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Quali sono i migliori panettoni artigianali per Natale 2025: “gli imperdibili”

di:
Lucia Facchini
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copertina panettoni 2025 12 10 22 16 08

Dal panettone della Tuscia con marroni e Rum alla collaborazione di Olivieri 1882 e Roberto Cavalli; dall’albicocca Pellecchiella di Giuseppe Germanà e Diego Vitagliano alle edizioni limitate di Iginio Massari: i migliori panettoni 2025 sono quelli farciti. Ve li consigliamo tutti qui!

Olivieri 1882

Andrea e Nicola Olivieri
 

Gli Olivieri si confermano campioni di destagionalizzazione, con un lievitato capace di viaggiare su scala globale praticamente tutto l’anno. Il Panettone Classico resta il caposaldo della linea, complice la lavorazione artigiana estesa su quattro giorni e la gestione oculata del lievito madre vivo nelle numerose fasi di produzione. Di fatto, la ricetta di famiglia restituisce un assaggio sempre più elegante, nonostante l'impasto sia ricchissimo, con un elevato contenuto di tuorli. A monte, una lista di ingredienti pulita, con uova da allevamenti all'aperto, burro da centrifuga e inserti canditi artigianalmente. Ne deriva un morso cangiante, pieno e citrico al punto giusto. Il mouthfeel gentile della mollica, puntinata da vaniglia Bourbon, è contrastato dalla succosità dell'uvetta di generose dimensioni e dagli accenti acuti dei canditi.

MATCHA YUZU olivieri 5
 

Accanto al classico, l'offerta si arricchisce di gusti speciali in edizione limitata che guardano al mondo: dal ghiotto Dulche de Leche e Cioccolato Fondente, dove il boost di dolcezza del latte incontra il cioccolato amaro, al sofisticato e orientale Tè Matcha, Yuzu e Cioccolato Bianco. Non manca una prestigiosa collaborazione con Roberto Cavalli, dal packaging decisamente glamour.

Diego Vitagliano

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Come ogni Natale, Diego Vitagliano (tra i migliori pizzaioli del mondo secondo 50 Top Pizza 2025 e 3 Spicchi Gambero Rosso 2026), valica i confini della tonda e si cimenta nell'arte dei grandi lievitati. Il suo panettone, emblema di un metodo tarato su una puntuale gestione della pasta madre e dei prodotti “da bakery”, si rivela particolarmente lieve, rappresentando uno dei fine pasto più riusciti fra i dessert assaggiati in redazione. Il processo culmina in un ciclo di fermentazione naturale di 33 ore totali, conferendo al dolce un’alveolatura distintiva: appena tagliato, spiccano le “ragnatele” ampie e profumate di grano, con accenni di latte caldo e caramello sulla cupola.

7Panettone Croccante Diego Vitagliano 2025
 

Nel classico l'uvetta carnosa incontra la croccantezza della glassa alle mandorle, rendendo il morso particolarmente dinamico. Il Triplo Cioccolato offre un tuffo vellutato nelle tre gradazioni del cacao, mentre il Caffè e Caramello regala un risveglio aromatico incisivo, con gocce fondenti e un finale di chicco tostato. L'Albicocca Pellecchiella del Vesuvio fonde la genuinità del frutto con la glassa del cioccolato bianco. Infine, il nuovo Croccante svela un bel contrasto tattile, con l’equilibrio tra l'amarena Fabbri e la verve del cioccolato fondente, ulteriormente esaltato dalla granella di amaretti. In tutto sono cinque varianti da 1 kg confezionate a mo’ di cadeaux, disponibili in edizione limitata nelle pizzerie e acquistabili online sul sito ufficiale con spedizione nazionale.

