“Le persone sono disposte a spendere più per gli smartphone che per il cibo. Questa è la realtà e credo che nessuno di noi possa cambiarla”. Dani García sostiene la “tesi dell’adattamento”: gli chef devono soddisfare esigenze comuni.
La notizia
“E’ semplicemente una questione di priorità, quella che porta le persone a giudicare troppo alti i prezzi dei ristoranti stellati”. Secondo Dani García, uno degli chef più premiati al mondo, è questo il nocciolo del problema. E proprio la difficoltà nel far comprendere ai commensali il valore dell’alta gastronomia lo ha portato a chiudere il suo locale tre stelle Michelin a Marbella qualche anno fa.Scelta compiuta non certo per ritirarsi a vita privata: oggi lo chef, volto noto della cucina andalusa e spagnola, gestisce infatti circa una ventina di ristoranti in tutto il globo e non ha certo intenzione di fermarsi qui. Quando nel 2018 ha ricevuto tre stelle e subito annunciato la chiusura del ristorante, è stato travolto da numerose critiche che lo accusavano di essere contro il fine dining. Niente di più falso, dato che ora tra le sue insegne spicca Smoked Room, l’”omakase della brace” che nel 2021 ha ricevuto due stelle in un colpo solo. Tuttavia, per García rimane difficile far accettare al pubblico i costi elevati della cucina di ricerca.
Commentando le polemiche che hanno sommerso il suo collega Dabiz Munoz, che ha deciso di aumentare il prezzo del menu degustazione da 250 a 365 euro, ha dichiarato: “Le persone con i loro soldi fanno ciò che vogliono veramente, così come ognuno impone il prezzo che ritiene giusto nella propria attività. Ho chiuso il mio ristorante tre stelle perché stavo facendo alta cucina nel Paese sbagliato al momento sbagliato e uno dei principali motivi è stato proprio il prezzo. Se vi dicessi quanto ho pagato per cenare in un noto locale giapponese a New York... rimarreste a bocca aperta. Cifre impensabili in Spagna. Anche a Londra, l'altro giorno, sono stato in diversi locali di alta cucina e i prezzi sono come devono essere: elevati. Nel mio paese, invece, si paga ancora troppo poco per esperienze importanti. Sono d'accordo con quello che dice e fa il mio collega David Muñoz, tuttavia bisogna pensare al paese in cui ci si trova.
Ecco perché l'unico format simile in cui sono impegnato al momento è quello di Smoked Room, con soli 14 coperti: non c'è posto per altre persone, la gente non vuole spendere troppo. Percepisce i ristoranti fine dining come tremendamente costosi, ma poi spende l’equivalente di quattro cene per un cellulare. Il punto è che i più vogliono il cellulare, non il cibo. Questa è la realtà in cui viviamo e ho capito che non l'avrei cambiata, né credo che ci sia qualcuno con la capacità di cambiarla: è un problema culturale. Adattatevi a quello che c'è e fate quel che sapete fare meglio. Questo è il mio ragionamento”.
Fonte: esquire.com
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Foto di copertina: @RAÚL PALOMINO