La voce potente dell'agricoltrice 23enne che rilancia il settore primario.
La 51a edizione dei Premi Nazionali di Gastronomia ha fatto la storia, uscendo per la prima volta dalla capitale per celebrare la ricchezza culinaria spagnola nel cuore dell'Andalusia, a Granada. Ma la vera sorpresa della serata, quella che ha strappato l'applauso più lungo e sincero da un pubblico di chef stellati, accademici e figure politiche di alto profilo, non è arrivata da un rinomato chef, bensì da una giovane agricoltrice. A soli 23 anni, Pilar Pascual, ingegnera agronoma, agricoltrice e allevatrice, ha ricevuto il premio “Giovane Talento” e ha colto l'occasione per lanciare un potente monito in difesa del settore primario, zittito troppo a lungo.

"Vivere della terra non sia un atto di resistenza"
Tra ringraziamenti di rito e parole di circostanza, la dichiarazione di Pascual è risuonata come un fulmine a ciel sereno. "Vivere in zone rurali non può essere un atto di resistenza, ma piuttosto una scelta di vita praticabile", ha tuonato dal palco, sfruttando la rara piattaforma per parlare direttamente a politici e personaggi influenti. La giovane attivista, nota sui social come @agripilar, ha dato un volto umano alla sua denuncia mostrando la foto di David Lafoz, un giovane agricoltore toltosi la vita a luglio dopo aver esposto sui social la "pressione economica, fiscale ed emotiva" che schiaccia i piccoli agricoltori autonomi. "Che essere coraggiosi non sia così costoso e che produrre cibo non sia qualcosa che fanno solo le persone coraggiose", ha esclamato, scatenando un'ovazione che è durata diversi minuti. Il messaggio chiave? "Potresti aver bisogno di un architetto o di un medico a un certo punto della tua vita, ma hai bisogno di agricoltori e allevatori ogni singolo giorno, tre volte al giorno."

Pascual ha messo in luce una drammatica contraddizione: coloro che "si alzano prima dell'alba per sfamare il mondo" sono anche costretti a gestire "una burocrazia sempre più complicata", senza il dovuto riconoscimento sociale e la protezione governativa. La storia di Pilar Pascual è quella di una scelta radicale e consapevole. I suoi genitori, come molti della loro generazione, furono costretti a lasciare l'ambiente rurale in cerca di "qualcosa di meglio", spezzando la catena che legava la sua famiglia alla terra. Dopo aver completato gli studi in ingegneria agronoma e aver viaggiato, Pilar ha deciso di riallacciare quel legame, tornando al villaggio per fondare la sua attività.

La sua è un'azienda agricola che coniuga tradizione e pensiero moderno: produce pistacchi e alleva bestiame eticamente, senza fermarsi ai claim sostenibili. Il cuore della sua strategia è l'eliminazione degli intermediari. Pascual si concentra sulla vendita diretta al consumatore finale, un metodo non solo per garantire la sostenibilità economica della sua impresa, ma anche per evitare lo sfruttamento tipico della grande distribuzione. Inoltre, ha trasformato i social media in uno strumento essenziale per promuovere il suo lavoro, accumulando decine di migliaia di follower. Utilizza piattaforme digitali per raccontare la realtà quotidiana del settore, costruire un rapporto di fiducia con i consumatori e sfatare i miti sulla vita in campagna. Il premio "Giovane Talento" in un contesto di alta gastronomia dimostra che esiste una generazione disposta a lottare per vivere di agricoltura, a patto che questo coraggio sia sostenuto da un sistema più equo. L'impegno di persone come Pilar Pascual a promuovere il patrimonio culinario, di cui il settore primario è la base, è la vera scintilla di cambiamento per la Spagna rurale.
