È bastato un reportage della CNN per trasformare una bancarella di street food, che serve riso e tacchino a Taiwan, in un piccolo impero in espansione. Ma il fondatore tira il freno: “Nostro padre ci esorta sempre a non fare confusione con la sua ricetta”.
La notizia
La storia della specialità è nota: furono i colonizzatori olandesi a portare in loco i tacchini nel XVII secolo, ma l’allevamento industriale risale solo agli anni ’50. Allora gli abitanti di Chiayi, cittadina a nord di Tainan, iniziarono a servire il piatto e ne fecero una tipicità, amatissima oltretutto dai soldati dell’aeronautica americana di stanza in loco. Ed è stato da un maestro locale che Liao ha appreso la ricetta, promettendogli che non sarebbe entrato in competizione. Cosicché per tenere fede alla parola data, ha cambiato città al momento di mettersi in proprio.
Fino all’ormai celebre reportage datato 2015. “All’improvviso hanno iniziato a contattarci per chiederci di aprire altre sedi”, racconta il figlio del fondatore Liao Wei-chieh, che ha infine detto sì allo spin-off di Taipei, acconsentendo alla condizione posta dal padre di non cambiare ricetta. Ma anche la bancarella nel frattempo si era trasformata in un ristorante di mattoni. E ancora la terza sede, nell’edificio più alto della capitale, Taipei 1, che ospita una food court, mentre continuano a fioccare altre proposte. Ma non basta. “Siamo stati invitati da ufficiali governativi a provvedere agli eventi”. Tale è il potere a Taiwan di un articolo internazionale o di una menzione sulle guide.
Il riso al tacchino di Rou Bo @Clarissa Wei, CNN
Liao, tuttavia, insiste sulla primazia del prodotto rispetto alla comunicazione: senza qualità, il miracolo non ci sarebbe stato. “Quando la gente ha visto l’articolo, si è interessata a noi. Ma siamo riusciti a fidelizzare i clienti grazie alla qualità del nostro cibo”. Per questo mentre la seconda generazione accetterebbe con entusiasmo ogni proposta, lui tira il freno e invita alla prudenza. Per esempio, si oppone a sedi distaccate da una cucina centralizzata, perché gli ingredienti freschi devono essere preparati sul posto.
In tutto questo il piatto è rimasto praticamente invariato. Ogni mattina i tacchini interi vengono lessati in un brodo di zenzero e scalogno per diverse ore, poi lasciati riposare a temperatura ambiente. La carne è sfilacciata e disposta a strati col riso, mentre il grasso viene recuperato, unito al sugo di tacchino e all’olio allo scalogno in funzione di dressing. Contrariamente alla ricetta tradizionale, nessun accenno di scalogno fritto, la cui testura secondo Liao distrarrebbe dal piatto.
Fonte: Cnn
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*Foto della chef in copertina a scopo rappresentativo (Unsplash)