Nonostante abbia scalato oltre trenta posizioni, Quique Dacosta non risparmia critiche ai ranking mondiali: non conterebbero per i singoli piazzamenti, ma in termini geopolitici. E di talenti spagnoli ne mancherebbero a decine.
L'opinione
Molte polemiche, molto onore. Fin dagli esordi gli strali non hanno lesinato i 50 Best, sondaggio fra addetti ai lavori che di fatto può decretare vita, morte e miracoli di un ristorante come provvidenziale antagonista a Michelin. Oggi è la volta di Quique Dacosta, che si è posizionato al quarantaduesimo posto con il tre stelle omonimo a Denia. Unico dell’intera Comunità Valenciana. Di fatto equivale a un balzo di oltre trenta posizioni per quello che lo chef definisce il “restaurante de las alegrias”.Il suo commento è articolato e tutt’altro che emotivo. “In passato ho pensato che apparire in queste classifiche fosse l’epicentro della mia carriera. Sebbene mi consideri giovane, sono uno dei più vecchi del posto nel mio settore. Ho ricoperto tutte le posizioni possibili durante il mio percorso in ogni tipo di ranking. Essere presente nella World’s 50 Best Restaurants e in altre classifiche prestigiose è un regalo, ma personalmente non ho fretta né sento pressioni. Sono un operaio della cucina e ho raggiunto di tutto e di più in termini di riconoscimenti nell’arco di trentacinque anni di carriera”.
“Queste classifiche sono un termometro fedele di quello che succede nel mondo, senza considerare la posizione del singolo ristorante. Un termometro continentale che riflette quel che accade nei singoli paesi. Ci sono i migliori, a prescindere dal piazzamento, ma continua a essere per me incomprensibile che tanti talenti spagnoli straordinari non siano inclusi. Se stilassi io la lista, sarebbero almeno 35, ma non voglio fare nomi. La cucina valenciana, per esempio, attualmente è una delle più interessanti del mondo, un movimento reale, potente, diversificato e interessante. Vive dell’eredità di un ricettario straordinario, dotato di una personalità tutta sua. Chi si reca nella Comunità può godere tanto dell’alta cucina che di quella popolare”.
“Per me è un riconoscimento ancora più prezioso, dopo tre anni da incubo per il settore. Ciò che mi inorgoglisce è rappresentare il mio territorio e il mio paese. Oggi Denia compare in tutti i media di gastronomia, figurare nei 50 Best significa mettere in valore il territorio con la sua identità culinaria, riscattare i pescatori, gli allevatori e i commercianti della zona della marina. Tanto per fare un esempio, abbiamo calcolato la spesa in taxi dei nostri clienti e ammonta da sola a 19mila euro”.
Fonte: 7 Canibales
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Foto di Copertina: Crediti Mandarin Oriental