Weekend Wine

Non solo Amarone: Fresco Di Masi, oltre centomila bottiglie prodotte in due etichette, Bianco e Rosso Verona Igt

di:
Marco Colognese
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Gaggan copertina 2

Il Vino

La chiacchierata con Raffaele Boscaini inizia con un aneddoto divertente, una sorta di preludio al prodotto di cui scriviamo oggi e un po’ più avanti sarà chiaro perché: “È nostra abitudine mandare agli amici più cari un presente a Natale, in questo caso un nostro Amarone. Michele Bauli, dell’omonima azienda dolciaria mi chiama per ringraziarmi e allo stesso tempo mi confessa ‘io lo apprezzo davvero molto, ma da bere tutti i giorni a mi me piase el Bardolin (ovvero, a me piace il Bardolino)’ ”

Michele Bauli


È un gruppo importante, quello che fa capo alla famiglia Boscaini, la cui storia risale al 1772 con l’acquisto di vigneti del Vaio dei Masi che darà il nome all’azienda. Un marchio noto in tutto il mondo che nel tempo si è arricchito di collaborazioni importanti sia in Italia sia all’estero con la valorizzazione di tenute vitivinicole blasonate. Non solo, perché l’omonima Fondazione ha un ruolo attivo nel mondo della cultura con il prestigioso Premio Masi che nasce nel 1981 e assegna il Premio per la Civiltà Veneta a personalità che si siano distinte nelle arti, nelle scienze e nell’imprenditoria. Masi è un punto di riferimento assoluto nella produzione dell’Amarone, vino importante in tutti i sensi, corposo, alcolico, ricco. 


Così, racconta Boscaini: Non per forza la piacevolezza vincente dev’essere associata al prodotto più noto e costoso. Come accade nel mondo delle automobili, in cui ormai molte grandi case hanno la vettura di alta gamma e la piccola utilitaria, così un brand come il nostro può avere una modalità di espressione differente, più facile ma non per questo di minor qualità. Perché nel vino, quello più buono non è solo il più importante dato che il piacere può arrivare anche da freschezza e semplicità

Ecco allora che è nato Fresco, un prodotto (anzi due) concepito con l’idea di “fare un lavoro di sottrazione, senza eccessivi tecnicismi, per portare in bottiglia il gusto dell’uva appena colta, dedicato al consumatore di domani che potremmo definire quell’ humble achiever che cerca una nuova modalità meno complessa, all’insegna della naturalità”. Vini nei quali “si è voluto minimizzare l’intervento dell’uomo, ma senza quei difetti che i nostri nonni non sapevano gestire”


Da grappoli vendemmiati nelle ore più fresche del mattino e vinificati immediatamente con i lieviti selvaggi dalle uve stesse; vini non filtrati, né decantati. Boscaini continua “Fresco dà l’idea del pane appena sfornato, fragrante”. Oltre centomila le bottiglie, prodotte in due etichette, Bianco Verona Igt e Rosso Verona Igt, entrambe biologiche: la prima con Garganega, Chardonnay e Pinot Grigio, la seconda a base di Corvina e Merlot. Fiori, frutta bianca matura, delicata immediatezza per il Bianco. Ciliegia, melagrana, ribes nero per l’agile rosso. 

Minimo comun denominatore, va da sé, la freschezza. I dettagli del packaging, infine, anch’essi all’insegna della sostenibilità: la bottiglia, in vetro trasparente, è molto leggera, tappo in sughero agglomerato con polimero naturale e niente capsula in modo da renderlo plastic freeAlla salute!

Wine Reporter

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