Pasticceria Alba

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Non aspettatevi il solito cupolotto dalla fragranza mediterranea e il sottofondo vanigliato: quando Ermanno Fiorentini ha creato il Pansucchio nel 2014, l’intento è stato sin da subito quello di “premere il tasto inventiva”, tenendo fermo il rigore dell’insegna storica. Non a caso, oggi è un marchio registrato, e la Pasticceria Alba ne celebra proprio quest’anno il decimo anniversario. L’essenza risiede in una trilogia tanto audace quanto tecnicamente bilanciata nelle singole componenti: marroni canditi dalla trama creamy, cioccolato fondente per lo stacco amaro e rum caraibico a conferire una particolare lunghezza gustativa, che però-a sorpresa- non lascia dietro di sé la coda alcolica che ci si aspetterebbe da un inserto “strong” di difficile gestione. La lavorazione è una staffetta collaudata che impiega il lievito madre maison con oltre 70 anni di vita, garantendo una maglia elastica e un carattere olfattivo deciso.

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A coronamento della ricorrenza, una Limited Edition caratterizzata da ingredienti speciali, come cioccolato fondente al 70% e rum caraibico invecchiato per 17 anni. Una curiosità: il nome, ispirato dall’espressione viterbese "succhio" (l’atto di bere alcolici), unisce il "pan" del tipico dessert natalizio alla novità del rum, consolidando un prodotto che è ormai una mascotte di identità dolciaria nel Lazio. Il consiglio in più per una degustazione di fine pasto? Mentre il Pansucchio è perfetto per colazioni e brunch natalizi, il Panettone con albicocche, cioccolato bianco e rosmarino conquisterà anche gli ultras del salato dopo un cenone luculliano.

Giuseppe Germanà

giuseppe germana
 

Due giorni totali di "incubazione", la polposità dell'albicocca Pellecchiella semicandita e le addizioni strategiche di cacao e cannella per rifinire i sentori della vaniglia in bacca: la ricetta del panettone dello chef Giuseppe Germanà mantiene le sue promesse già allo scarto del lievitato delle feste. L'interno restituisce la varietà della materia prima preannunciata in etichetta, emanando un blend che porta dritto in casa il calore del Meridione. A sorpresa, spicca netta anche la presenza del burro di centrifuga, che si ritaglia uno spazio d'espressione tutto suo andando a potenziare gradevoli note di latte e biscotteria; una scia fine e non marcata, da apprezzare per la capacità di lasciar dietro di sé un gusto pieno senza alcuna untuosità. È il panettone d'autore che invoglia alla seconda fetta, complice pure la struttura eterea pronta a dissolversi in bocca. Nel remoto caso in cui doveste conservarlo per qualche tempo, tenete conto della "vita breve" di 50 giorni che attesta la genuinità della composizione. Il packaging in latta aggiunge punti con la grafica stilizzata e i cordoncini da trasporto, nonché la palette elegante con finiture dorate: perfetto da regalare e/o esporre in bella vista sotto l'albero.

Castagne Perrotta

Panettone albicocca perrotta
 

La firma del pastry chef Antonio Giannotta resta impressa e prende forma in un ventaglio di gusti esuberanti: c’è il panettone Pesca&mango, dove i picchi “tropical” emergono già al taglio e assumono sfumature suadenti con un breve passaggio in forno; la versione Mela&cannella, che ben si presta ad essere servita con una pallina di gelato al fiordilatte in stile “strudel”; la rivisitazione con albicocca Pellecchiella, pronta a stemperare la dolcezza naturale della fetta con sferzate leggermente acidule. Tutti i dessert, esattamente come il tradizionale, vengono sfornati a seguito di una lievitazione controllata di 36 ore e preservano un caratteristico profumo “da bakery”, di grano cotto e pasta madre. Assenti conservanti, antiossidanti ed emulsionanti, mentre si impone la presenza delle bacche di Vaniglia Bourbon, capaci di aromatizzare senza calcare troppo la mano. Nei vari campioni assaggiati l’interno resta leggermente umido, a soddisfare gli amanti degli impasti fioccosi e idratati. Castagne Perrotta ha inoltre il pregio di prestare particolare attenzione al confezionamento (rigorosamente artigianale) e all’illustrazione del packaging con motivi sgargianti. Il dolce natalizio diventa così un regalo per gourmand, specialmente se accompagnato dagli altri articoli dell’azienda irpina specializzata nella produzione di castagne: provate quelle “del Prete”, sottoposte a processo di affumicatura che ne fa uno snack espresso; basta togliere la buccia per gustare il frutto morbido davanti al caminetto!

