La creatività come branca di business indipendente dalla ristorazione: è la scommessa di David Chamorro, che dopo avere ispirato Mugaritz ed Aponiente, venderà idee nel suo centro di ricerca.
La notizia
David Chamorro: a molti il nome non dirà un granché, eppure il ragazzo (classe 1989) è già ben noto agli insider della gastronomia spagnola, tanto che Carlos Capel, promotore di Madrid Fusion, lo ha definito “uno dei grandi cuochi che stanno rivoluzionando il modo di interpretare la cucina”. Sono più di quindici anni, peraltro, che entra ed esce dai laboratori di creatività più importanti del mondo. Innanzitutto, il Mugaritz, di cui dice: “Impossibile definire Andoni. Se il Mugaritz mi ha dato qualcosa, è stato il cambio di paradigma, che continuo a perseguire. È un posto che ti inietta qualcosa, che ti costringe a essere Mugaritz per sempre. Come succede ai fumatori, che quando smettono continuano a sentirsi tali”.A seguire Londra, Miami, la Fundacion Alicia e Jesus Segura. Fino a Angel Leon, definito “genio e personaggio, colui che ha cambiato la mia vita. Una persona che ha l’incredibile capacità di tirar fuori il potenziale di chi lo affianca, motivandolo. Ho avuto la fortuna di godere di una libertà assoluta da Aponiente grazie a lui”. La tappa gli ha fruttato i riconoscimenti del Time, che però non sono valsi a trattenerlo, visto che ha sbattuto la porta a sorpresa in piena pandemia, per dedicarsi a un altro progetto chiamato “Food Idea Lab”, insieme al ricercatore galiziano Pablo Marquez.
Di fatto si tratta di qualcosa che prima non c’era, da nessuna parte nel mondo. Un istituto di ricerca e sviluppo, simile a quelli in cui si è fatto le ossa, ma esternalizzato e indipendente, le cui consulenze mirano a configurare un epicentro per lo sviluppo della gastronomia. In queste vesti rinnovate, Chamorro continuerà a creare, senza necessariamente porsi al centro dell’attenzione mediatica. Per farsi un’idea, basti pensare che sull’ultimo palco di Madrid Fusion ha portato chimere tecnologiche come la frittura nella sabbia e la CRISPR/Cas9, tecnica di modificazione genetica…
“Food Idea è un centro creativo di innovazione e sviluppo dove ci dedichiamo a generare e realizzare idee, sempre nel settore gastronomico. Sviluppiamo progetti per ristoranti di alta cucina, catene, bar e cocktail bar, industrie alimentari. L’idea è che ci subappaltino ricerca e sviluppo, visto che in pochi possono permettersi un dipartimento apposito. Può succedere che ci diano carta bianca o che ci chiedano di realizzare un’idea che hanno già avuto, senza riuscire a concretizzarla”. In questi casi la proprietà intellettuale delle innovazioni, strettamente confidenziali, a meno che il committente non intenda divulgarle, resta ovviamente in capo a chi paga.
Al momento le sperimentazioni hanno luogo in un laboratorio di Madrid, ma verranno presto spostate in una residenza più “romantica”, che vuole essere un punto di incontro e di scambio. Per quanto David abbia lavorato in ogni ristorante come cuoco, finendo per specializzarsi nella creatività, non ha in animo di aprire un locale proprio. “Il problema è che ho l’argento vivo e se mi limitassi a un ristorante, finirei per annoiarmi. Voglio continuare a fare liberamente ciò che amo. Non ho bisogno di figurare, ho bisogno di realizzare. Mi sento più vicino ai mondi della scienza e dell’artigianato, che all’arte. Lì non ci sono creatori né autori. C’è gente che pubblica, senza problemi di ego. Vale molto di più una collaborazione di un lavoro individuale”.
Fonte: 7 Canibales
Foto di copertina: Crediti La Rioja