Con un curriculum da far tremare i polsi – esperienze in ristoranti iconici come Maaemo, Frantzén, Daniel Berlin e Azurmendi – Iwański ha scelto di portare a Varsavia una cucina che affonda le radici nel territorio, ma che guarda al futuro con occhi internazionali.
C’è un certo fascino nell’understatement, in quella scelta di non gridare la propria eccellenza ma sussurrarla, lasciando che siano i dettagli – e il gusto – a parlare. È esattamente questo il caso di hub.praga, il ristorante di Varsavia che ha appena conquistato una stella Michelin con la discrezione di chi sa di non dover dimostrare niente a nessuno, se non alla propria cucina. Situato nel quartiere Praga della capitale polacca, questo locale è un piccolo scrigno gourmet che si nasconde dietro un’estetica volutamente sobria: nessun tripudio di insegne luminose, niente arzigogoli o proclami autoreferenziali. Solo una tenda nera con un sobrio lettering giallo e, sotto, una porta marrone come tante. A segnare la differenza, però, c’è quella piccola placca "Michelin 2024" che, come un sigillo segreto, rivela a chi sa osservare che lì dentro si serve qualcosa che va ben oltre il semplice pasto.


La sobrietà di hub.praga risalta ancora di più se si considera il vicinato: a pochi metri si trova infatti Kago Sushi, elegante e notissimo ristorante gestito da Alon Than, campione mondiale di sushi nel 2015 a Tokyo. Il suo locale sfoggia una segnaletica raffinata e ben visibile, in netto contrasto con la timidezza visiva di hub.praga. Ma è proprio questa scelta di restare nell’ombra, di non urlare ma invogliare alla scoperta, che trasforma hub.praga in una destinazione per palati consapevoli. Dietro a questa nuova stella del panorama gastronomico polacco c’è lo chef Witek Iwański, nome ben noto agli addetti ai lavori per la sua visione raffinata e sostenibile della cucina. Con un curriculum da far tremare i polsi – esperienze in ristoranti iconici come Maaemo, Frantzén, Daniel Berlin e Azurmendi – Iwański ha scelto di portare a Varsavia una cucina che affonda le radici nel territorio ma che guarda al futuro con occhi internazionali.

La sua filosofia è limpida: cucina stagionale, rispetto per il prodotto, rigore creativo e una raffinata intimità nell’esperienza gastronomica. Non a caso, hub.praga si distingue anche per la disposizione degli spazi, con tavoli a distanza ravvicinata, a favore di un’atmosfera calda, quasi domestica, dove ogni ospite può sentirsi al centro di un racconto che inizia nel piatto e si completa nel calice. La proposta gastronomica di hub.praga è un omaggio contemporaneo alla cucina polacca. Più che piatti, qui si servono esperienze: ogni portata è un tassello di un mosaico che racconta stagioni, territori e memorie reinterpretate con sensibilità e tecnica. Il locale offre un menu degustazione modulare, capace di adattarsi alle diverse esigenze dei clienti. A completare l’esperienza, una curata selezione di abbinamenti di vini: dalle 6 etichette per il percorso completo fino alle 4 per il menu più contenuto.

Tra le creazioni che fanno battere il cuore agli appassionati si trovano delizie come Cocktail d’ostrica con caviale “Antonius”, Morchelle farcite con patate e aglio orsino, Royale di gamberi di fiume con storione, Phitivier di rapa svedese e sedano con gastrique al pomodoro e Agnello polacco con bietoline novelle e zenzero. E ancora, un dessert degno di nota: crema al burro con caramello salato, burro nocciola, cioccolato e rabarbaro, dove la dolcezza si fa complessa, stratificata, mai banale. In un mondo dove l’apparenza spesso prende il sopravvento sulla sostanza, hub.praga rappresenta una dichiarazione di intenti controcorrente. Qui non troverete show da palcoscenico, ma una cucina che sa emozionare senza artifici. È una di quelle rare occasioni in cui il lusso sta nella misura, nella precisione, nell’attenzione ai particolari.

Non resta che lasciarsi tentare da questa piccola stella varsaviana che ha scelto di brillare in silenzio, nel rispetto del gusto e dell’intelligenza di chi cerca qualcosa di più di una semplice cena fuori. Perché a volte, per trovare il meglio, bisogna solo sapere dove guardare.