Weekend Wine

Castello di Gabbiano: la “fortezza dei gourmet” con alta ospitalità e cantina centenaria

di:
Marco Colognese
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copertina castello di gabbiano

Tenuta di grande fascino tra vino e alta ospitalità, il Castello di Gabbiano custodisce una delle prime cantine produttrici di Chianti Classico. Ma c’è tanto altro da vedere (ed assaggiare).

La storia

Si sa che la Toscana è una terra che offre emozioni di ogni genere: storia, paesaggi sublimi, enogastronomia; è impossibile imbattersi in un angolo di questa regione senza rimanere incantati per quel che si incontra. Ancor più bello è sorprendersi per una realtà solida e importante, ma forse non ancora così raccontata come il Castello di Gabbiano a Mercatale Val di Pesa, il cui nome trae origine dai tempi dei romani: si trattava infatti del ‘fundus gavianus’, da Gavius, maggior proprietario terriero della zona all’epoca.

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Tra i primissimi produttori del Chianti Classico ancora in attività, è un luogo di raro fascino che abbraccia produzione di vini di alta qualità, un’ospitalità di rango in un contesto notevole e una tavola di grande gola. Se il centro dell’attività è prettamente enologico, questo antico castello dispone di undici stanze molto confortevoli, parti comuni accoglienti e alcune case coloniche del XVI secolo tra ulivi e vigneti.

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A tre minuti di cammino, un altro elegante edificio ospita Il Cavaliere: qui a un espertissimo uomo di sala come Marcello Crini è stata affidata una ristorazione autenticamente toscana, in cui prevale la gustosissima concretezza dei piatti di Nearco Boninsegni. Ma questo capitolo merita un racconto a sé, perché qui ci concentreremo su cantine che iniziarono a vedere la luce nella prima metà del XII secolo, quando il castello apparteneva ai Bardi, una delle più importanti famiglie di banchieri fiorentini che successivamente fecero erigere le mura perimetrali merlate.

Castello di Gabbiano
 
castello di gabbiano 3
 

Nei primi anni del XV secolo la proprietà passa all’influente famiglia Soderini che trasformò la casa padronale di Gabbiano in villa-fattoria ampliando la produzione agricola: di questo si trova testimonianza nella “portata catastale” presentata nel 1480 dal padre di Pier Soderini, Tommaso, agli “Uffiziali” del Catasto della Repubblica Fiorentina. Il castello crebbe nei secoli con diversi altri corpi, fino a diventare un’ampia costruzione quadrilatera con quattro torrette cilindriche a rinforzare gli angoli. Dichiarati ribelli nei confronti dei Medici, i Soderini furono banditi da Firenze nel XVI secolo e il castello venne abbandonato, riprendendo vita al loro rientro in patria nel Seicento.

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Diversi furono i restauri a partire dal XIX secolo da due famiglie, prima i Del Turco e poi i Lemmi. L’azienda è sempre stata di proprietà di famiglie fiorentine fino alla metà degli anni ‘70, quando se ne innamorò la famiglia Arcaini, facendone la propria casa. Le dimensioni produttive aumentarono, furono piantati nuovi vigneti e negli anni ottanta Castello di Gabbiano fu per un certo periodo il marchio numero uno per il Chianti negli Stati Uniti. All’inizio del secondo millennio l’azienda fu acquisita dalla californiana Beringer che poi passò subito a Foster’s Brewing Group e alla ex divisione vinicola Treasury Wine Estates, ora proprietaria del marchio toscano.

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La grande ristrutturazione di Castello di Gabbiano, da lì in poi, è stata condotta da Ivano Reali, che ha lasciato l’azienda tre anni fa.

L'azienda e i vini

Castello di Gabbiano è amministrata dal 2007 da Francesco Caselli, il quale ha gestito il progetto di rinnovo dei vigneti incrementandoli dagli originari 52 agli attuali 150 ettari. Al suo fianco dal 2011 l’enologo Federico Cerelli, il quale ha contribuito alla realizzazione di un impianto di fermentazione con sistema di follatura meccanizzata e computerizzata, frutto della collaborazione con un ingegnere specializzato nella creazione di orologi.

Castello di Gabbiano DM 110 6617
 
Castello di Gabbiano Cantina009
 

I terreni del castello sono prevalentemente di terra argillosa, calcarea e ricca di sassi: dei 150 ettari coltivati a vite, la docg del Chianti classico è prevalente con 109, il resto è a Igt e un ettaro è dedicato al Vin Santo. Tra i vitigni regna il Sangiovese che rappresenta l’85% della produzione che comprende anche Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Petit Verdot, Colorino, Malvasia.

Castello di Gabbiano Cantina005
 

Dei vini assaggiati ci è piaciuta molto la selezione dei monovarietali, in particolare il Sangiovese Igt del 2019, un’annata ottima con le migliori uve in purezza selezionate tra zone differenti della proprietà. La fermentazione alcolica con lieviti indigeni è avvenuta in vasche d’acciaio per due settimane, seguita da venticinque giorni a contatto con le bucce con diverse follature giornaliere e tre déléstage nell’intero periodo. La fermentazione malolattica è avvenuta in legno.

Cantina fermentazione
 

Dopo un primo travaso il vino ha maturato per 16 mesi in botti di roverella toscana di differenti dimensioni prima di subire un lungo affinamento in bottiglia. È un vino di estrema finezza con note di violetta, frutta rossa e un delicato sentore di spezie. Evidente ma ben bilanciata l’acidità a mitigare una calda avvolgenza. Un calice che sorprenderà ancora nei prossimi anni.

Sangiovese closeup
 

Indirizzo

Castello di Gabbiano

Via Gabbiano, 22, 50020 Mercatale In Val di Pesa FI

Telefono: 055 821053

Sito web

Wine Reporter

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