Bonfissuto

Bonfissuto Novita 2025 fondo bianco
 

L’insegna siciliana ridefinisce, anche quest’anno, gli estremi dell'arte dolciaria. Due i nostri assaggi: il Panettone Vinc’è e il Cyber Panettone, entrambi nel formato da 1 kg. Il primo è un tributo a Vincenzo Bonfissuto, storico Maestro della pasticceria scomparso prematuramente a 43 anni. Frutto di un metodo affinato nel tempo, l'impasto è sottoposto a una doppia lievitazione naturale che richiede 36 ore totali di attesa. La selezione degli ingredienti parte da un burro italiano con elevato tenore di grassi (90%), che in bocca si sente tutto, traducendosi in una morbidezza quasi “barocca”. Il ripieno è un duetto armonico di sapori isolani che raccontano l'infanzia: fichi maturi e fragole dolci, una combo che aggiunge una nota succosa e una leggera asprezza bilanciata.

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La seconda edizione speciale, nata dalla collaborazione con l’autore Massimiliano De Florio (specializzato in Optical Art), è un manifesto di contemporaneità che fonde estetica e note audaci. L’ispirazione risiede nell'arte ottica degli anni '60 (Victor Vasarely, Bridget Riley), dove geometrie e contrasti giocano con le illusioni percettive. L'impasto si presenta scuro e intenso, una scelta che ne amplifica il carattere e funge da tela per l’esaltazione degli altri elementi. La farcitura, non convenzionale, raduna pesche candite e una voluttuosa crema alle arachidi. Il panettone è completato da una glassa alle arachidi leggermente sapida, per un equilibrio "sweet and salty" di spiccata modernità.

Patrizi 

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Provate il suo "Panettone gusto Sacher" e non tornerete più indietro: la pasta umida al profumo di fondente si lascia arricchire da tocchi di albicocca cremosa, per una piccola opera di pasticceria contemporanea. L'esito è un dolce opulento, ma al contempo calibrato grazie alla "lunghezza" amaricante e alla lieve asprezza del frutto. Fra le migliori del Lazio, l'insegna di Arcangelo Patrizi (con tre generazioni di mani in pasta, dal 1959 fino ad oggi) non si adagia sugli allori, portando avanti un costante lavoro di rifinitura del dettaglio. 

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Ciascun grande lievitato richiede una “maratona” di 48 ore totali e si distingue per la solubilità al tatto e in bocca: noi abbiamo provato il prodotto nature, senza passaggio al calore (voi, però, seguite la corretta prassi di degustazione!) e siamo rimasti sorpresi dal livello di idratazione complessiva, fin su alla cupola. Consigliamo vivamente la versione Amarene e marzapane, con pasta di mandorle di Maccarese, e Cioccolato e fragoline, una full immersion dai sapori “wild” che richiama i frutti raccolti nel bosco. Il packaging è distintivo e variopinto: risalterà sotto l’albero!

Renato Bosco

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Volendo partire dal panettone tradizionale, va detto che il Lab di Renato Bosco è uno dei pochi a candire in loco lo scorzone d'arancio, realizzando dei piccoli bijoux agrumati che enfatizzano la complessità olfattiva della pasta. Il cupolotto è alto, color biscotto e già allo scarto emana un caratteristico aroma nocciolato, che al taglio vira appunto sul citrico e sugli accenti quasi "floreali" conferiti dal miele d'acacia. L'ulteriore spinta viene dalla scelta di inserire la pasta d'arancia per profumare direttamente la mollica. Il burro di Normandia riempie le guance e poi si dissolve per lasciare la bocca piacevolmente pulita: il compromesso perfetto fra l'approccio del grande lievitista e la pasticceria di ricerca. Una volta aperto il dolce si conserva a lungo, grazie alla maglia idratata e solubile della pasta. Abbiamo particolarmente apprezzato la versione con gelée di Kir Royal e fragoline di bosco candite, un tributo al noto drink che insiste sulla gradazione di sfumature di ribes nero nella crème de cassis e dello Champagne. Fra i migliori dessert natalizi che possiate regalare.

