Una ricetta dalla storia antica che trasforma l’intestino di vitello da latte in ricca pietanza gustosa. Qui tutte le dritte di Arcangelo Dandini per prepararla al meglio.
In copertina la Pajata alla macellara con pomodoro ritratta da Lido Vannucchi
In fondo, la versione “in bianco” descritta nella ricetta- Foto del ristorante
Pajata di vitello alla" macellara" (secondo gli "scortichini" romani)
Lo chef racconta:
“Come la stragrande maggioranza delle ricette romane, questa, databile attorno alla seconda metà del 1500, affonda le sue radici nel ghetto ebraico.
La scelta di aggiungere il pecorino alla fine è figlia della contaminazione cristiana (o gentile), ad esclusivo uso e consumo dei suoi fedeli, essendo proibito agli ebrei abbinare il formaggio alla carne per motivi religiosi”.
Dosi per 6 persone
- 1 kg abbondante di pajata di vitello
- 500 g di Cipolle ramate di Montoro
- 100 g di Pecorino Romano
- 6 chiodi di garofano
- 6 fette di pane tipo Lariano o Genzano
- Vino bianco delle colline romane
- Olio evo
- Sale fino
- Sale grosso
Procedimento
Fare un brodo di 3 lt di acqua e con 200 g di cipolle intere, dopo averle private della parte esterna e picchettare con i chiodi di garofano.
Salare con un pugnetto di sale grosso.
Privare la pajata di una buona parte di grasso laterale e lasciarla sotto l’acqua corrente per qualche minuto.
In una casseruola fonda, a fuoco medio, mettere due giri abbondanti di olio e aggiungere le cipolle dopo averle tagliate grossolanamente. Salare leggermente. Appena le cipolle iniziano a "sudare" aggiungere la pajata, dopo averla sezionata e aver formato delle piccole "ciambelle" di 15 cm circa.
Cuocere per 5 minuti circa, alzare la fiamma e sfumare con il vino.
Appena sfumato il vino, bagnare con il brodo di cipolle e cuocere a fiamma bassa per circa un 'ora e mezza.
Aggiustare di sale e servire a tavola su dei crostoni di pane e olio evo con una spolverata di pecorino romano.
Indirizzo
L'Arcangelo
Via Giuseppe Gioachino Belli, 59, 00193 Roma RM
Tel: 06 321 0992
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