Nel cuore di Londra, vicino alla stazione di King's Cross, si trova un ristorante che, più che per la cucina, pare esser noto per le polemiche che ha suscitato sin dal suo debutto.
The Yellow Bittern, un piccolo format con soli 18 coperti, non appare certo come un luogo in grado di scatenare dibattiti o infiammare gli animi degli avventori. Eppure, il locale britannico è in breve tempo diventato il fulcro di una controversia che ha diviso Londra. Al centro di tutto c'è il cuoco Hugh Corcoran, noto per le dichiarazioni sui social media e per le sue prese di posizioni politiche esplicite. La cucina, pur rimanendo fedele a piatti tradizionali e rustici, ha attirato l'attenzione di critici gastronomici, chef e buongustai non solo per la qualità del cibo, ma anche per l'irriverenza di Corcoran stesso: vediamo come ha aizzato una buona fetta della città.
La questione di classe e le polemiche intorno al ristorante
Dopo l’apertura del ristorante lo scorso ottobre, la città è stata attraversata da un’ondata di dibattiti che ruotano attorno alla questione dell’appartenenza e della categorizzazione sociale, come racconta il New York Times. Il ristorante accetta solo pagamenti in contanti, è aperto solo nei giorni feriali, accoglie gli ospiti unicamente previa prenotazione telefonica e propone due turni per il pranzo a mezzogiorno e alle 14:00. Alcuni critici hanno osservato che pochi londinesi possano permettersi di spendere circa 300 dollari per un pasto in pieno giorno, durante l'orario lavorativo, in un locale per giunta fortemente connotato a livello politico e ideologico (il focus dovrebbe essere sul cibo, ma così non è, pregiudicando di fatto l'inclusività).

A questo si aggiunge la presenza di un enorme ritratto di Vladimir Lenin, che ha scatenato ulteriori polemiche suscitando accuse di ipocrisia, vista anche la tendenza di Corcoran ad autodefinirsi “comunista convinto”. La critica più feroce è stata quella che ha visto nel ristorante l’esempio di una "feticizzazione della vita operaia", come ha commentato David Ellis, critico gastronomico del The Standard, citando la contraddizione tra la cucina “popolare” proposta e i prezzi “eccessivi” di alcuni piatti, come uno stufato da 20 sterline accompagnato da una bottiglia di Borgogna biologico da 90 sterline.
La risposta di Corcoran e l’accoglienza della polemica
Corcoran, però, non si è tirato indietro. Con un post su Instagram ha risposto con durezza, criticando i clienti che non ordinano alcolici o che dividono le portate. "I ristoranti non sono panchine pubbliche", ha scritto, suscitando una reazione immediata e alimentando ulteriormente le polemiche. "Il problema che ho avuto nel nostro ristorante è che le persone vogliono goderselo, ma non necessariamente contribuire alla sua economia spendendo somme adeguate in cibo e vino". Paradossalmente, la polemica ha finito per alimentare il successo del ristorante, che ha visto passare per i suoi tavoli personalità come Nigella Lawson, Alice Waters e lo chef David McMillan.

Tornando alla politica, recentemente lo chef ha anche chiarito le sue posizioni in un'intervista a Bon Appétit: "So qualcosa del comunismo. So qualcosa dei movimenti rivoluzionari. Ho seguito i movimenti repubblicani da quando ero adolescente in Irlanda, ero nei retrobottega a insegnare alla gente la teoria marxista. Ho vissuto tutto questo. Sono stato arrestato diverse volte. I miei amici sono andati in prigione. Sono cresciuto con questo".
La cucina di The Yellow Bittern: tra rustico e raffinato
Il menu di The Yellow Bittern riflette la cucina rustica e confortevole, che si contrappone alla raffinatezza spesso eccessiva della ristorazione londinese. Piatti come il coddle, uno stufato di salsicce e patate, o la torta salata di coniglio e faraona, sono l’emblema di un’idea di cucina semplice e sostanziosa, lontana dalle sofisticatezze intellettuali di molti ristoranti di alta classe. Eppure, l’esperienza del ristorante non è solo una questione di cibo, ma di accoglienza e rispetto verso il cliente.

Un ristorante di contraddizioni e paradossi
Al di là delle critiche, The Yellow Bittern ha saputo segnare una nuova tappa nella storia gastronomica di Londra. È diventato un simbolo delle contraddizioni sociali e politiche della città, un ristorante che ha saputo far parlare di sé non solo per il suo menu, ma anche per il suo messaggio e la sua visione del mondo. In un’epoca in cui la ristorazione è spesso sinonimo di lusso e di esclusività, The Yellow Bittern sfida le convenzioni e invita i suoi clienti a riflettere su ciò che stanno mangiando, ma anche sul contesto in cui lo stanno facendo (per quanto limitante e divisivo; anzi, forse proprio per questo).
Che si condivida o meno la filosofia di Corcoran, una cosa è certa: The Yellow Bittern non è un ristorante che si può ignorare. E, per quanto controverso possa essere, ha trovato il suo posto nella Londra del 21° secolo.