Villa D'Este

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Che abbiate in programma di scartarlo in occasione delle festività, di regalarlo o di prendere parte al rito della Cioccolateria (il sontuoso banchetto di dolci allestito nella Sala Colonne del 5 stelle sul Lago di Como), il panettone targato Villa d'Este sarà una vera epifania. In primis risalta il doppio agrume: non solo arancia, ma anche cedro candito, entrambi spalleggiati dalla carnosità dell'uvetta sei corone. La pasta sfiocca a lungo dopo una breve sosta al calore e si svela di un giallo luminoso, a conferma della cottura ben gestita (vedi anche la cupola color caramello, non troppo scura). Piacevoli note lattiche, di burro buono, restano una costante in ogni gusto; al tradizionale si sommano quello con Cioccolato fondente e pere candite e quello Decorato, ideale da portare in dono per la scenicità della presentazione. La vaniglia Bourbon del Madagascar ha il pregio di aromatizzare con delicatezza, soprattutto nel Panettone classico, dove abbiamo apprezzato particolarmente la vivacità della parte citrica. Un dolce d'alta pasticceria che non rinuncia alla freschezza, elaborato dal team dei pastry chef di Villa d'Este insieme al Pandoro, al Calendario dell'Avvento e alle delizie British dell'Afternoon Tea. Per chi avrà la fortuna di soggiornare in loco assaporando quest'ultima esperienza, immancabili sono le miscele di tè pregiati e l'assortimento di praline pronte stupire persino i degustatori esperti di cioccolato.

Tommaso Foglia

panettone amarene e cioccolato 1 tommaso foglia
 

Uno su tutti: l'Affogato cioccolato e amarene, con cui il Maestro Tommaso Foglia trasforma uno dei gelati più golosi di sempre in panettone. Qui l'impasto dark al cioccolato fondente e i pezzi di frutta candita creano un balletto di ritorni fruttati, tostati e a tratti leggermente pungenti, con sfumature amare a raddrizzare il tiro di quelle più tipicamente zuccherine. Curioso pure l'accostamento fra limone candito e gocce di caramello salato, una conferma di come il celebre pasticcere ricerchi la sintesi dei contrasti, rendendo il dessert adatto a un dopocena persino nelle versioni "rinforzate". Ancora: Caramello, albicocca e fava tonka, oppure alla Vaniglia senza lattosio in ottica inclusiva. Volta bassa e uniforme nel panettone classico milanese, con copiose pepite di arancia, cedro candito ed uva passa.

Massimiliano Prete

Panettone Classico Massimiliano Prete Ristorante Sesto Gusto Torino
 

La cura riposta nella scelta delle sospensioni aggiunge punti all'impasto firmato da un grande lievitista: Massimiliano Prete opta per una quota consistente di uvetta (12%), arance candite di Mauro Morandin e, nella versione Albicocca e fondente, Bergamotto candito di Corrado Assenza per mettere in luce la struttura aerea della sua mollica lievitata 36 ore. Fra i panettoni più aromatici della nostra selezione, quello realizzato dal maestro pizzaiolo spinge sulla fragranza del frutto senza ricorrere a facili scorciatoie speziate. I sentori della vaniglia in bacca del Madagascar emergono infatti sul finale, col pregio di non oscurare la pienezza dell'ottimo burro di Fattorie Fiandino. Vince il premio originalità l'edizione con Yuzu e nocciole, una coreografia elegante di freschezza e persistenza che abbina l'agrume all'eco profondo della frutta secca: quando l'Asia incontra a metà strada la Penisola, col risultato di fondere due culture in un solo assaggio identitario.

