, vigneto di provenienza e frazione di pressatura. Vengono fatte fermentare separatamente a temperatura controllata in piccole botti di rovere o vasche in acciaio fino a primavera, in relazione a quanto valutate adatte all’invecchiamento.


Per tutti i Franciacorta si usano comunque in percentuali diverse le barrique in rovere francese almeno di secondo passaggio. A primavera il team tecnico coordinato da Giulio Barzanò con l’enologo Flavio Polenghi mette insieme i vini per formare le diverse cuvée che andranno a rifermentare in bottiglia. Si avvia quindi il tiraggio con la presa di spuma; da lì in poi le bottiglie rimangono accatastate in media tra i 24 e i 60 mesi, ma si arriva anche a oltre 100. Dopo il completamento del remuage e il riposo, avviene la sboccatura: nei pas dosé si aggiunge solo il vino necessario per tornare al volume iniziale, negli altri si aggiunge una liqueur con Franciacorta base e zucchero. Qualche mese di affinamento e i vini sono pronti ad andare sul mercato.


Il vino


La gamma è composta da quattro ‘senza annata’, tre millesimati, una riserva speciale di Pas Dosé e dalla fine del 2020 ci sono anche i vini del progetto Riedizione, rimasti sui lieviti più a lungo. Tra questi ci ha affascinato in particolare il Riserva 2007 Pas Dosé Riedizione 2022, vino di una finezza davvero notevole con i suoi quattordici anni di affinamento.


Racconta Lucia Barzanò “Quello delle Riedizioni è un progetto in cui crediamo moltissimo. Sappiamo che il tempo è il migliore alleato dei nostri Franciacorta e ci emozioniamo ogni volta che assaggiamo un calice in così perfetta armonia. Il lungo riposo sui lieviti dona al vino un carattere unico, bisogna avere la pazienza di attendere”. Uscita da un’annata con un inverno piuttosto mite e un’estate con temperature più basse rispetto alle previsioni, questa riserva ha beneficiato del notevole sbalzo termico nei giorni che hanno preceduto la vendemmia, esaltandone la freschezza e profumi di intensa fragranza, con importanti note floreali e fruttate.


Il Pinot Bianco è stato vinificato in acciaio, mentre Chardonnay e Pinot Nero sono passati in piccole botti di rovere francese. A seguito dell’assemblaggio è stato aggiunto lo sciroppo di tiraggio. La lunga maturazione ha regalato una magnifica complessità: uno scintillante color oro, con sentori che vanno dalla camomilla a eleganti note di agrumi e una leggera speziatura. Vien voglia di berne subito ancora dopo il primo calice, sia per la sua fresca sapidità sia per quella vellutata persistenza. Un vino che sa suscitare emozione.


Indirizzo


Mosnel di Emanuela Barboglio e Figli
Contrada Barboglio, 14 - Ingresso da Via G.C. Abba, 38
25050 Camignone - Brescia - Italia
Tel:+39.030.65.31.17 - E-mail: info@mosnel.com

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