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200 bottiglie in un igloo a 2000 metri di altezza: nasce la prima cantina di ghiaccio per l’affinamento dei vini in Val Camonica

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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Cantina igloo val camonica

La notizia

Un esperimento all’avanguardia e dall’altissimo potenziale comunicativo è quello intrapreso dal Consorzio Pontedilegno-Tonale con il Consorzio Vini di Valcamonica, la Cantina Bignotti e Unimont - Università della Montagna, polo di eccellenza dell’Università degli Studi di Milano, che insieme hanno realizzato una cantina-igloo a 2000 metri di altitudine per sperimentare l’affinamento del vino in ghiaccio. 


L’obiettivo è quello di “completare l’invecchiamento di 200 tra le migliori bottiglie del territorio della Valle Camonica all’interno di una cantina di ghiaccio costruita per l’occasione, a 2.000 metri di quota, sul Corno d’Aola, nella ski area di Ponte di Legno, nel Parco dell’Adamello”. L’esperimento vuole studiare come cambiano le qualità organolettiche del vino e individuare tecniche di viticoltura sostenibile.

Crediti Mauro Mariotti


L’igloo è stato realizzato dall’artista Ivan Mariotti e all’ inizio dell’inverno sono state depositate ben  200 bottiglie al suo interno: la Cantina Bignotti ha fornito i suoi rossi Igt e gli spumanti Supremo e Brut metodo classico, mentre il Consorzio Vini di Valcamonica, che riunisce 12 cantine, ha scelto di partecipare all’esperimento con una trentina di etichette tra rossi, bianchi e passito (cantine Concarena, La Muraca, Rodella, Togni-Rebaioli, Scraleca, Vi Bu, Carona, Flonno, Monchieri, Zanetta, Cascina Casola e Rocche dei Vignali). L’iniziativa servirà ad analizzare come l’alta quota e il freddo invernale possano contribuire a migliorare l’affinamento in bottiglia dei vini locali.


Questo esperimento ha l’obiettivo di indagare l’effetto delle caratteristiche climatiche delle quote montane più elevate, caratterizzate dal freddo e dal ghiaccio, sul processo di affinamento dei vini prodotti in Valcamonica. Infatti, verranno effettuate una serie di analisi chimico-fisiche e organolettiche sia sui vini collocati nell’igloo che su quelli lasciati nelle cantine delle aziende in fondo Valle, che consentiranno una prima comparazione necessaria a verificare l’effetto delle condizioni di quota e a meglio orientare la ricerca nei prossimi anni. Il coinvolgimento dei ricercatori e degli studenti del polo Unimont in questa esperienza è in piena coerenza con la “mission” della sede decentrata della Statale di Milano, ovvero trasformare le specificità dei territori montani in punti di forza anziché elementi di debolezza grazie ad approcci innovativi e collaborazioni strategiche con le forze territoriali, dalle imprese agli Enti locali, alla popolazione residente e ai turisti”, spiega Anna Giorgi, responsabile Unimont.


Questo studio si affianca ad altri, attualmente in essere, tutti volti a valorizzare i prodotti enologici della Valcamonica, e questo anche attraverso l’utilizzo delle elevate specificità di questa Valle. Questa innovativa modalità di affinamento dei vini, se ben utilizzata, potrebbe consentire la realizzazione di vini dalle qualità uniche grazie allo strettissimo legame con il proprio “terroir” e innovando il millenario “savoir-faire” dei viticoltori camuni”, precisa Lucio Brancadoro, docente di Viticoltura dell’Università degli Studi di Milano. L’iniziativa ha anche un risvolto culturale e turistico, infatti, chi visiterà il territorio camuno la prossima estate avrà l’opportunità di scoprire le peculiarità e le caratteristiche della viticoltura locale. 


Il turismo può essere una straordinaria fonte di conoscenza di un territorio e dei suoi prodotti. L’ambito agricolo, a sua volta, può essere un valido alleato delle strategie turistiche e riteniamo, quindi, che unire questi due comparti possa rappresentare un’ottima occasione di sviluppo economico rispettoso però delle peculiarità locali e del nostro ecosistema. “Con l’iniziativa della cantina-igloo vogliamo dare il nostro contributo a questo suggestivo percorso - conclude Bertolini - dimostrando la possibilità di perpetuare e rafforzare il forte legame morale, simbolico e anche economico che esiste tra questi monti e le loro genti. Un valore che siamo certi rappresenti anche una carta in più agli occhi di chi cerca il volto più autentico della montagna”, specifica Michele Bertolini, direttore del Consorzio Pontedilegno/Tonale.

Fonte: winenews.it

Foto: Crediti Consorzio vini Igt della Valcamonica

Wine Reporter

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