Marchesi 1824

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È quel panettone che scegli di regalare per fare "un figurone", ma in tal caso non parliamo solo di estetica: l'antica pasticceria meneghina lavora sullo sviluppo di una struttura sempre più svettante, alveolata ed elastica allo strappo. Il prodotto ha un ciclo di vita di 45 giorni e conta un 15% di uvetta a sei corone, più l'11% di scorzette di arancia candite (dolci al punto giusto e del tutto prive di note amaricanti). Opulento il dessert con tre creme al cioccolato diverse (la spalmabile al latte è realizzata con il 40% di nocciole del Piemonte -una rarità) mentre spicca per estro il Panettone salato con acciughe del Mar Cantabrico, capperi, pomodorini secchi calabresi e olive, un chilo di bontà meridionale da spartire a tutto pasto. Consigliamo di acquistarli nelle eleganti confezioni di latta bianco candido e, se siete particolarmente golosi, di "strafare" con il gusto farcito di crema chantilly, pezzetti di marron glacé e granella di nocciole pralinate.

Giraudi

panettone Giraudi classico 1 330x330
 

Etichetta pulita e il knowhow di un'azienda che da sempre fa magie con l'oro nero: i panettoni Giraudi sono fra i pochi a vantare la presenza di zucchero di canna ed alte percentuali di inserti (20% di cioccolato e di caramello salato nelle omonime versioni, per una farcitura che dà soddisfazione oltre al morbido tessuto della fetta). Significativi pure il contenuto di tuorli da uova di galline allevate all'aperto e la mandorla in duplice veste (intera più farina) come cover dello "special glassato". L'occhiatura è finissima, ma ben distribuita e a tutto vantaggio dell'uniformità del dolce. Se esposto al calore ne risalta la cremosità delle sospensioni, mentre la dolcezza del ripieno trova il giusto bilanciamento in una pasta che ricorda il pan brioche. Per il Natale, un'idea regalo alternativa è offerta dagli amaretti ricoperti di fondente o -perché no- delle box di gianduiotti e cremini spesso sold out: una visita allo shop online fugherà ogni dubbio, saziando le voglie dei chocolate addicted!

Iginio Massari

Iginio Massari Alta Pasticceria 1200X1200 Panettone Cioccolato e Lampone massari
 

Lo zoom sulle creazioni del maestro riserva sempre notevoli sorprese. Il Panettone al Cioccolato e Lampone è un'edizione limitata che gioca su un contrasto cromatico e olfattivo avvincente. La base è un impasto al cacao dalla porosità perfetta, dove il lievito madre perfettamente “accudito” conferisce una soffice struttura alveolare. All'interno, i lamponi canditi sprigionano un’ acidità che “taglia” la ricchezza delle pepite di cioccolato fondente e al latte. Il tutto è coronato da una glassa rosa al lampone e zucchero cristallino che aggiunge un crunch finale e una nota fruttata. L'eccellenza culmina nell'Edizione Speciale a Tre Impasti, una combo audace e sofisticata, disponibile in soli 220 pezzi numerati. Questo panettone da collezione vanta una triplice preparazione in cui si fondono il profumo agrumato del cedro, l'intensità aromatica del cacao/cioccolato fondente e la dolcezza avvolgente del caramello/mandarino. La texture si presenta straordinariamente complessa, con un equilibrio di sapori stratificati

