Negli Stati Uniti si confermano i mostri sacri Grant Achatz, Thomas Keller, Daniel Humm; mentre avanzano Dan Barber che raggiunge le 2 stelle e la cucina asiatica.
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Sono finalmente uscite le guide Michelin sulle principali città degli Stati Uniti. A Chicago 25 ristoranti hanno meritato la stella, 3 in più rispetto all’anno passato. Fra le novità Kikko, nuovo locale di Noah Sandoval, Mako, Next, Omakase Yume e Yugen, tutti situati sulla riva sinistra, da sempre più vocata al fine dining; mentre Dusek’s e Roister, del gruppo Alinea, sono usciti. Si conferma inoltre la moda dell’omakase, carta bianca giap. “I nostri ispettori sono rimasti particolarmente impressionati dalla qualità della cucina nipponica”, ha dichiarato Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle guide Michelin.

Alinea ha conservato le sue 3 stelle; ma Grant Achatz e il socio Nick Kokonas ne hanno finalmente guadagnata un’altra presso Next, indirizzo famoso per il menu a rotazione, con molteplici temi che si avvicendano nel corso dell’anno, dopo anni di inspiegabile attesa. Anche i bistellati Acadia, Smyth e Oriole hanno tenuto le posizioni. Mentre fa discutere l’assenza di Kyoten, omakase incensato da molti critici, il cui chef si era trasferito da Austin proprio per la guida.

Anche per quanto riguarda Washington, la quarta edizione della guida ha privilegiato la continuità, con la conferma delle 3 stelle a Inn at Little Washington e delle 2 a Pineapple and Pearls e Minibar. Novità sul fronte delle stelle singole, invece, con 4 ristoranti premiati: Gravitas, Maydan, Little Pearl e Sushi Nakazawa; mentre Siren l’ha perso per chiusura e Blue Duck Tavern è stato declassato.

La guida di San Francisco è stata estesa all’intera California, ma solo la città continua a poter vantare ristoranti tristellati: si tratta di Atelier Crenn, Benu, The Restaurant at Meadowood, Manresa, Quince, Single Thread e The French Laundry, mentre Saison è stato declassato a 2. Il Campton Place, sempre in città, ha guadagnato la seconda stella, punteggio che condivide con Acquerello, Baumé, Coi, Commis, Californios e Lazy Bear. 6 infine le nuove stelle, conferite a Angler e Sorrel, sempre a San Francisco, Kitchen Restaurant a Sacramento, Aubergine a Monterey, Maum a Palo Alto e Harbor House a Mendocino.


Ma l’attesa era tutta per la guida di New York, che l’anno scorso ha raccolto 76 stelle. Blue Hill at Stone Barns dello chef Dan Barber ha finalmente ottenuto la tanto attesa seconda stella, premio per una cucina originale, imperniata sui valori della sostenibilità e del riciclo, con menu anche di 30 corse che possono durare 5 ore per il prezzo di 278 dollari, da prenotare con molti mesi di anticipo. Con lui Atomix; mentre la prima stella è toccata a Estela, Four horsemen, Oxalis, Crowny shy, Le Jardinier e Benno. Il massimo punteggio resta appannaggio a New York di Masa, Per Se, The Chef’s Table at Brooklyn Fare, Eleven Madison Park e Le Bernardin.