Si incrina il tabù dei pasti solitari, statisticamente in crescita tanto negli Stati Uniti che in Europa. Fra i ristoratori c’è chi storce il naso, sbattendo la porta in faccia ai “solo diners”, meno redditizi sotto il profilo commerciale; mentre altri ristrutturano assetti e menu per accaparrarsi il nuovo spicchio di mercato.
La notizia
La gastronomia, si sa, è storicamente simposio e convivialità. Per questo, forse, tutti noi ci siamo sentiti un po’ a disagio, sedendo da soli al ristorante, intimiditi dagli sguardi perplessi delle coppie o delle comitive tutt’intorno. Le statistiche, tuttavia, dicono che i pasti solitari sono in crescita: secondo la piattaforma di prenotazione Opentable, negli Stati Uniti sono aumentati del 29% in due anni; in Germania nel 2023 del 18% e in UK del 14. Mentre in Giappone, dove esiste un termine tutt’altro che spregiativo per definire il fenomeno (“ohitorisama” è colui che mangia senza compagnia), il 23% della popolazione non si fa problemi, contro il 18% del 2018.
Fra le ragioni dell’impennata c’è anche il lavoro da remoto, che ha messo in fuga dalla monotonia di una vita confinata alla casa-ufficio. Ma secondo il quotidiano britannico The Independent, si tratterebbe piuttosto di una manifestazione di profondo amore per se stessi, in cui l’ospite trae piacere dalla propria compagnia, usufruendo all’occorrenza dello smartphone per evadere dalla solitudine. Di fatto lo stigma si è incrinato, sempre più adulti preferiscono vivere e perfino viaggiare da soli. L’idea è che questo sia il modo migliore per visitare senza distrazioni un ristorante, specialmente a pranzo o nei primi giorni della settimana, quando è più facile occupare un tavolo lontano dai gruppi.
I ristoratori dal canto loro hanno iniziato ad adeguarsi al nuovo trend, ristrutturando menu e assetti. Se anche i locali familiari stanno aumentando le sedute singole, le porzioni vanno diminuendo, per propiziare nuove possibilità di assaggio. Alcuni tuttavia storcono il naso, per esempio Alex Dilling, chef stellato del londinese Hotel Café Royal, che ha sollevato un polverone quando ha iniziato a far pagare ai singoli il doppio, per poi impedire la prenotazione col segno “1” nella piattaforma online.
Al contrario Drew Brady, che attraverso Overthrow Hospitality gestisce 11 locali vegani a New York, riconosce le possibili perdite commerciali, ma anche il vantaggio di accreditarsi come locale del cuore presso un pubblico estremamente fedele. Cosicché l’offerta è stata ripensata con tavoli appositi e coccole dedicate. Nel ristorante di punta del brand, Avant Garden, i “solo diners” rappresentano fino all'8% dei clienti. In risposta, Brady ha collaborato con Lightspeed, una società di consulenza per ristoranti, installando tavoli più spaziosi progettati per i singoli ospiti, con un menu da quattro portate al costo in promo di 65 $. Non solo: se i commensali ordinano un cocktail, un barista lo prepara direttamente al tavolo per farli sentire a proprio agio. “Ragionando nel lungo periodo, questi benefits ci consentono di affermarci come un posto davvero speciale, prendendoci cura degli ospiti”.
Altri ancora organizzano tavolate conviviali per ospiti sparsi in caso di eventi, evitando gli special per due. Qualcuno addirittura fa notare che i “solo diners” privilegiano le forme triangolari rispetto a quelle rotonde e rinnova design e gamma di stoviglie.