Vincenzo Faiella

Frutti di Bosco faiella
 

Il suo panettone ai frutti di bosco è un piccolo capolavoro di ingegneria dolciaria: la triade di mirtilli, ribes e fragoline di bosco punteggia una pasta visibilmente dorata, coperta in superficie da una spessa scocca di cioccolato bianco. Il medesimo cioccolato va a comporre una ganache alla vaniglia del Madagascar che si fa notare per la rotondità discreta, al riparo da insidiosi picchi zuccherini. Asprezza e polposità dei frutti rossi aiutano a riportare in equilibrio i tocchi cioccolatosi, ed è questo il motivo per cui vi consigliamo di servire a fine cenone il dessert del maestro di San Marzano sul Sarno: anche i meno golosi apprezzeranno! Più "barocco" il Panettone Rocher, dedicato agli estimatori dell'intramontabile cioccolatino vestito d'oro: qui entra in gioco la lunghezza gustativa del Liquore Curaçao, ma forse l'ingrediente più incisivo è la pasta pura di nocciole piemontesi di alta qualità, cui si deve un'inserto creamy che richiama subito alla mente il Rocher originario. Di base, i lievitati Faiella riescono ad essere tanto generosi nella composizione quanto "fit" nella silhouette; bel bilanciamento olfattivo e tattile, pure nell'edizione alla Mela annurca campana e cannella, dove il frutto viene lavorato lentamente per preservarne parte della croccantezza e del sapore naturale.

Ranieri Milano

Panettone Artigianale Ranieri di Bizzarri Roberto
 

Un dessert sincero che ci ha stupiti soprattutto per la volta "d'impatto", lievemente staccata dal pirottino. Cottura magistrale e gestione oculata della pasta madre regalano una fetta che profuma insieme di pane caldo e biscotti al burro. Il plus? La dolcezza nei ranghi: meno zuccheri percepiti, più naturalezza nell'esaltazione delle singole componenti. Un risultato in linea con la storicità dell'insegna, nata come "bottega delle meraviglie" nel 1967 e rimasta fedele ai propri proncipi per scelta e trattamento della materia base. Senonché, con le edizioni speciali ci si diverte: ideale al termine del cenone quella con ananas semicandita; croccante e sfaccettata la Veneziana a base di mandorle ed armelline. Il patron con esperienza trentennale, Roberto Bizzarri, non manca di trasmettere le sue conoscenze al figlio Riccardo, con cui firma quest'anno le new entry Caffè e cioccolato bianco, Lampone dark e Mela e cannella. Indiscutibilmente uno dei grandi lievitati più "personali" di Milano: riconoscibile per identità e costante voglia di alzare l'asticella.

Sal de Riso

limoncello sal de riso
 

Maestro di destagionalizzazione ed esportazione, ma sempre sul pezzo per mantenere alti gli standard produttivi: Sal de Riso rimane una certezza sul fronte panettoni farciti, complice la sofficità della pasta che letteralmente si fonde con le creme. Il nostro lievitato preferito è quello al Limoncello, un Grand dessert dove la presenza alcolica garbata richiama il liquore senza appesantire la degustazione. Il pasticcere utilizza esclusivamente bucce di Limone Costa d'Amalfi, protette da denominazione IGP, ed olio essenziale di limone per conferire alla mollica una carica olfattiva extra. Viene poi realizzata una crema pasticcera al limoncello, piacevolmente presente lungo tutto lo sviluppo della fetta; a copertura, cioccolato bianco e degli eleganti trucioli di cioccolato al limone. Ormai un signature natalizio il Cremderì, puntinato di gocce di cioccolato ed affiancato da una sac à poche di crema alle nocciole per non farsi mancar nulla a fine cena. Chi volesse puntare sulla freschezza può regalarsi l'Anna (ricotta e pere); la versione più preziosa è invece quella con foglia oro e l'ottimo cioccolato fondente Sur Del Lago 72% Venezuela Domori.

