Nel mondo digitale di oggi, dove ogni scelta – dal film da guardare alla vacanza da prenotare – passa attraverso uno schermo, la reputazione online di un ristorante è diventata cruciale. Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, le recensioni online incidono fino al 30% sul fatturato di un locale. Una percentuale enorme, che racconta quanto una stella in più (o in meno) su una piattaforma di recensioni possa determinare il successo o il fallimento di un’attività.
Il potere delle recensioni (e dei social)
Il 70% dei consumatori basa la scelta del ristorante proprio sui post e le recensioni pubblicate online. Una tendenza che ha stravolto il modo in cui i locali si raccontano e vengono percepiti dal pubblico. Se fino a qualche anno fa era il passaparola a indirizzare le scelte, oggi sono le piattaforme come TripAdvisor, Google o Yelp a dettare legge, insieme alle condivisioni su Instagram e TikTok. Ma questa trasformazione digitale ha un lato oscuro: la crescente diffusione di recensioni false o manipolate. Secondo i dati diffusi da TripAdvisor, ben l’8,6% delle recensioni pubblicate nel 2024 è risultato non autentico. Una percentuale che non passa inosservata, soprattutto considerando che il 66% dei consumatori, come riportato anche dal Sole 24 Ore, ammette di imbattersi regolarmente in valutazioni inattendibili.

I risultati del sondaggio Epam
A fotografare più nel dettaglio l’impatto di questo fenomeno è un recente sondaggio condotto da Epam (l’Associazione pubblici esercizi di Confcommercio Milano), che ha coinvolto ristoratori e operatori della ristorazione milanese. I risultati parlano chiaro: il 77% degli esercenti ritiene che le recensioni sulle grandi piattaforme abbiano un impatto decisivo sull’andamento delle loro attività. Ma c’è di più. Ben due operatori su tre dichiarano di aver subito danni diretti a causa di recensioni false, tanto da considerare la questione una vera e propria minaccia per la propria reputazione e, di conseguenza, per la sostenibilità del proprio lavoro.
Quando il giudizio è una trappola
Non si tratta solo di lamentele da parte di clienti scontenti – legittime, se motivate e costruttive – ma spesso di contenuti creati ad arte per danneggiare un concorrente, favorire un altro locale o, in casi estremi, ricattare i ristoratori. Ci sono anche agenzie che offrono pacchetti di recensioni positive a pagamento, andando a minare ulteriormente l’autenticità del sistema. E se da un lato le piattaforme cercano di migliorare gli algoritmi per filtrare le recensioni false, dall’altro il problema continua a crescere, alimentato anche da un’utenza sempre più diffidente e da una concorrenza agguerrita.

Verso un consumo più consapevole
La sfida oggi è duplice: da un lato tutelare gli operatori onesti che investono tempo, passione e risorse nella qualità del loro lavoro, dall’altro educare i consumatori a un approccio più consapevole nella lettura delle recensioni. Come? Valutando la coerenza dei commenti, il numero di contributi dell’utente, la presenza di foto reali, ma anche affidandosi a fonti autorevoli, guide indipendenti o community certificate. Un occhio critico e una lettura attenta possono fare la differenza.
Il ruolo delle associazioni e delle istituzioni
L’analisi di Epam e Fipe-Confcommercio è un primo passo per accendere i riflettori su un problema troppo spesso sottovalutato. Servono ora strumenti più incisivi: dall’adozione di codici etici tra piattaforme e ristoratori, a una maggiore trasparenza nella moderazione dei contenuti, fino alla possibilità per gli operatori di segnalare e difendersi dalle recensioni palesemente false.

Perché dietro ogni piatto servito c’è un lavoro fatto di competenza, sacrifici e passione. E un giudizio iniquo non dovrebbe mai avere il potere di rovinarlo. Il mondo della ristorazione ha abbracciato la trasformazione digitale con entusiasmo, ma oggi si trova a fare i conti con le sue storture. Le recensioni false non sono solo un fastidio: rappresentano un rischio concreto per l’equilibrio economico e la credibilità di un intero settore. Sta agli operatori, alle istituzioni e ai consumatori collaborare per costruire un sistema più giusto, trasparente e meritocratico.