Weekend wine

Gut Oggau: alla scoperta della cantina austriaca pioniera del vino naturale

by:
Marco Colognese
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Nel Burgenland un’azienda simbolo per i vini biodinamici, massa in piedi da una coppia di talenti in un’ex tenuta abbandonata da vent’anni. Il progetto e i vini.

L'azienda

Incontrare Eduard Tscheppe e sua moglie Stephanie Tscheppe-Eselböck nella loro cantina, parlarci e assaggiare quel che producono, è un’esperienza che tutti gli amanti del vino - naturale o convenzionale non ha importanza - dovrebbero fare. Perché non c’è dubbio: il buon vino è una questione di dedizione, amore e pratiche agronomiche serie. L’azienda Gut Oggau si trova a Oggau, nel Burgenland: tenuta vitivinicola con una lunga storia, essendo nata nel XVII secolo, viene rilevata da due giovani entusiasti nel 2007 dopo essere stata abbandonata per una ventina d’anni.

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Eduard ha studiato economia e arriva da una famiglia di viticoltori della Stiria, nel sud del paese; Stephanie, invece, grande viaggiatrice, ha studiato fotografia e gestione alberghiera a Losanna. Lei è la figlia di Walter Eselböck, primo proprietario di Taubenkobel, ristorante due stelle Michelin ora gestito dalla sorella Barbara con il marito, lo chef Alain Weissberger. Racconta Eduard: “I miei genitori hanno sempre lavorato in modo convenzionale, mia moglie arrivava dall’esperienza al ristorante. Quando abbiamo deciso di acquistare la tenuta eravamo completamente open-minded, mentre all’epoca il mondo del vino era totalmente altro e pochi produttori andavano in una direzione diversa. Le viti non erano in forma e la maggior parte dei colleghi qui intorno ci avevano suggerito di sbarazzarcene e ripiantare, ma noi sentivamo il loro potenziale.

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E prosegue: Lavoriamo con il metodo biodinamico da quando abbiamo iniziato, questa era stata una cantina famosa dagli anni ‘50 agli ‘80 del secolo scorso. La proprietaria non aveva eredi, non viveva più qui, così per prima cosa abbiamo voluto rivitalizzare le piante abbandonate, prima coltivate in modo convenzionale. Il fatto che fossero state lasciate andare, ha reso la conversione meno dolorosa per le vigne, perché il periodo di inattività ha permesso ai terreni di depurarsi naturalmente. Stephanie continua, sorridendo: “Quando siamo partiti con grande entusiasmo, io avevo 25 anni e lui 29, sapevamo di aver ragione, ma anche che nessuno ci avrebbe capito”.

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Oggi Gut Oggau conta una ventina di ettari vitati, due dei quali sono stati piantati cinque anni fa. Alcune delle vigne hanno più di 60 anni, si trovano su suoli calcarei e ghiaiosi e beneficiando dell’influenza microclimatica del vicino Lago Neusiedl. Le varietà coltivate sono soprattutto Blaufränkisch, Zweigelt, Grüner Veltliner, Welschriesling, Weissburgunder (Pinot Bianco) e Gewürztraminer. La filosofia produttiva di Gut Oggau si basa sulla biodinamica, l’azienda è certificata Demeter e l’approccio in cantina è naturalmente minimalista: le fermentazioni sono spontanee, vengono usati solo lieviti indigeni e si evitano filtrazioni e chiarifiche; non vengono aggiunti solfiti. Eduard Tscheppe è convinto che quella del produttore debba essere una "guida gentile", permettendo al vino di esprimere la sua personalità senza interventi invasivi.

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Allo stesso modo, in vigna, nella quale di recente sono stati introdotti i cavalli per effettuare alcune lavorazioni, non viene usato alcun prodotto di sintesi. “Dal nostro punto di vista è cruciale capire che cosa rende il vino vivo e speciale: si tratta del modo di coltivare la pianta, non si può negare che ci sia un impatto sul modo in cui si tratta il suolo, come lo si lavori e le scelte che si fanno. Il vino è frutto della vite, che è estremamente sensibile, ed è frutto di step attenti e accurati; il processo per arrivare al grappolo deve essere specifico e in ogni caso non possiamo prevedere il risultato, perché dipende da ogni stagione, c’è un pizzico di sorpresa e di incanto in ogni vendemmia. Poi si può fare un vino perfetto, ma la bellezza di bere un vino è anche conoscerne la storia. È un fatto culturale, così come le persone, i vini passano attraverso momenti differenti.”

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A questo proposito merita un cenno anche l’idea che c’è dietro la scelta dei volti che compaiono sulle suggestive etichette frutto del lavoro di diversi artisti, frutto della collaborazione con l’agenzia Jung Von Matt che che ha elaborato la prima serie. Ciascun vino è visto come componente di una famiglia e il volto che lo rappresenta ne riflette il carattere attraverso i tratti somatici.

I vini

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E di carattere ce n’è parecchio, nelle diverse, eterogenee espressioni dei vini di Eduard e Stephanie. Siamo rimasti affascinati dalla freschezza e dalla longevità che abbiamo riscontrato nei nostri assaggi, sia in cantina sia durante una magnifica cena da Taubenkobel che in cantina ne conserva esemplari con qualche anno sulle spalle. Dalla carica sapida e minerale di Timotheus Weiss 2014, alla bella profondità di Edmund, anche questo un bianco. Ancora, l’estrema eleganza di Joschuari Rot 2018 e dell’emozionante Gewürztraminer Emmeram; la splendida vivacità di Winifred, Rosé del 2013 e infine dal sorprendente Wiltrude, notevole vino da dessert.

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Per capire ancora di più questi vignaioli e i loro prodotti, vale la pena leggere qualche riga estratta dal loro sito internet: “(...)Eppure, non ci siamo prefissati di essere diversi. Non di provocare. Semplicemente sosteniamo la nostra strada, che per noi è assolutamente quella giusta. Siamo orgogliosi dell'unicità dei nostri vini e del nostro approccio. Siamo orgogliosi che la personalità dei nostri vini coinvolga persone in tutto il mondo. Tuttavia, la nostra motivazione è andata ben oltre il vino in bottiglia. Ci consideriamo agricoltori, creatori culturali, progettisti di paesaggi culturali. I nostri vigneti sono le nostre tele. Il vino è molto più di una semplice bevanda.”

Contatti

Hauptstraße 31, 7063 Oggau am Neusiedler See, Austria

Telefono: +43 664 2069298

Sito web

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