Dolcemascolo

Panettone al pistacchio Dolcemascolo 800x800
 

Grazie al knowhow artigiano consolidato da tre generazioni, l’insegna dei Dolcemascolo investe da sempre in ricerca sui grandi lievitati, come testimoniano i numerosi riconoscimenti collezionati negli anni e l’apertura dello store capitolino oltre la storica sede di Frosinone. Il metodo produttivo, costantemente affinato da Matteo Dolcemascolo, mixa il rispetto dell’identità dolciaria con materie prime “premium” lavorate attraverso un processo di tre giorni pieni, dal rinfresco del lievito madre alla cottura lenta per ottenere una cupola uniformemente dorata. La versione classica accoglie un bis agrumato di cedri di Calabria e arance di Sicilia candite; segnaliamo in particolare le farine macinate a pietra, il burro da centrifuga (non francese, ma italiano e proveniente dall’arco alpino- uno dei pochi con tali caratteristiche in selezione!) e la presenza di vaniglia Bourbon lavorata al naturale dal principio. L'alternativa ai Frutti di Bosco è un incontro di rotondità e freschezza, laddove la vivacità delle bacche dona note leggermente acidule all'impasto. Tutti i lievitati, a conferma della genuinità di ingredienti e lavorazione, presentano una breve finestra di consumo di sessanta giorni. Assolutamente da provare il torrone alla nocciola e il sontuoso Panettone al Pistacchio con pasta di frutta secca di Sicilia, oro alimentare, cioccolato bianco e praline di wafer.

Lorenzetti

lorenzetti panettone classico
 

Lievitazione naturale di 36 ore, struttura alveolata e complessità del profilo aromatico: il panettone classico di Lorenzetti combina sofficità e fragranza, con un blend personale che arriva subito a stimolare le narici. Accanto alla tradizione, si colloca l’inclusività della Veneziana Senza Lattosio, pensata per rispondere alle esigenze di tutti. In questo caso, l'impasto include delicate gocce di confettura di pesche, che si saldano in cottura per conferire un nucleo fruttato all'interno del dolce e migliorarne la percezione di freschezza. Infine, la selezione 2025 rende omaggio alla storia regionale con il Nadalin, il dolce simbolo di Verona. Creato nel XIII secolo alla corte dei Della Scala, è oggi riconosciuto come l'antenato ispiratore del pandoro. Si distingue per la sua peculiare forma a stella, simbolo di buon auspicio, e per la texture intrinsecamente “fluffy” rispetto al panettone. Al tatto e in degustazione offre una trama avvolgente, ma vaporosa: identitaria fino all’ultimo morso.

Pistì

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Fra le proposte farcite più ghiotte del 2025, il Panettone al Pistacchio di Pistì scavalla la consueta offerta stagionale grazie alla trasversalità di un ripieno capace di soddisfare tutti in ogni momento dell’anno. Il plus è la crema al pistacchio densa e concentrata, sviluppata utilizzando ingredienti 100% naturali. A monte, una frutta secca “autentica” e selezionata per la sua qualità superiore, così da conferire all’inserto una consistenza setosa e un gusto ampio, fermo restando gi zuccheri contenuti.

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Al taglio, l'alveolatura è evidente e l’impasto aereo, tale da mantenere un buon grado di scioglievolezza. Al naso giungono puntuali lievito, burro e sentori citrici non troppo invadenti, per un profilo olfattivo tipico di un prodotto bilanciato. A rifinire il dolce, la parte superiore è rivestita da uno strato di cioccolato fondente. Non a caso, la cover aggiunge un elemento di contrasto necessario: la sua nota amara e pulita modera la ricchezza del pistacchio, col crunch che fa subito festa.

Lorenzo Fortuna

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La selezione Nuvolotto 2025 di Lorenzo Fortuna, abile maestro pizzaiolo calabrese, rappresenta un’incursione nel mondo dell’alta pasticceria con l’”occhio clinico” del lievitista. La struttura soft è il risultato di un processo certosino, con due impasti successivi e 24 ore di lievitazione naturale. Ne derivano un alveolo fine e una mollica fondente, complice l’impiego di grassi nobili (un buon burro italiano) e di farine selezionate. Fortuna (che è anche Tecnico Molino Bruno), integra la scuola tradizionale con una valorizzazione ingegnosa del territorio calabrese.

