Guida Michelin

Ristoranti vegetariani: ecco i migliori al mondo secondo la Guida Michelin

di:
Silvia Morstabilini
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copertina cucina vegetariana migliori stellati michelin

Per troppo tempo le verdure sono rimaste relegate a semplici contorni, a comprimarie in piatti dominati da carne e pesce. Oggi, invece, la scena gastronomica mondiale celebra la loro rinascita: i vegetali diventano materia prima d’eccellenza, cuore pulsante di cucine stellate e protagonisti di menu creativi che uniscono salute, sostenibilità e bellezza. La Guida MICHELIN ha riconosciuto questa rivoluzione premiando ristoranti vegetariani e vegani in tutto il mondo, simbolo di una nuova consapevolezza alimentare e ambientale.

L’Oriente in chiave green: la raffinata armonia di Cina e Corea

In Asia, la cucina vegetariana affonda le sue radici nella filosofia e nella spiritualità. A Pechino, King’s Joy (due stelle MICHELIN) incarna la perfetta fusione tra gastronomia e sostenibilità: un ristorante che trasforma ingredienti biologici locali e funghi selvatici dello Yunnan in opere d’arte colorate e delicate. Lo chef Gary Yin propone menu degustazione che sorprendono per eleganza e texture, in un ambiente luminoso e sereno a due passi dal Tempio Yonghe.

 Kings Joy 3
 

A Shanghai, Fu He Hui (due stelle MICHELIN) accompagna gli ospiti in un viaggio meditativo tra tè, stagioni e ingredienti rari. Ogni piatto è un racconto di equilibrio e introspezione, servito in sale private immerse in un silenzio quasi monastico. Qui il vegetarianismo è più di una scelta gastronomica: è uno stile di vita, una forma di consapevolezza.

FuHeHui Shanghai China 03
 

L'avanguardia di Dubai

Nel deserto di Dubai, infine, Avatāra (una stella MICHELIN) rappresenta la spiritualità dell’India reinterpretata in chiave moderna. Lo chef Rahul Rana trasforma la cucina vegetariana in un rito estetico e sensoriale, tra piatti che evocano miti indù e profumi ancestrali.

Avatara 4
 

L’Europa delle meraviglie vegetali

Dall’Asia all’Europa, la cucina vegetariana assume accenti audaci e creativi. A Londra, Plates London (una stella MICHELIN) è il primo ristorante vegano del Regno Unito a ricevere l’ambito riconoscimento. Lo chef Kirk Haworth firma un menu vivace e contemporaneo, dove la tecnica classica si fonde con l’energia delle piante, regalando piatti vibranti e multisensoriali.

plates
 

A Parigi, Arpège (tre stelle MICHELIN, appena passato al total veg salvo pochissime eccezioni) è un’icona assoluta. Lo chef Alain Passard, pioniere del “vegetable haute cuisine”, ha affidato la sua creatività alla Natura, elevando le verdure a simbolo di poesia e purezza. Patate affumicate, barbabietole in crosta di sale e “sushi di fantasia” raccontano una cucina che vive di emozione e libertà.

arpege
 

In Austria, TIAN Vienna offre menu interamente vegetariani, accompagnati da vini e succhi biologici, mentre Cookies Cream a Berlino e Neue Taverne a Zurigo portano la convivialità al centro dell’esperienza, proponendo piatti da condividere in ambienti dal design contemporaneo. A Milano, infine, Joia, primo ristorante vegetariano stellato d’Europa, continua a unire filosofia e gusto, affidando oggi le redini ai giovani chef Sauro Ricci e Raffaele Minghini, custodi di un’eredità visionaria.

tian vienna
 
joia
 

L’America delle radici e della sperimentazione

Negli Stati Uniti, la rivoluzione vegetale è sinonimo di sostenibilità e ricerca. A Washington D.C., Oyster Oyster (una stella MICHELIN) celebra la biodiversità locale con piatti etici e sorprendenti, mentre a New York, Eleven Madison Park (tre stelle MICHELIN) conferma il suo ruolo di avanguardia mondiale con un menu plant-based di altissimo livello, dove ogni dettaglio è una dichiarazione d’intenti. Segnaliamo comunque, in questo caso, il recente ritorno della carne in menu annuncato da Daniel Humm: leggete qui per sapene di più.

Oyster Oyster
 
emp evan sung
@Evan Sung

Una nuova età d’oro per la cucina vegetale

Dalle corti zen di Shanghai ai giardini biodinamici di Parigi, fino alle metropoli americane, la cucina vegetariana è ormai sinonimo di innovazione e raffinatezza. Non è più una “scelta alternativa”, ma un linguaggio gastronomico che parla di futuro, equilibrio e rispetto. La Guida MICHELIN, con le sue stelle verdi e dorate, non celebra solo la qualità dei piatti, ma anche la consapevolezzadi chi li crea: chef visionari che, partendo da un semplice ortaggio, riescono a raccontare il mondo intero.

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