Brilla in Spagna la stella di Andrea Drago, chef nato a Como che ha portato al successo il ristorante Orobianco di Calpe, Costa Blanca, rituffando i fondamentali della cucina italiana nel crogiolo del Mediterraneo.
Lo chef
Dalle vetrate si staglia lui, il Peñon de Ifach, imponente monolito calcareo a picco sul mare che battezza un parco nella provincia di Alicante: uno scenario da favola, che si prolunga in piatti che hanno il fascino composito del mare nostrum. Qui la cucina salpa dalla Costa Blanca verso l’Italia, una cifra panmediterranea che ha stregato gli ispettori Michelin e portato a Orobianco la sua prima, velocissima stella.
Al timone c’è Andrea Drago, nato nel 1989 a Como e qui formato alla gastronomia -racconta la testata spainlifeexcusive.com. Dopo le prime esperienze, fra cui un decisivo stage da Enrico Crippa, all’epoca detentore di zero stelle, che lo ha contagiato al morbo del fine dining, nel 2013 eccolo già su suolo iberico, al Lasarte di Martin Berasategui. A Barcellona nei piani avrebbe dovuto fermarsi al massimo un biennio, invece non si è mosso per otto anni. Finché nel 2022 è rientrato brevemente in Italia ed è ripartito a stretto giro, per diventare dal gennaio 2023 lo chef di Orobianco.
Oggi il suo stile è ben definito: lui lo descrive come un’alta cucina mediterranea dalle influenze italiane, contraddistinta dall’impiego di tecniche spagnole. Si sente il magistero di Paolo Casagrande, connazionale di stanza al Lasarte; ma anche i passaggi in Giappone e Scandinavia si lasciano apprezzare.
Mentre al centro resta lui: il prodotto della Costa Brava, vedi la tartare di seppia con mandorle, guanciale e tuorlo marinato. Drago ci tiene comunque a enfatizzare il suo debole per i primi piatti, fra cui sono già signature lo spaghettone con pil-pil di midollo e caviale e i fusilli con pompelmo, capasanta affumicata e aria di Franciacorta.
Se il pesce è locale, come le carni, dall’Italia arrivano alcuni vegetali e conserve, le paste, il riso e una bella fetta della cantina, ovviamente ricca di referenze spagnole. “Del Mediterraneo amo soprattutto i prodotti che abbiamo la fortuna di trovarvi. La creazione dei piatti ruota intorno a loro, in modo che possano brillare”. Riguardo ai suoi piani per il futuro, Andrea non scorge cambiamenti in vista: nei prossimi anni vuole restare lì, da Orobianco, insieme alla sua squadra, che si sforza costantemente di motivare e includere nei processi creativi.