Akane è l’unica cuoca giapponese che porti avanti un fine dining a Singapore: apparecchia appena 16 coperti al bancone, a tu per tu con le preparazioni, di cui è possibile godere lo spettacolo multisensoriale. Ecco cosa pensa del ruolo femminile nel mondo della ristorazione.
La notizia
Che il Giappone non sia un paese amico delle donne, è cosa nota: perfino trovare una cuoca dietro il bancone del sushi, era fino a qualche tempo fa impensabile. Ci è riuscita la quarantatreenne Akane Eno, chef di Ichigo Ichie, ristorante inaugurato nel febbraio 2020, subito prima della pandemia, in società con i fondatori di The Gyu Bar e dello stellato Sushi Kimura. Propone una cucina “kappo”, ovvero diretta e informale. Il nome letteralmente sta per “tagliare e cuocere” e di fatto il pasto si articola come una sequenza di portate a discrezione dello chef.Akane è l’unica cuoca giapponese che porti avanti un fine dining a Singapore, presso l’InterContinental Robertson Quay. Apparecchia appena 16 coperti al bancone, a tu per tu con le preparazioni, di cui è possibile godere lo spettacolo multisensoriale. Ma c’è ancora chi, dopo aver preso posto, le chiede quando arriverà il suo capo per preparare il pasto. E lei spiega gentilmente che no, lo chef da queste parti è donna. Akane a dire il vero aveva in mente dell’altro per il suo futuro: dopo il liceo, ha studiato all’università storia dell’arte, nell’intenzione di diventare curatrice. Nel frattempo, tuttavia, amava sedersi nei migliori ristoranti di Tokyo, in particolare i francesi, apprezzandone la raffinatezza e l’estetica, al punto da convincersi che anche la cucina fosse una forma d’arte. Eccola quindi iscriversi e diplomarsi al Tsuji Culinary Institute di Osaka. Senza mai sentirsi discriminata in quanto donna, neppure nei primi posti di lavoro.
“Cucinare può essere fisicamente e mentalmente stancante, quindi devi avere l’approccio giusto. Molte persone vogliono invece giocare e godersi la loro giovinezza”, precisa. È stato così che delle tante compagne di scuola, quasi solo lei ha proseguito sulla strada del professionismo, mentre le altre hanno cercato più spazio per la loro vita privata. “Secondo me se vuoi imparare qualcosa, a volte possono essere necessarie tante ore. Se lo vedi solo come un lavoro, è difficile proseguire. Per imparare c’è bisogno di passione e dedizione”. Poi c’è la fatica fisica, svantaggio che le donne possono superare dividendo i compiti e i pesi da portare.
A Singapore Akane è arrivata per la mediazione del suo mentore, lo chef Masaru Furusawa, che l’aveva addestrata con sé al bancone. Poi l’incontro con Tomoo Kimura, presso il cui ristorante Sushi Kimura ha contribuito all’ottenimento della stella. Ichigo Ichie (in giapponese è un’antica formula della cerimonia del tè, che significa “una vita, un momento”) è nato così: come un pop-up, che poi si è evoluto in ristorante kappo. Gli esordi non sono stati facili, dati i tempi, con Akane che si è trovata per la prima volta a fare asporto. “Dal momento che tutti erano chiusi in casa, ho pensato di offrire sapori confortevoli con piatti come il riso al donabe, uno dei miei preferiti. Ma è stato un grande dispiacere non poter vedere o sentire le espressioni dei miei clienti. Mi chiedo sempre cosa pensino di gusto e testura. Gli piace? Non poter interagire con gli ospiti è stato quello che mi è mancato di più”.
Fonte: cnalifestyle.channelnewasia.com
Foto di copertina: Crediti Aik Chen