Dopo aver trascorso più di un decennio a provare i menu di insegne blasonate, a 61 anni Pete Wells batte in ritirata: “Seri problemi di salute per chi fa il mio mestiere”.
La notizia
La vita da critico gastronomico? Un sogno per molti, una realtà spesso difficile da affrontare per chi ne ha fatto un vero e proprio mestiere. Visitare centinaia di insegne l’anno e mangiare nei migliori ristoranti del mondo può infatti comportare seri rischi per la salute, oltre il cliché del buongustaio florido e pasciuto. È quanto emerge dalla testimonianza di Pete Wells, grande penna del New York Times sin dal 2011, che oggi sta letteralmente scontando la pena invisibile di anni e anni di pasti fuori casa, fra menu e wine pairing consumati “per lavoro”-al punto da decidere di ritirarsi definitivamente, come racconta The Drinks Business.
“All'inizio del 2024 sono andato a fare la mia prima visita medica da molto più tempo di quanto non volessi ammettere”, confessa in un articolo sulla nota testata, dichiarando che in fondo si aspettava “di non essere proprio in uno stato di forma ottimale”. Il risultato? “Gli esami erano pessimi su tutta la linea; il colesterolo, la glicemia e l'ipertensione erano di gran lunga peggiori di quanto mi aspettassi, anche nella più buia delle ipotesi. Fra stadio pre-diabetico, fegato grasso e sindrome metabolica, ero ormai obeso e affetto da numerose patologie”.
Dopo aver trascorso più di un decennio a provare i menu di insegne blasonate (e dopo esser giunto al 70esimo locale dei 140 da esaminare per la selezione della top list newyorchese), a 61 anni Wells sostiene di aver addirittura perso l'appetito. “Mi è successa una cosa strana ora che sono arrivato a fine carriera: ho capito che non avevo mai fame. E non ne ho ancora, almeno non come prima”, ha spiegato. “Così, dopo 12 anni come critico di ristoranti per il New York Times, ho deciso di ritirarmi con la massima grazia che il mio stato di obesità aggravata mi consente”.
Wells ha anche citato un altro veterano del settore, Adam Platt, che è stato critico di ristoranti per il New York Magazine per 24 anni, il quale ha dichiarato di soffrire tutt’ora di “gotta, ipertensione, colesterolo alto e diabete di tipo 2”; tra i fattori di rischio citati da Platt c'è il fatto che ha iniziato a mangiare dolci sul lavoro, cosa a cui prima non era abituato. "Il nostro è il mestiere meno sano del mondo e ne sento ancora gli effetti", ha confidato, evocando l'esercito di medici che ne alleviano le "malattie professionali".
Non a caso, Wells ha affermato che la sua paura più grande era diventata quella di morire prematuramente. Da qui la scelta di invertire marcia: "Uscire con amici e famiglia sera dopo sera a mangiare assomiglia molto a quel che uno fa in vacanza. Io, però, non ce la faccio più. Ne va della mia salute: molti successi, ma anche troppo cibo".