Mondo Vino

Capodanno in rosa: quali sono i 10 Champagne rosé d’eccezione per un brindisi indimenticabile

di:
Roberto Mostini
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champagne capodanno rose

I Champagne

E adesso cosa beviamo? Cosa vuol dire cosa beviamo !?! quando è festa è festa. Bevono tutti alla grande stasera. Li guardo come attraverso un vetro a specchio e con la testa altrove. Ma che grande festa è stasera! Bella cena, buona musica, ma manca così poco perché tutto cada nella banalità di sempre e io non so ancora cosa voglio fare domani mentre tra pochi minuti si volta pagina sul calendario, l'ultima pagina, e io sto ancora nella nebbia del dubbio, decidendo quale delle due dovesse essere la mia costosa festa per il futuro ... e voi  invece cosa volete?


Volete bere ancora dopo quello che avete bevuto?  E allora andiamo avanti stappando un Krug Rosè! Dopo quello che avete bevuto vi posso stappare solo un mostruoso Krug Rosè! What else? Secco, autorevole, grintoso, persino un po' bastardo tanto ti tira dentro nelle sue trame. Si, ma solo se lo bevo con voi?


Ma certo che lo bevo con voi, ma se volete alternative eccole: Bollinger La Grand Année rosé. Rosa salmone, che indicherebbe anche un eccellente abbinamento, perché fresco, acido tranciante, mascherato dal delicato colore che poi si rivelerà custode di frutti rossi, come fossimo nella prossima Borgogna. Si arrotonda, come quasi tutti i rosati di quelle parti, richiamando toni femminili e chiudendo su note tostate, di pane e frutta secca. Sui 200 euro.


Selosse rosé. L'alternativo, l'imprevedibile, l'incostante. Ma se non rischi nella vita ti perdi sicuramente qualche cosa che potrebbe essere indimenticabile. Nel bene o nel male. Che fai? Te lo prendi il rischio di star bene? Senza filtro, senza protezione, come la bottiglia che non nasconde il ricco colore che poi si trasformerà in un sapore unico, di sostanza e di persistenza notevole. 200-250 euro.


Cristal Roederer Rosé. Roba da russi? Mah. Intanto quando arriva sul tavolo con una bella confezione di caviale beluga non gli dire no! Delicato, sensuale come una modella non troppo giovane, profondo, raffinato, a volte ambrato se l'annata è stata propizia, a dare ulteriore complessità ad un'opera di cesello. La compagnia di una modella si paga il giusto, sopra i 300 euro.


Billecart Salmon cuvée Elisabeth Salmon. Già il "base" mi piace tantissimo. Un vino del mio cuore e con il quale ho condiviso un grande amore, proprio nei pressi del malinconico Natale, quando la tavola di casa è guarnita dalla frutta invernale. Le arance, ma soprattutto il mandarino, che si sprigiona in maniera netta ma non folkloristica. Qui si sale, con questa cuvée neppure costosa, anche meno di 200 euro.


Dom Perignon rosé. Lusso chiama lusso. I soldi fanno soldi. La miseria non porta nulla. Quindi che fare se non aggrapparsi al monumentale DomPè rosè. Struttura impareggiabile, lo vedi già dal colore, persino un po' troppo "grosso" al naso ma per terminare un anno che è andato così così una botta di vita ci sta, eccome! Sopra i 200 euro per la versione storica, mentre per il P2 è bene prevedere almeno un paio di biglietti gialli.


Comtes de Champagne Taittinger. Mi piace l'etichetta rivelatrice del prodotto, così come la forma della bottiglia "champagnotta". Anche qui ricordi indelebili quanto personali, perché la femminilità va forzatamente a braccetto con gli Champagne rosati, in grado di aggiustarti una giornata storta. Blasonato quanto economico per una volta in questo elenco, sotto i 200 euro per la pienezza e la piacevolezza di un incontro.


Egly Ouriet rosè. Dal maestro del pinot noir una soluzione originale, alternativa, da cliente preparato, che non beve etichette ma un gran bel vino che costa relativamente poco, probabilmente sotto i 100 euro, ma che da grande soddisfazione e farà intendere alla vostra fidanzata che voi ci capite di vino e non bevete solo etichette.


Dom Ruinart brut rosé. Rigorosamente in magnum se siete in compagnia allargata. Marchio di moda in diverse regione italiane. Soluzione non molto originale ma in qualche modo bisogna chiuderlo questo anno senza privarsi di una cosina buona anche se non trascendentale. Meno di 200 euro per una magnum.


Perriet Jouet Belle Epoque rosè. La classe non è acqua. Una bottiglia così conquista al primo sguardo. A colpo sicuro, garantito. Fine, elegante, appagante. Senza esagerazioni ma garantendo un gran finale d'anno. A questo punto cosa cambia? 200-300 euro. Tanto domani si torna punto e a capo. Auguri a tutti.

Wine Reporter

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