Sono sempre più numerose le professioniste, che si ritagliano un posto al sole nella gastronomia asiatica. “Tuttavia mentirei se non riconoscessi gli svantaggi della nostra condizione”, polemizza la pastry chef Le Tran Thien Hahn.
L'opinione
In un paese in trasformazione tumultuosa come il Vietnam, l’esplosione del fine dining si è meritata l’attenzione internazionale. Ma non è l’unica notizia, visto che le donne stanno scalando il settore, come rilevato da Michelin in un’intervista tripartita. C’è Sam Tran, cofondatrice e chef di Gia, stellato ad Hanoi, che racconta la sua creatività al femminile, modellata sulla mamma, sulla nonna e sulle signore aduse a cucinare nelle feste popolari, che le hanno trasmesso non solo ricette tradizionali, ma tutto un patrimonio di storie e sensibilità verso gli ingredienti e le stagioni.
Una conoscenza che non si acquisisce nelle scuole di cucina, fatta di passione, rispetto e orgoglio della propria identità. E c’è Summer Le, fondatrice e chef di Nén Light a Ho Chi Minh City, che nella sua carriera ha guidato squadre a maggioranza maschile, fungendo da mentore grazie all’istinto femminile, e ora esulta per la parità di genere sempre più vicina, pur consapevole delle sfide che pone la conciliazione con la vita privata.
Soprattutto c’è Le Tran Thien Hahn, pastry chef di The Monkey Gallery Dining, sempre a Ho Chi Minh City, che sfodera accenti più polemici. “Essere una donna ha forgiato in modo determinante la mia esperienza come chef, soprattutto nel modo in cui guido la cucina. Amo l’efficienza e la disciplina, ma sono contraria alle dure giornate lavorative di dodici ore e alla cultura militaresca della gastronomia. La maggior parte dei membri della mia brigata di pasticceria sono donne. Voglio che siano in condizione di imparare e crescere professionalmente, conservando tempo ed energia per la loro salute, i loro cari e i loro hobby. Lavoro duramente per distribuire le mansioni ed evitare straordinari di troppo alla squadra”.
“Tuttavia mentirei se non riconoscessi che essere una donna in cucina comporta qualche svantaggio. Oltre alle sfide fisiche (sì, le attrezzature sono pesanti), dobbiamo lottare contro i retaggi della cultura vietnamita. Viene esercitata una fortissima pressione su di noi, affinché manteniamo un equilibrio con le responsabilità familiari in qualità di figlie, mogli e madri. Ciononostante tutte le cucine professionali in cui ho lavorato, inclusa The Monkey Gallery Dining, erano in prevalenza femminili, cosa che forse dimostra la nostra predisposizione a una cucina rapida, ma meticolosa e precisa”.