Pasticciera formatasi alla Johnson & Wales University, oggi co-proprietaria di Smyth e The Loyalist. Dal ruolo di sous pastry chef a TRU alla nomination come Outstanding Chef ai James Beard Awards 2024, guida l’anima operativa del ristorante tre stelle Michelin di Chicago.
Nata nel Massachusetts, si diploma alla Johnson & Wales University prima di trasferirsi a Chicago; qui diventa sous pastry chef da Gale Gand a TRU, affinando l’uso di zuccheri complessi e temperature estreme su dessert dalla struttura leggera.
Nel 2004 approda a Charlie Trotter’s, dove in tre anni sale a head pastry chef e incontra lo chef John Shields. Lì sviluppa la sua cifra minimalista nel dessert “Merlot, latticello e shiso” (2006) e inizia a vedere la pasticceria come dialogo con la cucina salata.
La coppia rifiuta l’offerta di aprire un Trotter a Las Vegas e, nel 2008, emigra nella rurale Chilhowie (Virginia) per guidare Town House e l’adiacente Riverstead Inn. Le preparazioni a base di foraging locale ottengono un elogio sul New York Times (giugno 2009) e valgono a lei lo StarChefs Rising Star 2010.
Rientrata nel West Loop, nel 2016 apre Smyth (13 tavoli) e The Loyalist: i menu si nutrono di un appezzamento biodinamico nell’Illinois centrale, “The Farm”, visitato settimanalmente. Il locale conquista una stella Michelin in sei mesi, la seconda l’anno successivo e, nel novembre 2023, le tre stelle Michelin – evento che la chef definisce «un impegno a non abbassare mai la soglia di cura».
Oggi, mentre John orchestra la linea salata, lei ottimizza costi, relazioni con i produttori e gestione del personale, senza abbandonare un dessert-firma come il “Latte fermentato, miele di The Farm e polline” (2022). L’evoluzione da pasticciera a restauratrice le vale la candidatura a Outstanding Chef ai James Beard Awards 2024, riconoscendo il suo ruolo cardine nel mantenere coerenza e sostenibilità del progetto.
La spinta etica arriva dalla nonna Flora, «leader silenziosa» che, a 103 anni, continua a ispirarla: «Se lei poteva cucinare con una mano sola, non abbiamo scuse per non dare il massimo», racconta.