A Los Angeles, una delle città più vivaci e competitive del panorama gastronomico mondiale, la prenotazione più ambita non è in un ristorante stellato o in un locale modaiolo di Beverly Hills, ma in un magazzino di West Adams riconvertito in supper club. Si chiama Lele Dinner Club, ed è il progetto personale di Daniele Uditi, chef napoletano già noto per aver rivoluzionato il concetto di pizza con il suo marchio Pizzana. Ma Uditi tiene subito a precisare: «Questo non è un ristorante. Può sembrare tale, ma non lo è».
L’atmosfera: come a casa di amici
Il locale è stato pensato per evocare una cena intima tra amici più che un’esperienza formale. Tavoli disposti di fronte a una cucina luminosa, simile a quella di un talk show, e forni Gozney che irradiano calore e profumo nell’aria. L’intento di Uditi è chiaro: creare un ambiente che somigli alla sua casa, dove lo chef non sta dietro le quinte, ma accompagna gli ospiti in un viaggio tra i sapori e le storie della sua infanzia. «Voglio raccontare ogni piatto, farvi sentire pieni e felici, e magari anche emozionati», ha spiegato al Los Angeles Times in questa intervista.

Una cucina che parla campano
A differenza della classica proposta italiana spesso appiattita su pizza, pasta e sugo rosso, Le Le esplora la ricchezza della cucina campana, con tutte le sue sfumature. Uditi, cresciuto tra il ristorante di famiglia a Napoli e il forno della zia a Caserta, cucina come una nonna del Sud: con memoria, amore e autenticità. «Volevo raccontare la mia terra, la Campania, che qui a Los Angeles è poco rappresentata», dice. «Tanta Toscana, tanto Nord, ma quasi nessuno cucina il Sud come a casa.»

Dalle cene in salotto a un fenomeno da 6.000 prenotazioni
Quello che oggi è un supper club da 250 dollari a persona con abbinamenti di vino e lista d’attesa da oltre 6.000 nomi, nasce come una semplice serie di cene tra amici a Simi Valley. Ora, due o quattro volte al mese, Le Le apre le sue porte a un gruppo ristretto di 32 fortunati ospiti. L’esperienza è resa ancora più coinvolgente dal sommelier Ferdinando Mucerino, anche lui napoletano, che accompagna i piatti con una selezione di vini campani e invita i commensali a rilassarsi, chiacchierare e sentirsi davvero a casa.

Il pane come in forno: un inizio "col botto"
La cena si apre con tre tipologie di pane, ciascuna con una storia. Si comincia con la pan-pizza al pomodoro: alta, soffice, con sugo rosso denso, mozzarella di bufala e olio d’oliva. Un omaggio al pane che Uditi vendeva al banco del forno di sua zia. Poi arriva la focaccia con lardo di prosciutto montato, confettura di fichi e scaglie di Conciato Romano, un formaggio antico e profumatissimo. Infine, la focaccia “da ponte”: pane immerso nello strutto fritto, farcito con friarielli e pecorino, ispirato ai panini che Uditi vendeva da bambino sotto un ponte di Napoli.

Vino per ogni piatto, senza sprechi
Ogni focaccia è accompagnata da un calice di vino diverso. Le porzioni sono generose e le referenze regionali: si parte con il Greco di Tufo di Cantine di Marzo, abbinato a un’insalata di indivia, taccole e salsa tonnata in stile Caesar. L’esperienza è pensata per stupire, in ogni senso.
La pasta si spezza tutti insieme - come in Campania
Un momento clou della serata è la rottura collettiva dei mezzanelli. «In Italia si dice che gli italiani non spezzano la pasta, o che quando lo fanno succede qualcosa di importante», scherza Uditi. Ogni ospite indossa guanti neri e partecipa alla preparazione della lardiata, un piatto a base di mezzanelli in salsa di pomodoro arricchita da lardo di Colonnata. La consistenza è vellutata, il sapore pieno, il rito condiviso e divertente.

Il piatto simbolo è però la pasta e fagioli. Una sinfonia di fusilli, linguine, spaghetti, ziti e mafalda spezzati e cotti con fagioli Peruano fino a ottenere una crema densa, quasi da mangiare con il cucchiaio. Arriva in sala dentro una grande pentola di terracotta, servita al tavolo con un filo di sofrito, il “chili crisp italiano” secondo Uditi. Ogni cucchiaiata alterna consistenze morbide, croccanti, cremose, in un abbraccio che sa di casa.
Il momento carnivoro: bistecca e "vino marino"
Tra le portate più scenografiche, la bistecca rib-eye che esce fumante dai forni Gozney. Viene condita con un demi-glace ottenuto da fondi di carne e Aglianico, regalando una ricchezza di sapori che supera quella di qualsiasi steakhouse. Ad accompagnarla, un vino speciale: un Taurasi invecchiato per nove anni nelle profondità dell’Adriatico. L’acqua accelera l’invecchiamento e dona al vino una struttura molecolare unica. Il risultato è un rosso intenso, perfetto per esaltare la carne.

Un dolce finale firmato “Baking With Ish”
La chiusura è affidata a Ishnoelle Richardson, pasticcere del progetto Baking With Ish, noto per le sue creazioni dai sapori filippini. Il dessert è una tartelletta al pistacchio che unisce torta e crostata in un unico morso: base di farina di grano Sonora e mandorla, ripieno al limoncello e pistacchio, ganache al cioccolato bianco e ricotta montata. Leggero ma pieno, sparisce in pochi minuti.
Un sogno che continua: tra club esclusivo e focacceria
Alla fine della serata, Uditi passa tra i tavoli, brinda con gli ospiti, sorseggia vino e assaggia un pezzetto di dolce. «Non voglio barriere, ma convivialità e ricordi», dice. Le date dei prossimi eventi vengono comunicate ogni due settimane, e il sogno è trasformare Le Le in un club con membri e tessere, oltre ad aprire una focacceria vera e propria. Fino ad allora, l’unico consiglio è uno solo: mettetevi in lista.