Foto Nuvolotto al Mandarino interno grafica lorenzo fortuna
 

L’assortimento si sviluppa in sette versioni del dessert, dal Grande Classico al Soffio Classico profumato di agrumi autoctoni. I gusti più complessi e sfaccettati includono l'Oriente, dove il cedro candito, il cioccolato fondente 70% e il cardamomo ampliano il range delle classiche fragranze agrumate, e l'Espresso, che insiste su note acute di torrefazione, mitigate dal cioccolato al caramello salato. Vi si aggiunge l'Incantato, un coretto bianco di fragoline, cioccolato total white e la componente liquorosa dello Strega. Completa l'offerta la Trilogy Limited Edition, con tre varietà di cioccolato, realizzata in collaborazione con la Pastry Chef Alessia Orrei.

300mila Lecce

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Nel Laboratorio del 300mila di Lecce nascono panettoni natalizi che fondono sapienza artigianale e valore etico, sfornati con cura sotto l'egida dello Chef Director Marco Silvestro. Il Panettone Classico, con la sua tessitura leggera, vanta l’impiego di un lievito madre ultradecennale e del germe di grano, cui si devono l’occhiatura diffusa e una piacevole idratazione della mollica. Nell’edizione tradizionale, al gusto risaltano in primis le scorze d'arancia, mentre la declinazione Particolare propone un registro sensoriale più incisivo: la dolcezza calibrata dei fichi del Salento e delle noci si unisce alle note baritonali di una glassa in cioccolato fondente al 70%.

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L'impasto, arricchito con un 10% di semola locale, si distingue per setosità, cui si somma la succosità dei canditi prodotti in loco a 72 brix. I dessert natalizi sono racchiusi in un packaging in latta che rende omaggio, con un design essenziale, ai simboli storici di Lecce. Un'iniziativa virtuosa del patron Davide De Matteis che spalanca le porte a un nuovo futuro per i detenuti in fase di reinserimento.

Daniele Campana

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Probabilmente dei panettoni così non li avete mai assaggiati: Daniele Campana firma un set di interpretazioni estrose e spiccatamente territoriali, che raccontano una Calabria agreste e quasi "selvatica" nella sua intensità d'espressione. Se come noi amate lo stacco "dinamico" fra dolcezza e sapidità, il Classico con arancia candita e origano calabrese vi farà scoprire un inedito senso di pulizia aromatica a fine pasto. Molto piacevole il retrogusto pungente di quest'ultimo inserto, che scuote i sensi e soddisfa anche chi non ama particolarmente i dessert. Ma le modalità consigliate di degustazione sono (anche) altre: provatelo, ad esempio, grigliato e servito a mo' di toast con formaggio filante o in accompagnamento ad una fonduta natalizia; ancora, può diventare bruschetta con una generosa dose di olio buono. A proposito di olio: Campana utilizza un extravergine di oliva di cultivar dolce di Cassano, da lui riscoperto proprio negli ultimi anni. Temerario (e non per tutti, ma secondo chi scrive anche questo è un pregio!) l'edizione a base di Amarena, 'nduja e cioccolato.

Walter Musco

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Per il grande pasticcere il panettone tradizionale è rigorosamente glassato, ed ogni anno se ne apprezza la proporzione fra cover e fetta soffice. La volta è punteggiata di mandorle intere, tra il dolce ed il tostato, più farina di mandorle e farina di nocciole che insieme rafforzano la gradevole presenza della frutta secca. Il tris di limone, arancio e cedro candito, più il miele millefiori, ampliano il ventaglio di sensazioni "solari", rendendolo un lievitato dalla fragranza estroversa. La granella di zucchero, dal canto suo, risulta ben distribuita e mai eccessiva nelle dosi, contribuendo a mantenere una pacata rotondità d'insieme. L'insegna capitolina sforna pure panettoni direttamente proposti con la spalmabile allo zabaione, crema di punta della pasticceria, oppure farciti con Albicocca, gianduia e fava tonka ed Amarena con semi di papavero. Significativa la ricerca sugli inserti del dessert al cioccolato, in cui troviamo il 55% di cioccolato equatoriale e il 59% di ariaga, oltre alla gianduia fondente preparata con pasta di nocciole.

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