Lo chef Michael Caines racconta il suo percorso fra difficoltà degli esordi e insulti razzisti, anche nelle cucine moderne e rinomate. “Per chi ha la pelle scura, fare carriera è più difficile”.
La notizia
Ci sono circa 185 ristoranti stellati tra la Gran Bretagna e l’Irlanda, ma al momento soltanto tre sono guidati da chef di colore. Uno tra questi chef è Michael Caines, che ha rilevato nel 2014 Lympstone Manor, una proprietà divenuta ben presto una meta di lusso rinomata in tutto il Regno Unito. Questo hotel prestigioso non soltanto ha conquistato una stella Michelin, ma gli ha permesso di rivendicare una tenuta che un tempo apparteneva a una famiglia di schiavisti."Questa proprietà apparteneva a Charles Baring: la sua famiglia possedeva schiavi, così come lo erano un tempo i miei familiari", rivela Caines, passeggiando per i giardini di Lympstone Manor che si affacciano sull'estuario di Exmouth, a Devon. "Sono nato a Exeter nel 1969 da madre inglese bianca e padre domenicano nero, per poi essere adottato da una coppia bianca quando ero ancora un neonato. Ora questo posto è mio, sembra che abbiamo chiuso il cerchio in un certo senso. Come uomini e donne liberi possiamo esprimerci in modo creativo e dimostrare che chiunque può realizzare i propri sogni attraverso il duro lavoro e il talento.”
"Storicamente è difficile per le persone di colore salire di livello nel proprio lavoro", ha continuato Caines. “È un po' come il calcio, ci sono tantissimi calciatori di colore, ma perché ci sono pochi allenatori di colore?” Le stelle Michelin hanno aiutato Michael Caines a iniziare ad affrontare questioni più grandi della cucina, come appunto la possibilità di comprare il maniero e offrire un lavoro, oltre che una visione, ai giovani chef che vogliono lavorare con lui. Ma per ottenere questo riconoscimento, Caines ha affrontato diverse difficoltà lungo il suo percorso.
Da giovane, Caines ha dovuto lottare per essere accettato. Quando l'acclamato chef francese Raymond Blanc lo aiutò a ottenere il suo primo lavoro in Francia, all'inizio degli anni '90, fu il primo chef di colore nella cucina di Loiseau, dove ricevette numerosi insulti razzisti: “Quando mi trovavo nella sezione carne e pesce, qualcuno una volta è entrato e mi ha indicato, esclamando: 'Chi è?' e Loiseau ha risposto: 'È il ragazzo inglese', e l'altro, dirimando: 'ma è nero'".
Durante il suo racconto, Caines ricorda che c’è stato anche qualche incidente: qualche volta è capitato che venisse coinvolto in una lite a seguito di questi insulti razzisti in cucina, ma ha spiegato che è stato il suo talento ad aiutarlo a superare i pregiudizi. "Nel momento in cui ho iniziato a cucinare non contava più il resto, è sempre stato questo il mio biglietto da visita. Le barriere c'erano, l'apprensione c'era, ma una volta che inizi a mostrare le tue abilità e la tua organizzazione, chiaramente passi un gradino sopra a tutti in quel genere di cucina". La sua tenacia gli hanno fatto guadagnare la prima stella Michelin nel 1994, lo stesso anno in cui ha perso un braccio in un grave incidente stradale. È stata la determinazione ad aiutarlo a superare un periodo buio in cui era preoccupato che la sua carriera sarebbe finita.
Ora Caines ha anche creato un'accademia che istruisce la futura generazione di ristoratori del Devon e ha collaborato con un programma chiamato Future Plate, che mira a celebrare la cucina africana e caraibica. Parte del programma coinvolgerà una serie di docenti ospiti e masterclass, nonché l'inclusione di una più ampia gamma di piatti nei menu dei college. "Molti studenti qui provengono da radici africane o caraibiche, ma dopo che hanno finito la scuola, dimenticano le loro origini”, ha detto Caines. "Questo evento li ispirerà. Il cibo africano non è più visto come qualcosa da nascondere".
Fonte: news.sky.com
Foto di copertina: pagina ufficiale Lympstone Manor